sabato 30 novembre 2013

La Biblioteca che non c'é



La biblioteca che non c’era

Credo che il reato sia andato in prescrizione, eravamo al sud negli anni ottanta.
Fu bandito un concorso per un posto di bibliotecario a Falerna, un paese del versante tirrenico catanzarese.
Vennero fatte le regolamentari prove scritte e orali ed io partecipai.
Suppongo che fossi l’unica laureata.
Non vinsi. Mi dissero che ero arrivata ex aequo con un altro concorrente dotato però di titoli e preferenze.
Era costui, seppi dopo, il vincitore designato, il concorso era stato fatto su misura perché lui rientrasse da una sede disagevole al suo paese.
Non me ne dolsi più di tanto perché seppi che la biblioteca, allora, non esisteva, che quindi non avrei mai potuto fare come Borges, la bibliotecaria cieca.
Nel sud si procede così, poi certo ognuno ha il suo destino, e diventano giornalisti rampanti uomini senza passione del giornalismo, diventano politici uomini senza passione per la politica, come il bibliotecario di Falerna, che magari sarà bravissimo, ma desiderava soltanto ritornare a casa.
Analisi su analisi si fanno per non dire che i soldi si suddividono fra compari, fra amici e purtroppo nemmeno fra amici preparati.
Certo noi pubblico plaudente di tanto sciupio dovremmo dire, indignarci e additare, ma noi siamo vili, deboli, confusi e ricattabili.
Ecco l’importanza del regno della litweb, che, essendo un regno che non c’è, può dire quello che non c’è.
Come la biblioteca di Falerna che magari adesso c’è, bellissima, luminosissima, frequentatissima, faro di cultura nel paese delle prugne verdi.

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