Commemoriamo i morti
Altrimenti che due Novembre è
Commemoriamo i morti che continuano incessantemente ad
alzarsi la mattina, a lavarsi, a far di cacca e di pipì, a prendere un caffè o
un caffellatte con pane con biscotti con cereali. Commemoriamo i morti che ogni
giorno in macchina si avviano scatarrando o sbadigliando ai loro tumuli
lavorativi con orgoglio, con disprezzo, con sottile noncuranza.
Commemoriamo i morti che al ritorno fanno soste presso
supermercati, macellerie e panetterie per soddisfare stomaco pancia e gambe, un
motore da riavviare.
Commemoriamo i morti che alla sera, stanchi di tanto
silenzio, di tanto rumore, si abbandonano alle chiacchere di uno studio aperto,
di un televisore, di uno schermo pc.
Commemoriamo i morti che sapranno un giorno vivere davvero
soltanto nel momento del trapasso, all’improvviso luminoso cammino che si
aprirà verso l’eternità.
Commemoriamo i nostri cari che ci stanno accanto, morti,
come lo siamo noi per loro, estranei, inutili e paurosi, incredibilmente ancora
in carne ed ossa.
Questo che è il più
bel giorno per i trapassati veri, omaggiati da fiori, ceri e pulizie , questo giorno
merita un pensiero.
Li vedo i trapassati che sorridono di loro dei presenti
accorsi in frotte in loculi e tombette.
Li vedo giocare ridere e scherzare additandosi quello o
quell’altro che avranno avuto come vicino di banco, di ospedale, di orario
continuato.
Vedo poi la turba dei poeti, dei fini dicitori pronti col
discorso per commemorare il caro grande estinto che in vita non fu niente ma
ora, che sorpresa, ora è un vincitore.
Ora che commemoriamo siamo tutti vincitori il vecchio ed il
bambino, il nonno e il nipotino, il grande erudito e tu che sei una schiappa. C’è
posto anche per te fra i letterati estinti all’ombra del sicomoro del tomo e
del romanzo di appendice varia. Commemoriamo pure, c’è posto anche per te.
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