sabato 2 novembre 2013

Commemoriamo i morti



Commemoriamo i morti



Altrimenti che due Novembre è

Commemoriamo i morti che continuano incessantemente ad alzarsi la mattina, a lavarsi, a far di cacca e di pipì, a prendere un caffè o un caffellatte con pane con biscotti con cereali. Commemoriamo i morti che ogni giorno in macchina si avviano scatarrando o sbadigliando ai loro tumuli lavorativi con orgoglio, con disprezzo, con sottile noncuranza.

Commemoriamo i morti che al ritorno fanno soste presso supermercati, macellerie e panetterie per soddisfare stomaco pancia e gambe, un motore da riavviare.

Commemoriamo i morti che alla sera, stanchi di tanto silenzio, di tanto rumore, si abbandonano alle chiacchere di uno studio aperto, di un televisore, di uno schermo pc.

Commemoriamo i morti che sapranno un giorno vivere davvero soltanto nel momento del trapasso, all’improvviso luminoso cammino che si aprirà verso l’eternità.

Commemoriamo i nostri cari che ci stanno accanto, morti, come lo siamo noi per loro, estranei, inutili e paurosi, incredibilmente ancora in carne ed ossa.

Questo che  è il più bel giorno per i trapassati veri, omaggiati da fiori, ceri e pulizie , questo giorno merita un pensiero.

Li vedo i trapassati che sorridono di loro dei presenti accorsi in  frotte in loculi e tombette.

Li vedo giocare ridere e scherzare additandosi quello o quell’altro che avranno avuto come vicino di banco, di ospedale, di orario continuato.

Vedo poi la turba dei poeti, dei fini dicitori pronti col discorso per commemorare il caro grande estinto che in vita non fu niente ma ora, che sorpresa, ora è un vincitore.

Ora che commemoriamo siamo tutti vincitori il vecchio ed il bambino, il nonno e il nipotino, il grande erudito e tu che sei una schiappa. C’è posto anche per te fra i letterati estinti all’ombra del sicomoro del tomo e del romanzo di appendice varia. Commemoriamo pure, c’è posto anche per te.

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