Rocco Carbone- Per il tuo bene
L’unico libro che ho letto di Rocco Carbone è Il Padre
Americano, pubblicato postumo nel 2011.
Il solo libro che ancora viene stampato, mi dice il libraio,
nel prenotarlo.
E gli altri?- domando.
–Non sono in ristampa- mi viene risposto
Ed ora? Come leggerò Agosto e Per il tuo bene?
Non ho mai saputo di lui, fino a quando un articolo della
Gazzetta del Sud non riporta una intervista a Romana Petri, (ma non sono sicura) scrittrice sua amica e
finalista al premio Strega.
Ora so ancora pochissimo e moltissimo
Scrittore nato a Cosoleto in provincia di Reggio Calabria,
del segno dei pesci? nato a febbraio del 1962 e laureato alla Sapienza di Roma
con tesi sui Malavoglia.
Scrittore che io ora stringo nelle mani, leggo convulsamente
in questo ventilato pomeriggio di fine luglio, e amo infinitamente
conoscendolo.
In ogni foglio mi dico:- Ecco- e ci sono le pagine che mi
illacrimo e ci son le pagine che inghiotto a vuoto e ci son le pagine che
accarezzo.
Come una cretina.
Lo sento che lui è Ernesto, che si nasconde nel personaggio
dell’amico.
Sento sempre quando i personaggi sono vivi, sono noi, sono
nostri pensieri, nostre sofferenze, irruenze.
Febbrilmente me lo bevo questo romanzo, ne resto scossa, mia
sorella mi vede turbata e ci rinuncia, rinuncia a riportarmi ad un usuale.
Vero è quello che poi leggo di lui e cioè che lui era esageratamente entusiasta
nei rapporti con quelli che erano esagerati uguali, ci dice Chiara Gamberale,
nel suo blog Sentimentalisti anonimi.
Ma io questo blog suo lo leggo solo ora, dopo che ho parlato
di lui, per molto tempo, con la
poetessa, mia amica, che non lo conosce.
Il padre americano è un bellissimo romanzo, postumo, mi
ripeto.
Lui morì nel luglio del 2008 e il suo romanzo è nato nel
2011.
Postumo come i grandi. Tutti i grandi sono postumi da Pessoa
a Carbone.
Una scrittura lineare, lucida, visiva, immaginativa e
discorsiva.
Ci parla, ci scrive, ci fotografa, ci, surrealmente, prende
per mano,
nel suo narrare a pezzi, nel suo interrompere e ripartire.
Certo questo raccontare non mi è nuovo, certo riprendere da
dove si era lasciato, dal padre a Reggio Calabria, dal nonno in America, da lui
che vince il posto di Italianista e…
È una tecnica di altri scrittori, tiene desto e sveglio lo
sguardo.
L’altra tecnica si chiama sincerità, verità.
Romanzo verità sui nostri giorni, una vita, tante vite,
incroci, bivi, ed Ernesto che scrive.
Scrive agitato e fremente, non sta mai fermo, si agita, si
taglia, si esalta, si infastidisce.
Ha successo.
Ha successo perché due critici letterari si scontrano- uno
parlandone bene, uno denigrandolo- per il loro narcisismo, la vogliono vinta.
Creano il caso.
Ernesto è già bravo, anche senza di loro, però con la
schermaglia diventa visibile, un personaggio.
Vedo sorridere sornione Rocco.
Io che vorrei leggerlo tutto, ora che ho capito che lo amo,
poeticamente, letterariamente, non posso non abbassare la testa e pigiare i
tasti convulsi per dirlo a tutti
-Leggete Rocco Carbone-
Vi innamorerete della sua arte
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