coincidenza 397
Cara maestra,
un giorno m'insegnavi
che a questo mondo noi
noi siamo tutti uguali.
La Lectio Magistralis di Nino Racco
L'insegnamento di Nino Racco
Nino Racco e Antonella Iemma
Lo spettacolo a Soverato, 6 Settembre 2014
Ciao Amore ciao a Luigi Tenco
Sul palco sta un vero gigante della scena. Eppure il teatro è vuoto. Come nel 1967, ancora ora si preferisce Orietta Berti e Gianni Pettinati.
Il cuoco e la mescita facile, le idiozie delle televisioni, il corpo nudo, panem et circenses che a piene mani la Cultura dei palazzi elargisce a plebe ossequiante e votante.
Ma non importa.
Renato Zero fece il suo migliore concerto davanti un solo spettatore.
Noi siamo molti di più.
Rapiti.
Tenco é con noi, felice di essere capito, interpretato, amato, da Nino, che ingloba suo talento a quello di Luigi, moltiplicando effetto.
Uno studio attento su un solo momento, la vita è fatta di momenti, di situazioni, di costrizioni.
C'erano tutte.
"La vita è fatta da quello che puoi o non puoi", quello che non puoi pesa e impedisce, alcune volte, rarissime, "dall'asfittico spazio del destino", il volo.
Li vidi tornare, scrive Tenco, sul doloroso ritorno dei soldati dalla guerra, tornare senza volto, senza corpo, fantasmi che tornano con tutta la tristezza di aver abbandonato la vita per una causa cretina, voluta da altri.
Nessuno poteva scrivere canzoni e fare film che dimostrassero l'insensatezza della guerra, delle tante di guerre, di allora e di ora. Uomini Contro, di Risi, fu censurato.
A Tenco, già allora, cantante conosciuto e seguito, fu impedito, come a Rino Gaetano, il volo.
tarpando le ali ai suoi versi, distorcendoli per piegarli e piagarli ad una logica di mercato che prostituisce i sentimenti, vendendoli un tanto al chilo.
Le situazioni che soffocano, il corrispondente ha sempre il volto di un altro che ti dice, ottusamente, potresti tagliare qui, potresti adattare meglio, potresti fare più corto, più lungo, più largo. Usa e getta. Il pensiero debole.
Adeguare il tutto al piatto, agli angoli piatti.
Crudeltà? Insipenza? io dico sempre "La banalità del male"
Così lo spettacolo, per me troppo corto, starei a sentirlo per ore, il piacere degli occhi e dei gesti di Nino Racco, le splendide Immagini di Antonella Iemma, con Luigi che dissolve, come nelle foto di Daniele Rizzuti, che fugge, come nelle poetiche fotografie di Antonello Aracri, Lo spettacolo, dicevo, dovrebbe essere visto come lezione, in quella classe ideale di tutte le care maestre che hanno insegnato e non hanno insegnato giustizia e rispetto.
La lettera che Luigi, dalle mani di Nino Racco, mi consegna la sera del 6 settembre, è la nuova versione della sua canzone.
Una lunga strada bianca come il sale
una cattiva strada, le tante strade che potremmo prendere se vediamo tornare i nostri sogni sciupati
Nelle tante versioni che possiamo dare alla vita che già passata, che sta passando, che in fieri ci sta, nelle tante versioni ci sta la versione alta dell'arte e dell'impegno, dello studio e della solitudine fiera.
...Ecco dimmi cosa ne pensi.
Ciao caro
Fammi sapere per tempo.
Dallo spettacolo Ciao Amore Ciao di Nino Racco e Antonella Iemma
Sul palco sta un vero gigante della scena. Eppure il teatro è vuoto. Come nel 1967, ancora ora si preferisce Orietta Berti e Gianni Pettinati.
Il cuoco e la mescita facile, le idiozie delle televisioni, il corpo nudo, panem et circenses che a piene mani la Cultura dei palazzi elargisce a plebe ossequiante e votante.
Ma non importa.
Renato Zero fece il suo migliore concerto davanti un solo spettatore.
Noi siamo molti di più.
Rapiti.
Tenco é con noi, felice di essere capito, interpretato, amato, da Nino, che ingloba suo talento a quello di Luigi, moltiplicando effetto.
Uno studio attento su un solo momento, la vita è fatta di momenti, di situazioni, di costrizioni.
C'erano tutte.
"La vita è fatta da quello che puoi o non puoi", quello che non puoi pesa e impedisce, alcune volte, rarissime, "dall'asfittico spazio del destino", il volo.
Li vidi tornare, scrive Tenco, sul doloroso ritorno dei soldati dalla guerra, tornare senza volto, senza corpo, fantasmi che tornano con tutta la tristezza di aver abbandonato la vita per una causa cretina, voluta da altri.
Nessuno poteva scrivere canzoni e fare film che dimostrassero l'insensatezza della guerra, delle tante di guerre, di allora e di ora. Uomini Contro, di Risi, fu censurato.
A Tenco, già allora, cantante conosciuto e seguito, fu impedito, come a Rino Gaetano, il volo.
tarpando le ali ai suoi versi, distorcendoli per piegarli e piagarli ad una logica di mercato che prostituisce i sentimenti, vendendoli un tanto al chilo.
Le situazioni che soffocano, il corrispondente ha sempre il volto di un altro che ti dice, ottusamente, potresti tagliare qui, potresti adattare meglio, potresti fare più corto, più lungo, più largo. Usa e getta. Il pensiero debole.
Adeguare il tutto al piatto, agli angoli piatti.
Crudeltà? Insipenza? io dico sempre "La banalità del male"
Così lo spettacolo, per me troppo corto, starei a sentirlo per ore, il piacere degli occhi e dei gesti di Nino Racco, le splendide Immagini di Antonella Iemma, con Luigi che dissolve, come nelle foto di Daniele Rizzuti, che fugge, come nelle poetiche fotografie di Antonello Aracri, Lo spettacolo, dicevo, dovrebbe essere visto come lezione, in quella classe ideale di tutte le care maestre che hanno insegnato e non hanno insegnato giustizia e rispetto.
La lettera che Luigi, dalle mani di Nino Racco, mi consegna la sera del 6 settembre, è la nuova versione della sua canzone.
Una lunga strada bianca come il sale
una cattiva strada, le tante strade che potremmo prendere se vediamo tornare i nostri sogni sciupati
Nelle tante versioni che possiamo dare alla vita che già passata, che sta passando, che in fieri ci sta, nelle tante versioni ci sta la versione alta dell'arte e dell'impegno, dello studio e della solitudine fiera.
...Ecco dimmi cosa ne pensi.
Ciao caro
Fammi sapere per tempo.
Dallo spettacolo Ciao Amore Ciao di Nino Racco e Antonella Iemma
fotografia di Antonello Aracri