Arrivano così,vero?
16 maggio 2013
Alle prime luci dell’alba nella Locride altrettanto povera e
disperata.
Povera di spirito e
non preparata, una comunità di indigeni guarda con sospetto e sfiduciata questa gente, pulviscolo umano numeroso e
bisognoso di tutto.
Le forze dell’ordine obbediscono agli ordini e con i pochi
mezzi a disposizione impongono l’ordine e i primi soccorsi poi questo
pulviscolo sarà distribuito in centri di accoglienza.
Sarà messo in quarantena, come facevano con noi italiani in
America, probabilmente.
Io li incontro sulle strade che non portano mai a niente con
in mano bottiglie e buste di plastica, li vedo camminare e camminare, a
camminare sulla nostra statale 106 si
arrischiano solo loro che non sanno di camminare sulla statale della morte.
Li incontro e ne sento una solitudine fraterna, una
desolazione di sperdimento, un essersi perduti per sempre, noi insieme a loro,
in un involucro insociale incredibilmente sempre più stretto malgrado la sua
inconsistenza.
Alle prime luci dell’alba
Un film con David Carradine, un romanzo,
le prime luci dell’alba di un millennio medioevale oscuro e
terribilmente cruento per molti per tanti
le prime luci dell’alba per pochi ricchi, molti ricchi
sempre più egoisti, rinchiusi nei loro fortini, nelle loro dacie, nei loro
privilegi
Le prime luci dell’alba di un agire medioevale sul medioevo
futuro e tecnologico che sono i nostri giorni
Ci basterà una preghiera? Potremo noi arginare il mare se
non siamo nemmeno uno scoglio?
E come possiamo, noi europei, italiani, calabresi, reggini,
locresi accogliere, aiutare e dare un’alba a chi sbarca sulle nostre coste?
Una volta all’arrivo dei saraceni scappavamo sulle montagne
Ora anestetizzati da un falso benessere e da mezzi di
persuasioni di massa siamo certi che saremo in grado di assicurare a noi e a
loro un nuovo giorno da vivere
Una fideistica speranza
Ippolita Luzzo
Ippolita Luzzo
2 commenti:
Non siamo forse noi abbastanza ricchi da dare a tutti l'essenziale di una vita dignitosa?
A tutti, dico, senza distinzione di razza, nazionalità o colore della pelle.
Sì, lo siamo; ma la ricchezza è nelle mani di pochi che hanno contratto il virus maledetto, quello che ti spinge a accumulare e accumulare, perché il gioco del Monopoli fatto con soldi veri, è difficile e pieno di insidie.
E il gioco del Monopoli dei Paperon de' Paperoni è più importante della vita degli altri, di tutti gli altri.
Commosso.
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