giovedì 27 maggio 2021

Tu, toi di Alessandro Chidichimo


 Mi arrivano queste perle rare in lettura, mi arrivano per strade inesplorate dalla stampa consueta, mi arrivano come un segno del destino. A cosa servirebbe infatti questo blog se non riuscisse ad intercettare il buono e il sorprendente che ancora si annida nei libri scritti da autori sconosciuti? Questa volta è arrivato dalla Svizzera un libro di un ricercatore universitario, Alessandro Chidichimo, specializzato nella storia della linguistica, ed in particolare su Ferdinando De Saussure. Tu, Toi, è il suo primo libro. 

Vediamolo mentre ci spiega cosa faccia di mestiere, mentre si rivolge ad un pasticciere: "Bah, c'avrai ragione anche tu, da dietro il tuo bancone mentre vendi dolci disgustosi, tu c'hai una dignità, un mestiere, sai cosa stai facendo su questo cavolo di pianeta, dico, a parte fregare gli stranieri, e se qualcuno ti chiede cosa fai, tu puoi sempre dire che fai il pasticciere, che gestisci una pasticceria, che vendi dolci, che la gente sa dove ti può trovare e cosa puoi fare per loro, che nessuno ti cerca per fare il plombier, no, ché tu fai una cosa e una cosa sola e tutti lo sanno... mica come voi altri che non si sa mai bene cosa facciate e cosa non facciate, che non si sa mai dove trovarvi e come sarete quando vi avranno trovato. Cosa aspettate a trovarvi una determinazione che sia quella e che tenga per sempre?(en criant au théléphone un imbécile te dit que"Tu n'auras jamais un travail ici") 

Scoppiettante di trovate che si riferiscono alla vita vera di un precario che lavoro in Università, fa convegni e studia testi, il racconto ha un ritmo incalzante che ci fa ridere malgrado racconti una situazione di incertezza e di lucida analisi di un momento storico senza rispetto per il futuro. 

Scritto in un susseguirsi di lingue, francese e italiano, e qualche dialettismo calabro, l'incessante pensiero che si stende nelle pagine sembra quello di tutti noi, ed in effetti il libro si può anche leggere di volta in volta aprendo una pagina a caso e trovando in quella pagina una verità.

 Fra i tanti pensieri raccolgo: La vita è un'abitudine, il lavoro può essere e non essere un'abitudine? domandiamoci se anche l'amore o il non farlo può essere un'abitudine. Mio padre diceva spesso: Noi siamo animali di abitudine.

Potrei ricopiarvelo tutto, tanto ogni pagina ha la sua verità, ma mi limito a segnalare la struttura, la divisione in mesi, da febbraio a settembre, dal Polo Sud a Sgrassare le camicie, fino a Norman Toi, o addirittura il delizioso capitolo dedicato a Scienziati Momtgolfier dal quale ho estrapolato il pezzo sopra riportato. 

Fare ricerca. Lavorare in università. Mi raccontano storie incredibili in tanti e perciò lo reputo un lavoro rischioso almeno per quanto riguarda la sicurezza e speranza di avere una sede certa, di avere un contratto lavorativo che permetta una progettualità. 

Tutto questo lo verrete a conoscere leggendo e ridendo, della risata un po' amara ma anche di lato, della risata che vorrebbe denunciare storture, della risata liberatoria che si chiede alla lettura. 

Nella richiesta che ogni autore fa ai suoi lettori ci sta la comprensione, nella richiesta che si fa alla pagina scritta ci sta la  convinzione di essere capiti, e questo scorrere di pensieri viene capito o verrà capito da moltissimi appena sarà conosciuto da tanti. 

Ne riparleremo ancora e ancora e intanto ringrazio il suo autore per la fiducia e per aver arricchito con il suo libro il Regno della Litweb 

Ippolita Luzzo 


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