Matteo Meschiari in Lettere Persiane Collezione di saggi critici diretta da Luigi Weber.
La critica è una "lettera persiana", come Montesquieu ci racconta nella sua opera, una grande raccolta cronologica di lettere che, alcuni giovani persiani che visitano l’Europa e sostano per un certo periodo in Francia, si scambiano con i loro parenti e conoscenti orientali.
Si ricorre sempre allo stratagemma dell'altro, di come ci vedano coloro che vengono da un altro paese, come anche nell'Urone di Voltaire, per rompere quella "lastra di ghiaccio" che immobilizza il pensiero nelle abitudini e consuetudini del luogo e del tempo. Compito della critica è permettere il movimento di pensiero, permettere che la curiosità sia possibile, permettere un passaggio da una sponda ad un'altra.
"Nelle Terre Esterne" è il titolo di una raccolta di saggi di Matteo Meschiari, già ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche, professore associato in Geografia all'Università di Palermo.
Lo studio della geografia umana, l'ecologia culturale sono materia dei suoi studi ed io sento molto vicini al Regno della Litweb tutto ciò che leggo nei suoi saggi pubblicati come "Esercizi di lettura terrestre" così li chiama Matteo Meschiari ricordando un titolo e un libro del 1939 di Gianfranco Contini "Esercizi di lettura".
Un libro decisivo per la critica letteraria del Novecento, ci dice Andrea Cortellessa del libro di Contini, nella Prefazione alle Letture Terrestri di Matteo Meschiari, "un modo di conoscere il mondo attraverso il paesaggio, attraverso la terra".
Gli studi fatti ci permettono di leggere a partire del "Pensiero selvaggio" di Claude Lévi-Strauss del 1962 e di giungere al 2008 di Meschiari che pubblica "Sistemi selvaggi", e comprendere la complessità del "pensiero aperto, acentrico asimmetrico e anarchico" così da spezzare quella lastra di ghiaccio di cui parlava Montesquieu.
Il coraggio è la leva con cui la conoscenza si fa largo in una discussione, ora che, parlando, ogni cosa si svuota di significato, quasi come in un sortilegio magico.
Diventa un vuoto il paesaggio, la parola cultura una vera beffa, e serve, quasi come un imperativo, raccogliere e conservare per donarli nel silenzio della lettura "Saperi geo-logici".
In questa raccolta di saggi il paesaggio letterario va da Sbarbaro a Gadda, da Stoppani a Biamonti ed è una griglia immaginata per far risaltare come il paesaggio e la parola fanno "rizoma assieme"in un innesto fra uomo e natura. Fra terra e uomo.
Ascoltiamo Leibniz e l'evento iniziale che è all'origine delle cose: la separazione della luce dalle tenebre, ci ricorda Matteo nel suo saggio su Carlo Emilio Gadda, Cosmografie di carta, e gusteremo ogni squarcio di luce ogni ombra rischiarata di luce, e rileggeremo Gadda come epidermide, Gadda scrittore in geologia di tenebra e luce.
Dalla rivoluzione della fisica quantistica, nel Novecento, come nella rivoluzione geologica del Settecento una nuova frontiera all'immaginazione.
Saranno nuovi mondi letterari? Nella fenditura epocale dello spezzare la lastra di ghiaccio, L'Ora del mondo ci chiama, con Matteo Meschiari, Nelle terre Esterne.
Ippolita Luzzo
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