giovedì 8 marzo 2018

La vita lontana di Paolo Pecere


Essere e divenire nelLa Vita lontana di Paolo Pecere. Sembra che il titolo non fosse questo, allora io vedrei bene "Essere e divenire". Come si cambia per ricominciare da altro.
Il tempo intercorso per creare questo romanzo è durato alcuni anni, quattro, se ricordo bene, e Paolo Pecere ha visitato realmente i luoghi dove i protagonisti abitano e si spostano nella lontananza degli affetti, nella lontananza da se stessi, nella lontananza della propria personalità. Personalità doppie in effetti, i protagonisti fanno viaggi nel loro interiore per togliere e mettere altro, senza tornare mai. Lontano da dove. Non so che titolo abbia avuto in mente Paolo Pecere mentre costruiva esistenze e le sconvolgeva, allontanando il vissuto, dilatando i concetti di essenza, e chiedendosi di cosa siano fatti le azioni, di quanto libero arbitrio ci sia nelle decisioni.
Leggiamo dunque questa storia, narrata dalla voce della protagonista femminile, Dora, l'unica forse che si muove solo per ritrovare coloro che sono andati via e forse non hanno più alcuna voglia a farsi ritrovare.
Il racconto, complesso, condensato in una visione femminile e in un atteggiamento da osservatrice, in effetti, Dora osserva ma non fa, sembra che lasci gli avvenimenti inverarsi senza una sua effettiva complicità: Avvengono.
Nella trama, in apparenza normale, come normale vuole a tutti i costi che noi la percepiamo la protagonista narrante, c'è un matrimonio, da un amore adolescenziale, la nascita di due gemelli e tanti interessi in comune, letture, lotte, ideali. Sembrerebbe un idillio se non avvenisse l'imponderabile. Il coniuge cambia, diventa un altro. Per sempre.
E lei resta a crescere i figli e sembra anche qui che lei riesca a inserire in un tran tran rassicurante i figli e invece tutto si spagina, si sfaglia,  e i due gemelli si allontanano. Ci allontaniamo e poi e poi non so se ci ritroveremo più vicini, almeno è un azzardo.
La scrittura di Pecere è densa, e benché sembri con un suo ordine interno ci pone quesiti, ci destabilizza, ci impone una adesione problematica.
Mi sono posta davvero il problema se in una famiglia ci si conosce, non credo, se si ha una possibilità di intervenire, non credo, e mi sono posta il problema del perché Dora sia così certa di non poter a sua volta andarsene via da un immaginario che fa a gara ad essere smentito dai fatti. 
Il viaggio di Pecere sta nella filosofia, nella religione orientale, nell'essere e divenire, dove si scontra l'occidentale e l'orientale, e dove naufraga l'occidente con i suoi riti. " Ora la casa è vuota. Il televisore era accanto alla finestra, dove oggi sta il divano, e viceversa, come se uno specchio avesse rovesciato i posti delle cose. Immaginando di sedermi vedo, riflesse sullo schermo spento, quattro persone sul divano." ed ancora "Nelle faglie del ricordo, a questo punto, si è prodotto uno scambio di persona. Sono crollati d’un tratto i giorni successivi: del volto senza vita di Elio resta solo un’idea grigia, senza le mie carezze e il mio rimorso. Al suo posto si è installata un’altra immagine, che si presenta come sua, e invece è di un uomo che dormiva nelle rovine di Chittorgarh, quel pomeriggio dopo la pioggia, e che mi aveva fatto pensare a lui. Questo falso, col tempo, è diventato il simbolo di un travestimento, attraverso il quale bisogna saper vedere la nostra vita lontana. Così Elio, portando al culmine il suo processo di sottrazione, si è ridotto in me all'essenziale: un uomo che non era chi sembrava, e riposa aspettando il temporale."
Una realtà raccontata non è altro che il racconto ed è l'elaborazione di ciò che la narratrice immagina di sapere. Ad un certo punto in oriente Dora arriva e si sposta e l'essere dei fatti incontra lei all'apparir del vero" La verità è feroce come una radiografia, non fa per noi, persone deboli e poco incisive, campioni di confabulazione. Marzio ha ragione: lo sapevo già. Ma c’è dell’altro, in quel che ha detto, che invece suona nuovo." In una domanda che so già.  
Ippolita Luzzo   

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