lunedì 14 settembre 2015

PER AMY- ventisette anni il 14 settembre. 24 luglio 2011


G io non ti conosco, io non so chi sei, ma ora sei la persona  di riferimento, di chiacchiere, di domande, di risposte. Mi consigli, mi rimproveri, mi porti fortuna. Così mi hai detto. Perché non crederti?Non  ho mai parlato tanto di me con un uomo, non ho mai provato questo gusto di farlo, conserva tu quello che io strapperei, conserva, se vuoi, quello che scrivo anch'io perché ora molte riflessioni  nascono dalla nostra corrispondenza.
Per Amy Winehouse ho una tristezza infinita. Il successo non dà serenità- pace-non è niente.
Credimi.  In piccolo, molto piccolo,  ti racconterò gli ultimi due anni. Nel dissolvimento del mio mondo ho pensato che dire la mia sofferenza  mi avrebbe permesso di essere capita dai miei cari. Così nelle televisioni private, in qualche associazione, elegiacamente  ho intonato il canto dell’amore perduto, commentando poesie di altri poeti, parlando di Emily Dickinson, parlando parlando convinta che i miei cari avrebbero capito le mie ragioni. Sono anche venuti a sentirmi, hanno visto i giornalisti, locali eh, che mi intervistavano, le persone che mi porgevano i fiori, si congratulavano, si erano commossi  gli spettatori e loro:-Adesso ti sei specializzata, adesso puoi fare solo questo!-Capisci! Ed io che parlavo per loro! 
Ho iniziato a parlare per me ed è successo di tutto. L’invidia profonda di chi si sentiva scavalcata, le persone semplici che mi dicevano di avermi visto in televisione, che mi domandavano quando avrei fatto il libro. Ma io non voglio scrivere nessun libro, la mia casa è invasa di libri, di fogli, di agende, scrivo dappertutto. Esco e penso quello che scriverò a casa. Ti credo, quindi, perché penso che ti sia successa la stessa cosa. E’ la fase creativa. Mia sorella quando mi vede con un foglio in mano scappa, ho smesso di leggere alle amiche. Non possono capire il turbinio che abbiamo in testa, le voci, i personaggi, le storie che vogliono essere scritte. A volte scrivo come se fossi in trance! Non so neppure io  cosa racconterò. Poi ovviamente ci diamo una regolata.
Qui pubblicano tutti. A che pro? Una volta lessi un libricino piccolo piccolo, della Sperling forse, la storia di una donna di una piccola città   che faceva conferenze, veniva premiata con qualche premio letterario. Pensai:- Che squallore una vita così!-
Ho cercato a lungo quel libricino, scritto da un ragazzo molto bravo ma non l’ho trovato, giù dove deposito riviste, libri, quaderni.
 Ho cercato - Frammenti di un discorso amoroso- lo sapevo a memoria- dove lo avrò messo?
Amy, già a sedici anni scriveva le sue canzoni, Amy le ha cantate al mondo intero, Amy era infelice, nonostante tutto  non aveva niente.
Hai ragione, abbiamo creato dei mostri, ma non sono gli oggetti  i responsabili, siamo noi  con il nostro uso distorto a creare infelicità e malessere.
 Povera Amy, poveri pazzi, in un momento storico che ha tutto tranne il rispetto  dei sentimenti.

 Amy è nata il 14, io il 13  settembre
Cosa vuoi che mi interessi   quando la corrispondenza finirà e tu potresti diventare famoso?
Certo ti auguro di veder realizzato il tuo sogno, ma per me  il momento più importante è questo, quello del creare. Dopo, vedrai, dirai-Tutto Qui?- 
Dopo la soddisfazione di avercela fatta sentirai come me, come  Amy, la profonda sensazione di essere estraneo a quel che ti circonda.

Perché siamo fatti così, siamo in tanti così, ma va bene così.

2 commenti:

marcom ha detto...

Parli di Amy o parli di te stessa? Ci sono piccole differenze, come la morte, per esempio. Ma la morte è silenzio, solo silenzio mentre la vita brucia con rumore. Allora Amy nelle tue parole è viva, come sei viva tu. Come siamo vivi noi, non si sa ancora per quanto e per quale dose di vodka.

Unknown ha detto...

Tremendo dissidio fra il desiderio di divenire famosi e il terrore del terribile ingranaggio nel quale si finirebbe. Gran parte di coloro che raggiungono la fama, annacquano nella droga l'angoscia della vacuità del successo. Quando arriva la fine è perché si è consapevoli che il gioco è nullo.