sabato 31 ottobre 2015

Crocifisso Dentello Finché dura la colpa


Comincia così
" Febbraio 1998
Talvolta, rapito da una macabra immaginazione, contemplo di buttarmi dalla finestra della mia stanza per sperimentare l’ebbrezza della caduta nel vuoto, l’impatto sull'asfalto, i gemiti dei passanti.
Nessuna sofferta vocazione di un gesto estremo. Solo una via di fuga dalla noia, una ricreazione mentale con la quale spezzare la routine."


Crocifisso Dentello Finché dura la colpa       di leggere
Aggiungo io di leggere al titolo del primo  libro di Crocifisso Dentello perché questo mi sembra il significato più bello di tutto il suo scrivere, la colpa di leggere, leggere tanto, leggere sempre e vivere per leggere.
Poi ad un certo punto della vita del lettore avviene il passaggio e con rispetto, devozione, si scrive quasi per omaggio ai nostri scrittori, nel suo caso a Pier Paolo Pasolini del quale, proprio in questi giorni, ricade anniversario della sua morte, quaranta anni dal 2 novembre del 1975.
Crocifisso Dentello, che io ho conosciuto su Facebook ai tempi in cui ero Lo Stile della Litweb e lui Andrea Dentello, ama la letteratura, dialoga con i libri, scrive un suo originale ritorno sulla strada del foglio, delle parole amate. 
Nel farmi il grande onore di poter leggere in anteprima il suo “Finché Dura la colpa”, in uscita il 26 novembre per la casa editrice Gaffi,  voglio ricordare cosa ha detto  tempo fa del suo racconto Renzo Paris, scrittore e critico di scuola pasoliniana: «Dentello ha scritto un romanzo bellissimo dentro il filone dei personaggi inetti e nauseati del Novecento, da Svevo a Tozzi, da Sartre a Salinger» e  Andrea Carraro, autore di Il branco : «Ho letto il romanzo ancora inedito di Crocifisso Dentello e mi è piaciuto molto. Sarebbe bello che venisse pubblicato»
Ora il libro è pronto, sarà in libreria il 26 novembre e farò allora un evviva alla mia maniera, con quello che mi sono conservata del nostro essere lettori e fratelli. Io pure ho concezione animistica della lettura.
La mia vita è un lungo martirio di cellulosa: le pagine dei romanzi letti, i ritagli di giornale, i fogli riempiti con la mia calligrafia spigolosa. Una metastasi di caratteri neri in corpo 11 che mi sono rifluiti come macchie scure sotto la pelle, come globuli infetti nelle vene, come sacche di liquami oleosi negli organi.
La mia vita è proprio fragile e precaria come l’altare di carta cui mi sono immolato. Un semplice strappo può lacerarla per sempre. Uno scoppio di fiamma può bruciarla per sempre." riporto da lui
Leggo e  mi è piaciuto il senso di benessere che provavo nel leggere un italiano curato, una lingua rispettata, una cura del tempi e della scelta dei termini, la pulizia con cui veniva raccontata la storia, nessun discorso arzigogolato, tutto veramente ben argomentato.
Aspettare ad un binario morto. Era questa la frase adolescenziale che caricata di nero campeggiava sulle prime pagine di un mio  diario scolastico. Stava lì ad indicare quell'inerzia e quel momento in cui ogni persona si sarà trovata negli anni della scuola. Poi aspettando aspettando il tempo finisce e anche se il treno non passerà chi aspetta avrà per forza trovato il modo per trascorrere l'attesa con un libro in mano "Ecco che, contravvenendo a un tabù pressoché inviolato, tiro fuori i fantasmi della mia infanzia falcidiata, il sentimento inconfessabile di sentirmi rintoccare nelle viscere l’eco della dolorosa virata impressa alle nostre vite."
Libriamoci con Crocifisso.  Altra immagine ricorrente in molti è il disagio, lo stare senza agio in un luogo dove bisognerebbe viverci. Una sensazione più diffusa di quanto si creda che ben gestita può produrre arte e scrittura. Librandosi, appunto, via dalla morta gora
Evviva Crocifisso Dentello. Scrittore vuol dire colui che scrive. Uno che legge prima di scrivere, legge tanto, con amore e poi tutto questo amore diventa scrittura. Gli altri non scrivono, raccontano fatti. Testimoniano il battesimo della bimba, l'incidente e la malattia, lo stupro e l'alcolismo, la morte di un proprio caro, la politica e lo sfacelo... ma tutto questo letteratura non è. Leggeremo Crocifisso che dei libri scrive: Erano loro i miei amici, perché dentro quelle pagine mute risuonavano tutte le mie attese.
Tante le attese che alcune volte ed il 26 novembre, in questo caso, arriveranno puntuali.
Decretando 
Una mancanza che diventa vita 

giovedì 29 ottobre 2015

Lamezia Terme Cosenza New York

Questa sera nello Studio Gallery di Domenico Mendicino con l'associazione P-Art inaugurazione mostra "INTORNO A BURRI / SCATTI D'AUTORE a cura di Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini
La manifestazione promossa dalla Regione Calabria, nell'ambito di un POR CALABRIA FESR 2007/2013 è organizzata   dal MAON (Museo d'Arte dell'Ottocento e Novecento) in Calabria, per il Centenario della nascita di Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza. 1995), uno dei massimi artisti del Novecento. 
Le celebrazioni di quest'anno: mostra al Guggenheim Museum di New York, a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo e in Italia  nella sede della Fondazione di Palazzo Albizzini intitolata a Burri a Città di Castello"
Che vi dicevo? Da Lamezia a Cosenza, a New York. 
Stasera siamo qui con gli scatti fotografici  di Sanford H. Roth, Sandro Visca, Aurelio Amendola, Willem Sandberg, Vittorugo Contino.

Esauriti i preliminari possiamo passare ai momenti della serata. Non conoscevo la galleria ma molti dei presenti erano miei coetanei, quindi vedo un compagno di scuola, la collega di lettere con amica, la giornalista del Quotidiano, varie televisioni, e la critica d'arte insieme col curatore della mostra e poi due giovanissime Silvia e Federica del Marca di Catanzaro. Eccomi mentre leggo.
 Intanto mi intrattengo con i gentili soci,  con Francesca Ferraiuolo dell'associazione su un tema da me molto sentito. Lo spazio. La possibilità per ogni gruppo, oppure singolo, di poter usufruire e gioire per iniziative che rafforzano a vicenda il tessuto di interessi e di stimoli di una cittadina. 
Lamezia Terme, negli anni passati, è sempre stata un luogo di fermenti vivaci, sia nelle arti pittoriche e la presenza stasera qui di Francesco Antonio Caporale e  di  Silvia Pujia lo confermano, sia nella  fotografia e in ogni suggestione artistica. 
Una città viva, certo con pochi mezzi, ma con gallerie d'arte e con sollecitazioni continue. Ne siamo felici. Guardiamo le belle fotografie fatte a Burri da grandi fotografi nel corso di età diverse e all'improvviso riconosciamo in una un volto, una somiglianza, Rocco Papaleo, Burri somiglia a Rocco almeno in questa.
In altre foto è un uomo fascinoso e tenebroso di cui innamorarsi, Omar Sharif, 
in altre un uomo semplicissimo, insomma la fotografia è come  un mago, una bacchetta magica misteriosa e l'uomo che viene ritratto sono tanti uomini, tanti visi, nella molteplicità che ci contraddistingue. 

   


mercoledì 28 ottobre 2015

Matilde al Liceo Campanella accompagnata da mamma e mamme


Io,  Michela e Licia saremmo le mamme che insieme alla mamma Daniela accompagniamo Matilde a scuola per la sua prima uscita ufficiale. Come al ballo delle debuttanti lei debutta nella classe prima A, B, C, nelle classi del Liceo Campanella dove le insegnanti Michela Cimmino e Licia Di Salvo stanno per iniziare Libriamoci, la settimana dedicata alla lettura, rassegna nazionale che fa parte di un grande progetto interamente dedicato alla diffusione dei libri nei mesi dell'anno, dal Maggio dei libri a Piovono libri.

Lei, Matilde, a suo agio fra le tante ragazze e qualche ragazzo, era perfetta, integrata, sembrava lei stessa quella adolescente che con più decisione prende in mano il volante e si mette a guidare. Una ragazza positiva, un personaggio positivo, con idee proprie, nasce nel racconto e dalla penna di Daniela Rabia, sua madre di foglio, e come Atena stava nella testa di Zeus e fu partorita spaccando la testa del dio, così Matildina, così ogni tanto la chiama Daniela, bussava e bussava dalla sua testa per uscire fuori. Per fortuna il foglio ebbe la meglio e non ci fu bisogno di rompere testa!
I ragazzi seduti sui banchi addossati ai muri, seduti nelle sedie dei  banchi ed accanto una grande carta geografica, ascoltavano i viaggi che Matilde aveva fatto per i venti paesi dai quali alcuni di loro venivano ogni mattina, Maida, e poi Tiriolo, Serra San Bruno.
Uno di loro Gaetano Chiodo
lesse dei versi proprio per lei, lei musa, lei ispiratrice. La prima poesia a lei dedicata.
Ed intanto anche gli altri, ormai rapiti, avrebbero voluto continuare a viaggiare con lei se non fosse suonata l'ora di andare.
Reuel Sole Ludovica Martina Greta e poi libriamoci con i vostri nomi, con il vostro entusiasmo, intanto io che resto con loro, mi contagio di quella freschezza, di una tenerezza che poi sarà terreno fertile da cui ripartire. 
Nei binari delle tanti stazioni a volte si  aspetta ad un binario morto. Era questa la frase adolescenziale che caricata di nero campeggiava sulle prime pagine di un diario scolastico. Stava lì ad indicare quell'inerzia e quel momento in cui ogni persona si sarà trovata negli anni della scuola. Poi aspettando aspettando il tempo finisce e anche se il treno non passerà chi aspetta avrà per forza trovato il modo per trascorrere l'attesa con un libro in mano. Leggere è stata la nostra forza, dice Daniela e dico anche io con Michela e Licia, Leggere è una zattera che sui mari andrà perché ci solleva dalla quotidianità. Uffa, scrivo sempre con la rima! Matilde forever sarà. ed eccola in libreria 




Pari, dispari e donne. A piedi verso la libertà. Anna Pascuzzo

Noi siamo delle creature primitive. Non possiamo essere moderne. Cosi Sofia, interpretata dalla grande Paola Cortellesi nel film Due partite della Comencini, ci parla delle donne.
Nel film che associo al libro di Anna per somiglianza e sorellanza di tematiche ci sono quattro donne agli inizi degli  anni sessanta che si incontrano per giocare una partita e portano le loro figlie  che poi saranno le giovani donne del movimento femminista. Saranno e sarebbero noi, nello scambio generazionale che ora, mi sembra, non vada più ad anni, ma nel riconoscimento di alcuni diritti. Validi per tutti.
Noi siamo la barbarie del mondo, continua la Cortellesi, disegnando con le sue parole donne intente ad allattare, a sgravare, con quel vero e necessario periodo di gestazione a garantire sopravvivenza alla specie... umana. 
Gravate effettivamente da questo compito, sacro eh, bellissimo anche, se fosse libero e desiderato, rispettato, le donne degli anni settanta hanno rivendicato con forza che l'utero fosse loro e lo gestivano loro, chiedendo consultori, conoscenze sugli  anticoncezionali e legge sull'aborto. Con moltissime difficoltà, chiedendolo e rivendicando una parità, come donne. Io ora direi come individui, come persone.
Apparve allora quel manuale "Noi e  il nostro corpo" una specie di nuova bibbia, in senso lato, di come la conoscenza avrebbe impedito errori e gravidanze, utilissimo ma  poi  scoprire che non ci può essere un manuale a risolvere le storture e le differenze. Tutto questo sta nel libro di Anna Pascuzzo in una rievocazione su una donna " Un luogo? La casa di un’amica. Un tempo? Primi anni Settanta. Inizia così l’avventura di Emma, il suo viaggio al tempo delle lotte femministe, quando la domanda di riconoscimento incalzava, quando le donne erano in rivolta." nella prefazione di Alessandro Orefice da pochi mesi suo marito. 
Anna fa lo stesso giro di Cristina Comencini, in tempi e luoghi diversi, per arrivare alla conclusione simile.

 Ed a lei dedico questa relazione da essere umano ad essere umano nella bellissima lettera finale del film " "Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l'umanità femminile. E questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, che ora è piena d'errore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all'amore che in questo consiste: che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda."

(Rainer Maria Rilke, "Lettera a un giovane poeta")
Ora cosa sia rimasto nel 2015 non lo so proprio, ma sento l'urgenza di Anna e di chi crede a questi concetti di libertà personale come fondamenta di uno stato civile, nel riprendere in mano leggi e nuovi manuali per ricomporre una lotta verso il rispetto e la dignità di tutti. 

lunedì 26 ottobre 2015

Jeffery Deaver e Alberto Biasi al Marca


Strill "Da “Il Collezionista di Ossa”, dopo “Nero a Manhattan” e “Requiem per una pornostar”, Deaver racconterà, all'interno del Museo Marca di Catanzaro, “Hard News”, l’ultima avventura della “Trilogia di Rune”: una storia dal ritmo serrato ambientata a New York dove, dietro il paravento del grande giornalismo, si nascondono volgari menzogne e pericolosi inganni." Dallo scrittore all'artista. Inizia propria parlando delle opere di Alberto Biasi Deaver
 E noi siamo al Marca stasera fra le opere di Alberto Biasi che in una intervista a Stile arte aveva dichiarato"Credo che il senso del gioco e l’ironia non debbano mai mancare in un artista. 
L’ironia e l’autoironia. Una volta ho realizzato un’opera cinetica che aveva l’inconfondibile forma di una vulva, una vulva – è ovvio – in movimento. L’ho intitolata L’inganno di Afrodite. Poi ne ho creata un’altra dove queste “vulve” erano tre, ed il titolo è stato Le tre Grazie…" Io le vulve stasera non le fotografai, attratta dai colori e dalle forme che cambiavano a secondo della distanza dei nostri occhi dal quadro.

Sta dicendo Jeffery: E così come cambia la percezione delle cose cambia anche la comprensione della trama e dei personaggi nei miei libri. Lo scopo dell'arte è proprio questo. Fuori dall'abitudine farci precipitare nel continuo stupore afferrati al filo della narrazione.
 La complessità fortissima che Nunzio Belcaro, emozionato libraio della Ubik di Catanzaro, sta porgendo all'autore,  con  le domande sui personaggi della trilogia insieme alla lotta interiore che li contraddistingue contro i limiti personali giganteschi, ha un nome: Una battaglia per la verità. Sarà una battaglia contro il crimine e per la verità che muoverà un paraplegico, tale è il protagonista del Collezionista di ossa, a sfidare i suoi limiti corporei e andare oltre con la forza dell'intuito e della razionalità. 

Nei miei libri, dice Deaver,  sarà come andare sulle montagne russe, mano a mano che leggerete l'idea che vi sarete fatti cambierà, così come cambia la visione di questi quadri man mano vi allontanate. Presi dalla lettura non vi accorgerete di trovarvi a Milano mentre avreste dovuto essere a Salerno, ed è stato il treno della lettura a rapirvi. 
Un mio libro è come una piramide, lo costruisco come un architetto costruisce una trave, l'architrave e poi tutto il palazzo, mi documento per mesi e mesi, non improvviso. E qui differenzia il giornalismo ed il blogger, questa strana figura che sembra giornalismo e non lo è, non possedendo un codice di riferimento, etico, tale da impedire che possa dire una bufala. Ci sono vari livelli di controllo nella professione del giornalista, nessuno nel fare il blogger. Infatti in un altro suo libro parla della disonestà del blogger, della facilità con cui si può essere disonesti .Tesi da me sempre sostenuta. Ne sono veramente convinta. E dopo aver detto che lui era un ragazzo sfigato, visto che non era interessato allo sport e leggeva come sua unica occupazione da Holmes a James Bond di Fleming, riprende a dire che solo grandi lettori scriveranno e scriveranno. E nel bel ricordo di Giorgio Faletti a Roma che gli consegna un foglietto con un suo ritratto perfetto, fatto in cinque minuti si chiude una serata che non finirà in ascensore... 

Perché non sono una blogger

Blogger  Termine inglese ed io sono italiana
Blogger colui o colei che scrive su un blog
ed io scrivo con penna e foglio, poi trascrivo, 
sul web trascrivo per non intasare casa-
Che già è invasa.
Blog vuol dire Diario ed io un diario non ho.
Io faccio pezzi e non post, i post li lascio alla posta, alla scrittura delle adunanze, dei comitati, delle cordate.
mi trovo un blog da Trollipp, cioè da troll quale io fui, senza colpa però.
Comunque 
Blogger non ha nessuna qualità se non quella di stuzzicare la curiosità
Blogger possiamo esserlo tutti
Tutti, nessuno escluso
Io invece sono per situazioni uniche, solitarie, non di gruppi, collettivi, cooperative e associazioni. 
Io sono per invenzione, fantasia e personaggi.
Blogger che personaggio è? Nulla
Un nulla. Certo può avere milioni di click come Grillo, Parlante o meno, ma basta un soffio e blogger non più. Morto e sepolto quel bel blog che vi piaceva tanto.   
Invece io sono un personaggio ed il personaggio non muore.

Luca Gallo Come l'insalata sotto la neve

Seconda lettura più bella della prima. Ne farò una terza lettura e poi vorrei parlare di questo libro per ogni luogo. Un libro di esordio nella narrativa  di Luca Gallo. Una fiaba su una infanzia al confine con l'adolescenza, sul limitare del bosco adulto che ci rapirà con le sue paturnie e remissività, con la violenza ed il servilismo. Qui siamo ancora nel momento in cui l'insalata sta sotto la neve e si aspetterà la primavera del risveglio. Stranamente i miei libri che fanno amicizia tra loro hanno presentato Peter Cameron " Un giorno questo dolore ti sarà utile" a Luca Gallo, ed insieme i due autori intrattengono ora un loro dialogo su l'insalata parigina, lattuga, che James prende al teatro-ristorante pag 106. James è quasi diciottenne e Gembier, protagonista dell'insalata sotto la neve, è dodici tredicenne... una delle età che ognuno di noi ricorda di più, eppure i due ragazzi sembrano intendersi.
Bellissima storia, quella di Gembier e Tari, suo fratello, con il nome di due composti, un tannino e via, storia ambientata in conceria, in una casa improbabile eppure realissima, in un interno domestico che mi ha riportato anche alla storia di Crocifisso Dentello, altro autore con talento originale,  che esordirà a metà Novembre. 
Libro che sarebbe ideale per i ragazzi e per gli adulti, che vedrei messo in scena, con riduzione teatrale, libro di già con uno stile e un ritmo personale e godibile nella lettura. E questa è letteratura... direbbe Javier Marìas, uno dei segreti della letteratura è immaginare il fatto come se fosse accaduto davvero, in uno stato di coma, di velo, che poi sarebbe il velo della fantasia, aggiungo io,  con le tante letture che ci hanno permesso il riconoscere la qualità nel mare immenso delle pubblicazioni. Mi sono così coinvolta nella lettura che ho preso la rosellina inglese al profumo di limone, raccolta e poggiata sul libro stamani, e l'ho messa nelle pagine, con un gesto antico, risalente ai miei tredici anni, ed il tutto con il peso del rosso dizionario Zanichelli trasformerà la mia rosa nel fossile del ricordo.

giovedì 22 ottobre 2015

Lamezia Summertine 2015 Teatroltre Vetrina Teatro Ragazzi

Giovanna Villella, responsabile dell'Ufficio stampa, illustra stamane alle autorità preposte allo spettacolo ed alla cultura, ed ai giornalisti della stampa ufficiale e non, il programma di Teatroltre che inizierà domani mattina, ore 10 al teatro comunale "Grandinetti"
Lamezia Summertine è il contenitore di una serie di progetti che, presentati alla regione Calabria, hanno avuto il via e la fattibilità sul territorio. 
La rassegna che inizierà domani riguarda il teatro ragazzi ed è un momento di grande partecipazione per famiglie allargate, con pubblico numerose e fanciulli festanti. Da oltre trenta anni io seguo queste giornate che,  nel tempo, si svolgevano per una settimana di fila, una immersione nel teatro e  mi auguro possa risuccedere. 
Ascolto perciò con grande attenzione le parole di Giovanna e desidererei che  fossero recepite dai due amministratori della cosa pubblica che, catapultati dai loro mille problemi in un mondo oltre, un mondo non loro, dovranno far collegare le richieste ad iter burocratici farraginosi.



Intanto ci auguriamo tutti, sta dicendo Pierpaolo Bonaccurso, che entro il 4 Novembre, giorno dell'unità nazionale e delle forze armate e giorno della scadenza del bando, possa essere già inoltrata dal Comune la domanda  per far in modo che Lamezia Terme abbia un teatro ragazzi abitato, affidato ad una compagnia teatrale già consolidata  da oltre 15 laboratori teatrali nelle scuole.
Domani inizierà la rassegna la compagnia Dracma e Andrea Naso, responsabile e attore, ci parla di re Artù, di come sia importante educare i ragazzi, i bimbi ed insieme gli adulti, alla semplicità del cibo genuino, alla semplicità dei giochi e dei racconti su quella tavola rotonda della compagnia uccisa e annegata nei Centri Commerciali, dove vengono liberati i piccoli a pascolare compleanni e domeniche. 
Liberiamo il teatro, per strade vicoli e palazzi, sta dicendo Piero Bonaccurso, il capocomico, colui che crede, da una vita, possibile far vivere centri storici con piroette e grancasse, con rappresentazioni di strada e musica, colori. Da quaranta anni lui vive il teatro e non ha nessuna intenzione di vivere altro. Una bellissima opportunità quindi ha Lamezia, luogo fertile di idee e suggestioni, già residenza teatrale e nella storia che continua Evviva  il teatro che potrà farci conoscere come Lamezia Teatro Abitato da "tout le monde"!

La Testimonianza di Lorenzo Raffaini

"Amo troppo la vita per riuscire a viverla" In televisione 15 Dicembre 2013 Masterpiece: ore 23.28.
 Lorenzo ha scritto 'Amo troppo la vita per riuscire a viverla'. Legge un piccolo pezzo del suo libro che parla e racconta il dramma della droga. E dichiara: "Questa è la mia storia". Promosso a pieni voti da tutti e tre... poi continuo.
Io non ho mai visto Masterpiece, non vedo la televisione da oltre venti anni. Intanto Lorenzo va  dalla televisione alla carta stampata.
"Questo romanzo è opera della fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e
avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o, se reali, sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale."
Così sta scritto nella pagina bianca dei Tascabili Bompiani prima edizione di aprile 2015 ma già Andrea De Carlo, scrittore che firma la prefazione del libro, sconfessa quella dicitura "Amo troppo la vita per riuscire a viverla è troppo vero per essere un romanzo, troppo ricco di implicazioni per essere una memoria personale. È una testimonianza diretta, bruciante, che in certe parti si può leggere come una confessione, in altre come un’avventura." E poi anche l'autore sconfessa e dedica la testimonianza "Ai miei figli, con l’augurio di essere felici e di non vivere mai le mie disavventure"
Quindi anche se qualcosa viene inventato per rendere più narrazione un continuo di fatti, sappiamo che questi sono gli avvenimenti accaduti a chi scrive, a Lorenzo cioè.
Lorenzo che ha deciso di raccontare spinto da una necessità interiore e ora può dire " Cercherò di vivere tutto con molta semplicità, di godere al meglio quello che ho. La mia speranza è un po’ come l’orizzonte: una linea lontana e vaga che non ti illude più di tanto ma che ti invoglia ad andare avanti, passo dopo passo"
Lorenzo che ora va nelle scuole a testimoniare quanto sia facile cadere nella trappola delle droghe, quanto siano facili i luoghi dove procurare o vendere droghe, come sia facile imparare tutti i meccanismi per non essere puniti... Una facilità pazzesca che ci preoccupa. Preoccupa anche lui, ora miracolato da una serie di incontri, da una serie di situazioni che lo hanno sollevato dall'inferno e lo hanno redento dalla droga e dai suoi meccanismi perversi. Una necessità che Lorenzo ha sentito e raccontato e che continuerà a raccontare agli studenti, nei luoghi dello sport, e perché no, negli istituti di rieducazione, nelle aule del parlamento italiano,  per  questo bel senso civico che gli fa onore. Così come gli fa onore quel confessare ad inizio del suo scrivere come in effetti non sia facile scrivere. 
"Scrivere un libro per uno come me, abbastanza ignorante
dell’italiano, ho studiato solo fino alla terza media, non è
stato certamente facile. Come in molte cose della vita, serve
costanza e buona volontà. Il mio non vuole essere un saperne
più degli altri, è un percorso interiore che ho vissuto,
una crescita che mi ha permesso di sbarazzarmi dei grossi
problemi in cui si era invischiata la mia vita. Una crescita
che spero continuerà, dato che l’entusiasmo e la fame di
apprendere aumentano con l’andare avanti degli anni, e almeno
fino a quando il cervello mi sosterrà avrò qualcosa da
imparare, perché anche da vecchi e da saggi si continua a
sbagliare. I miei errori sono stati gli insegnanti migliori, e
ora mi permettono di provare a commetterne il meno possibile,
o almeno a non ripeterli."

martedì 20 ottobre 2015

Favola e fiaba ne Il Saltozoppo di Gioacchino Criaco

C'era una volta un castello fatato, un grande mago l'aveva creato per noi, comincia così il canto "La nostra favola" di Jimmy Fontana e comincia così Il saltozoppo, favola e fiaba di Criaco, narrata affinché noi possiamo trarne una morale, un insegnamento. Narrata con l'artificio della fiaba per offrire quella luce e quel futuro che ognuno si augura lieto anche dopo aver sgominato mostri e truppe sanguinarie, affrontato ostacoli e subito prepotenze. Il bene vince, così nelle fiabe come nella scrittura, come consolazione, come desiderio e seme che germoglierà.
Leggo Il Saltozoppo e guardo il mare Ionio  steso su un litorale lunghissimo, ora tappezzato di case su case.
Leggo e vado  da Pietragrande a Riace e poi giù Locri, Siderno...
La Locride e le sue faglie, i suoi calanchi che scendono giù, le fiumare. La fiumara  Allaro. Tra il 1951 e il 1953 la fiumara esonda creando enormi disastri al comune di Caulonia. Una terra che cambia e  balla con una gamba sola, nella storia degli uomini che se la contendono.
In questo luogo tessono le Parche i destini di noi uomini in cerca di spazio. Qui come antiche figure mitologiche stanno ai loro telai le nonne, ed insieme una matriarca, zia Tuzza, quasi mummificata viene issata su un trono per la festa di san Silvestro. Qui si tesse con colori sgargianti il corredo, il tovagliato con cui allietare banchetti, asciugamani e damaschi da esporre al balcone al passare della sera nella festa del santo. Qui ci stanno famiglie che si odiano per un pezzo di terra che sparisce in una sola spazzata del torrente. Terra difficile. Alluvionata, sia morfologicamente che nell'anima dei suoi abitanti sempre in costante all'erta contro un nemico a cui piantare uno sparo uno sputo una maledizione. 
Eppure come nella fiaba di Propp i suoi elementi si mescolano ed il bene ha un volto  consegnato ad Agnese dalle donne che intrecciano i fili  "Lana, seta, canapa, ginestra... la stanza dei telai era un composto di profumi: filati e colori che si mischiavano nell'aria per dare a quel posto un sentore che era solo il nostro. Di donna. Lì dentro avevo saputo e capito tante cose. Lì, le parole delle donne si intrecciavano, costruendo una scala di corda che si arrampicava attraverso gli anni passati, risaliva il tempo di decenni e poi di secoli." e la nonna le dice " Il tempo si ingrigisce e io uso colori sgargianti. E più fuori diventa nero, più qua dentro noi uniamo trame colorate, vive, a orditi pallidi."
C'era una volta in un paese fatato, c'era una volta un bambino dal nome straniero, Julien, e tutti i Julien della letteratura ci sorridono affettuosi, e questo bimbo va alla festa del paese "Durante il ballo si rompevano le convenzioni, cadevano i divieti. Io mi misi in coda, dietro a tanti ragazzini, per toccare l'ernia  di don Nino Codispoti, di cui si diceva che la suonasse come una zampogna"
Julien che si rifiuta di sparare ad una bottiglia di vetro, Julien che confessa " vidi le cose per come erano: avevo sempre saputo cos'era la peste, e dopo un po' avevo intuito che mio padre era uno degli untori" Julien che era un campione del saltozoppo  "piego la gamba destra dietro la schiena e saltello fino all'uscita sulla sinistra"  
"Quattro salti, è la lunghezza del mio passaggio. Me ne bastano tre per coprirne la larghezza. Mentre ce ne vorrebbero più di dieci per scalarlo, ma non servirebbe a nulla, il cielo non potrei toccarlo..." 
Qui e lì gli avverbi di luogo più usati da me per collocare luoghi e spazi che vanno poi dirigendosi verso Milano alla fermata di Porta Vittoria e la fiaba diventa un thriller per poi ritornare al funerale di zia Tuzza.
 "Per sapere i fatti è necessario ascoltare le donne, unici testi attendibili delle storie familiari per come davvero si sono svolte. Presenze mute che interpretano le assenze, lavano i panni sporchi di sangue e riescono ad ascoltare e interrogare persino i morti. La verità e il cambiamento sono affidati a loro."
Agnese dolce Agnese con la musica di Ivan Graziani
Io penso ad un barcone 
rovesciato al sole 
in un giorno in pieno agosto 
le biciclette in riva al mare 
Agnese mi parlava 
della sabbia infuocata 
ed io non so perché 
non l'ho dimenticata. 
e poi Agnese Therrime e la sua passione per la tessitura ci riporta alla storia. Una coltivazione di gelsi bianchi 

 "La Calabria è una terra strana, sospesa tra passato e presente. La sua lingua non contiene il futuro dei verbi, il domani è affidato al destino." E io riprendo il racconto delle nonne. L'elastico che ci tiene in vita. 

sabato 17 ottobre 2015

Massimo Cacciari a Vibo. " Perché Leggere?"

Perché leggere? Risposta: Per capire.
Capio-prendere-comprendere.
Comincio dalla fine una lezione iniziata con la doppia etimologia della parola leggere, nel suo significato greco e latino. Dalla radice leg,  è Logos parola, linguaggio, in greco, in latino leg lego raccolgo, metto insieme. 
E nel primo frammento di Eraclito questo logos è armonia, ciò che armonizza facendo in modo che abbiano un senso ed un significato le parole.
Come in un prato raccogliamo e scegliamo i fiori armonizzandoli secondo colore e forma e profumo per ottenere piacere e bellezza così chi legge raccoglie la lettura, il mazzo di fiori, parole, per il piacere di capire. 
Nel VII e VI secolo si ha il passaggio dall'oralità alla scrittura. Omero. Nella trasformazione del linguaggio in segni, dalla parola viva alla lettura, la parola scritta.
Ci furono molte resistenze, allora, verso la scrittura, considerata la causa della perdita della memoria.
Fino a quel tempo tutto veniva tramandato oralmente ed imparato a memoria. Si veneravano le Muse e Mnemosine.
Ma nel passaggio dalla fase orale dell'umanità alla fase scritta la parola era muta, senza suono, senza dialogo.
Vico studiò le fasi del passaggio in cui nella scrittura si deposita il significato della raccolta dei segni razionali, per far capire razionalmente quello che era stato un turbamento del sentire: Ciò che sta a cuore. 
C'è una storia dietro lo scritto, da leggere ad alta voce anche da soli, per ridare voce al testo; Da Eraclito a Parmenide, a Sant'Agostino che leggeva a voce alta da solo, a Cicerone e Quintiliano, la nascita della retorica. 
Uno scritto deve seguire regole sintattiche e grammaticali, deve essere senza errori di forma ma poi bisogna trovare un argomento e svilupparlo con fantasia, con originalità. 
Prima di scrivere bisogna immaginare, in un rapporto intersoggettivo fra chi scrive e chi leggerà. 
Una relazione fra umani.

La lingua è anche un corpo che parla, è fatta di gesti, di suoni, di musica, di ritmo.
La scrittura è metrica. Poesia.
Ogni lingua ha la sua poesia che fonda, ricorda e riconosce. Dobbiamo capire. 
La ricerca del nostro leggere e scrivere è capire.
Capire la complessità in cui viviamo, i processi storici e l'idea che ci sostiene.
Il linguaggio e l'idea sono indiscindibili per domandarci sempre noi davanti ad un nostro interlocutore: chi sei? come ti chiami? quale linguaggio adoperi?
La domanda è già una risposta.
Il chiedersi. 
Ecco perché leggere e, aggiungerei io, studiare
Ippolita Luzzo   

venerdì 16 ottobre 2015

Antonio Bux- Un Luogo Neutrale

Ho conosciuto Antonio Bux, in un social, che lui chiama Un Luogo Neutrale, fra i commenti ad altri libri lui mi era simpaticissimo. Mi ha mandato subito le sue poesie ed io, stronza, ho risposto:-Eh, No. Scriverò di Sannelli, è bravissimo-
Invece di mandarmi a quel paese, confermò che Sannelli molto bravo è conquistandomi. Da allora presi a leggere tutte le sue poesie ed i suoi post sorridendo oppure riflettendo e mi sono comprata Un Luogo Neutrale di Antonio con convinzione. Eccolo qui con me questo luogo, che nessun luogo neutrale è, caro Antonio, anche qui nella virtualità siamo sempre tali e quali alla realtà. Forse ancora più nudi.
Ti leggo dal mio "Limite Urbano" quando usciamo siamo costretti 
e la casa che diventa ago, La dura terra è tutta la vita che hai, la via d'entrata/ è riconoscersi pietra... Scrivo i tuoi versi in corsivo ricordando la tua insistenza su facebook affinché vengano comprati i tuoi libri, affinché vengano comprati i libri dei poeti che meritano, come la goccia che scava la pietra tu, esattamente come diceva a me mio nonno quando volevo duecento lire per comprarmi un burattino di legno, il mio Pinocchio. Insistevamo certi delle nostre necessità come quel poeta Emilio Villa che scriveva con il becco sui sassi. 
 Come trappola usavamo/un libro smangiucchiato/di un certo Emilio Villa;/mio nonno diceva fosse/un poeta,e spesso ripeteva:/è uno di quelli già morti/ in vita,che scrivono sui sassi con il becco. 
Il sasso ritorna da Sciascia a noi, non si può cavar sangue dalle pietre, eppure noi possiamo lanciarlo questo sasso 
Pochi sanno come sia prossimo l'alto significato. guardare, non toccare, l'artificio del dubbio, e finalmente spegnersi sempre.

Le Tue parole sono migliori di te

Le tasche piene d'incoscienza, l'oro sono venuti a rubarti nelle tasche/
Sono venuti a rubarci il sereno, sono/ gli stessi che ti tendono la mano, a dirti/ ora nessuno si salva da solo, e a darti/ poi qualunque veleno, la stessa sostanza così/ simile all'oro, crescila in te più lontano dove/ è l'azzurro del cielo che ti apre la mano.

Leggere le poesie di Antonio Bux è salire una scaletta e poi guardare il mondo poetico dal piolo che ognuno di noi riesce a guadagnarsi. Il piolo della quotidianità, con la sua lavatrice dove con  lui nel sogno nuotavamo, il piolo della logica di certi discorsi, il piolo delle stagioni, del vento e della neve che mutano a secondo di quello che sentiva l'orecchio.
Un dialogo fatto con geometrica continuità, con insistenza caparbia, per far ben intendere che poi non è facilità, non è comodità ma una spinta interiore che ti costringe a usare parole per dire che è molto tempo che non riesco più a vivere.
Con uno stile irriverente e suo, lui ci invoglia a sapere. 
"Non resta che sapere. Scrivere poesie fa solitudine. Sapere che la solitudine col tempo diventa una mano e prende a schiaffi il silenzio e poi" Leggetelo. Ho volutamente messo in prosa i suoi versi che divagano nella metrica non seguendo nessun schema se non un periodare spezzato per sottolineare la sdrucciolevole strada del pensiero. Una strada segnata dai tanti sassolini che si uniranno per formare la via, la verità ed il verbo.
Con grande piacevolezza ed affetto auguro ad Antonio una occasione. Dall'autografo bianco 


giovedì 15 ottobre 2015

Umberto Galimberti a Palazzo Gagliardi

Accovacciata ad ascoltare Umberto Galimberti

“L’uomo nell'età della tecnica” la lectio magistralis che tiene il professore Umberto Galimberti al Tropea Festival Leggere&Scrivere questa sera di mercoledì comincia nella corsa ai posti già occupati dalla precedente conferenza. Come possano ascoltare una lezione dietro l’altra rimarrà per me un mistero rimanendo io sempre imbevuta tanto da qualsivoglia unica lezione da non poter aver spazio per altra.
Comunque i posti non ci sono ed io benché avrei due o tre requisiti per aver diritto al posto mi siedo per terra, beatamente. Nell'era della tecnica è la nuda terra, il pavimento, l’unica certezza del futuro. Penna e foglio dunque e canticchiando Baglioni” accoccolata ad ascoltar l’Umberto” dunque e dunque comincia con un dunque  la presentatrice in azzurro polvere e tacchi 35 sottilissimi e domanda all'ospite se “riusciremo ad abbracciare la nostra fisionomia”.
La risposta soffia nel vento e seguiamo la storia del pensiero filosofico fin dal suo primo domandarsi chi noi siamo. Intanto quello che non siamo. L’uomo non è un animale perché non ha istinti. L’animale si muove per istinti, l’uomo ha differito la soddisfazione degli istinti, li controlla e li sublima. Rispetto all'animale, nel suo rapporto con la natura, è un essere mancante, scoordinato, ha quindi bisogno di inventare nuovi strumenti per soddisfare i suoi bisogni e dominare la natura. Nella categoria della necessità deve coprirsi per proteggersi dal freddo, deve procurarsi  i cibi per nutrirsi e conservarli per i periodi di carestia, deve occuparsi di una prole per molto tempo non autonoma.
Nel Prometeo incatenato di Eschilo la lotta degli uomini per affrancarsi dalla necessità, il dono del fuoco per illuminare le notti buie è stato  pagato da Prometeo con la punizione divina. Ho sempre iniziato così le mie lezioni di storia facendo imparare ai ragazzi i versi di questa tragedia. L’uomo che lotta, il preveggente che dona la vista, e poi la storia, la scrittura che racconta.
Natura e tecnica continua Galimberti passando per Socrate e Platone, e dalla Bibbia dove la natura viene consegnata da Dio all'uomo.
Bacone e poi la nascita della scienza moderna con il metodo di Galileo, una ipotesi, faccio un esperimento e poi verifico. La rivoluzione copernicana. “L’uomo non è più uno scolaretto della natura ma la obbliga e diventa padrone e protettore del mondo. Dopo due secoli avremo l’universo tecnico di Hegel e il pieno possesso degli strumenti con una modifica sostanziale del paesaggio perché quando un fenomeno aumenta troppo il paesaggio cambia. Cambiano i rapporti e nel mondo umano il denaro da mezzo diventa un dio. Il denaro come fine dice Marx e la tecnica da mezzo diventa fine.
Se il mezzo diventa fine tutti gli scopi diventano nulli e se oggi l’economia ed il mercato sembrano che siano il fine e se la tecnica sia il fine tutto finisce, argomenta amaro Galimberti ricordando che la democrazia, parola dimenticata e utopica, non è andare a votare ma creare per tutti le stesse opportunità.

“L’età della tecnica è iniziata col nazismo, quando importante era saper fare il compito che era stato assegnato senza badare al contenuto. La tecnica ti chiede solo di ubbidire all'apparato, ti fa servo.”  Servi io ho sempre pensato dei  tecnici e di chi si fa schermo di questa parola per non avere responsabilità, per rigettare le responsabilità che abbiamo.  La tecnica uccide il pensiero alternativo, vorrebbe. La scienza invece ricerca in continuazione, lo scienziato non sa lo scopo che ha la sua ricerca, e lui ci racconta di sua moglie, morta nel 2008, che ricercò per anni una molecola e poi confessò che non sapeva a cosa sarebbe servita ma la conoscenza servirà sicuramente, perché conoscere ci rende liberi, liberi di cercare.  Ora siamo tutti con un cellulare in mano, conclude Galimberti, non si percepisce la distanza e la prospettiva, ed anche l’arte è asservita ad un mercato che ingloba il pensiero creativo distorcendolo a pura fruizione. Oggi funziona solo l’utilità. Conclusione amarissima e pur nella sua verità procura in noi la ribellione ad un mondo che vorremmo ancora a misura d’uomo e non di tecnica. 

Il secchio e l'acqua al Marca- Michele Tarzia

Sabato 10 Ottobre al Marca di Catanzaro per la Giornata del Contemporaneo Rassegna di Video Arte con opere di Bianco-Valente, Coniglioviola, Con.Tatto, Corpicrudi, Mocellin-Pellegrini, movimentomilc
L'arte concentrata in pochi attimi e ti ho detto tutto, avrebbe esclamato Totò.  In pochi filmati un concetto che  arriva con fotogrammi contati. Scendiamo a vedere il video dopo essere stati ai piani superiori dove i quadri appesi alle pareti stavano. Fermi. E il gioco consisteva  nell'interpretazione diversa che alcuni allievi dell'accademia avevano riprodotto ed in una improbabile installazione di un albero della cuccagna desolante e da pilone autostradale più che da fruizione estetica.  
Intanto  incontro  un caro amico  e nella felicità del rivederci  conosco Michele, coautore di movimentomilc, uno dei video che vedremo.  Scambiamo poche frasi e 

Le prime immagini che ci vengono incontro, camminano imbavagliata lei e cieco lui, fino a scomparire dopo essersi tolti, l'un l'altro, il bavaglio e la fascia  sugli occhi
 lei  mima un urlo.
Gli appunti mi riportano a momenti di grande commozione. Lui e Lei che strappano uno la pelle dal viso dell'altro, la tirano e la tolgono dal viso, e delicatamente tolgono i residui della sovrastruttura lasciando il viso pulito.
La medusa con nel suo corpo trasparente la forma di un uomo ed un mare che risuona straziato i rumori dei tanti lamenti di corpi annegati. Nel terribile mondo della migrazione. Il dramma.
Appena fuori di casa mi misi a correre... comincia a scrivere così dal diario a Mario e continua a scrivere parole e parole sulle parole quella penna che va sullo stesso foglio, sulla stessa pagina "Il mare non bagna Napoli" di Anna Maria Ortese, "Figli di un Dio Minore"di Massimo De Cataldo  e via via fino a che il foglio diventa nero.
Poi appare lei, la nuvola di Michele. Non sappiamo se è una nuvola oppure un secchio. Se lo domandano i due filosofi Locke e Leibniz. per Leibniz è un secchio.  Il secchio è la sostanza? domanda Locke e Leibniz afferma che esiste. E qual è la sostanza del secchio? L'acqua, risponde Leibniz... un domandarsi su forma e contenuto che riporta Locke a dire" potremmo ricominciare daccapo il dialogo...
così come io vorrei ricominciare daccapo il dialogo con Michele, medium di un'arte che invade il campo e chiede il sacrificio della scontentezza... per continuare a domandarsi e a conoscere la bellezza della comunicazione pur nella difficoltà dei corpi. 
"Ritratti e Méduses" che dal Marca sono andati  al Tropea Festival Leggere&Scrivere il 13 Ottobre

martedì 13 ottobre 2015

Leggere per vivere. Come un raggio di sole

Leggere per vivere
Fra le funzioni fisiologiche necessarie al vivere Leggere non viene citata.
Grave dimenticanza è. Mangiare, dormire, respirare, eliminare le scorie, e bere, bere acqua, l’acqua fa bene,  e poi leggere no?
E a che ci servono quelle funzioni se non per leggere? Mi sono spesso fatta questa domanda  io facendo del leggere una delle pochissime funzioni piacevoli per il  mio organismo.
Voi mi direte che Leggere è stata una conquista recente nella storia. Leggevano pochissimi fino al secolo scorso, leggono ancora pochissimi in questa nostra epoca bombardata di immagini senza riflessioni, al tempo degli analfabeti funzionali e che costoro vivono lo stesso? Vero. Ma
“ analfabetismo funzionale si designa l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Quando si è analfabeti, non si è per nulla in grado di leggere o scrivere, vero? Quanti si facevano leggere le lettere, una volta! In contrasto, chi è funzionalmente analfabeta ha una padronanza di una base dell'alfabetizzazione (leggere e scrivere testi nella sua lingua nativa), ma con un grado variabile di correttezza grammaticale e di stile. In breve, quando sono posti di fronte a materiali stampati, gli adulti funzionalmente analfabeti  non possono svolgere  compiti fondamentali come riempire una domanda d'impiego, capire un contratto vincolante, seguire istruzioni scritte, leggere un articolo di giornale, leggere i segnali stradali, consultare un dizionario o comprendere l'orario di un autobus. E non dovrebbero votare!”
Quindi Leggere è ancora una azione di lusso, in dote a pochi che sanno cosa leggono, che comprendono il testo scritto, che sia una lettera oppure un divieto, una ordinanza oppure un bugiardino sulla scatola di un medicinale.
Leggere è una azione visiva ed immaginativa. Vediamo scorrere sotto i nostri occhi parole legate in frasi, in periodi, in costrutti lessicali e intanto noi costruiamo con quella lettura immagini, situazioni e paesaggi come registi.
Ognuno di noi è il regista del testo che sta leggendo.  Sappiamo così bene dirigere e dare le parti ad attori che, spesso, il nostro film è sempre più bello di quello che vediamo al cinema, quando il romanzo letto viene portato sullo schermo.
Viviamo poi il testo, leggere un fumetto, Superman e siamo noi, Superman, immedesimazione, altra splendida attività della lettura.
Regia, sceneggiatura e poi interpretazione. Chi di noi non è stato Tex, oppure Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio?
Nella storia infinita, romanzo per ragazzi  di Michael Ende, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, il protagonista è  un bambino del mondo reale, Bastiano Baldassarre Bucci, che, leggendo un libro sul Regno di Fantasia, si ritrova progressivamente coinvolto negli eventi del racconto. Diventato anche lui parte di Fantàsia, Bastiano aiuta Atreiu, giovane guerriero del mondo della fantasia  nel tentativo di salvare il regno e dovrà infine trovare un modo per ritornare nel mondo reale.
Stiamo infatti tutti nei romanzi che ci rapiscono. Non tutti i romanzi posseggono questa magia. Solo i libri magici come Il libro selvaggio di Juan Villoro…
Un mondo che non avremmo conosciuto mai se non lo avessimo letto! Sia nella forma narrativa che in testi Geografici, L’atlante, sfogliato e risfogliato, Testi scientifici, la cellula, Testi naturalistici, i Fiori, La fauna. Libri e giornali, Fumetti e settimana enigmistica. Testi di ogni formato. Il grande libro della matematica, dei numeri, dei triangoli, dell’architettura. E sopra tutti  il Dizionario. Non si può fare a meno di leggere il dizionario
Come sarebbe stata povera, piatta ed inutile la nostra vita se non fosse stata sollevata dal quotidiano e trasportata nel mondo della conoscenza e della lettura! Quale noia sovrumana ci avrebbe afflitto per giorni e giorni se non avessimo avuto in mano I ragazzi della via Paal nella nostra infanzia? Con quale libro avremmo lenito i nostri mugugni, le incomprensioni e le ingiustizie subite nell'adolescenza? Come avremmo immaginato il nostro amore se prima non lo avevamo letto? E come avremmo vinto la pigrizia di metterci in gioco se Oblomov non ci avesse ammonito che avremmo perso tutto restando immobili a fantasticare?
E di cosa potremmo parlare con gli altri se non delle letture fatte? Siamo tutti ignoranti delle letture che ha fatto un altro! Ed ogni volta, spesso, che una persona mi parla di un libro che io non ho letto, sento una mancanza, una terribile povertà, e mi ripropongo che dovrò conoscere quel libro, quell'autore. Impresa sovrumana perché non si può esaurire la conoscenza degli innumerevoli romanzi.
Comunque una conversazione sempre viva rimane…
Beh certo, alcuni parlano di pettegolezzi, magari così per distrarsi, ma a me annoia sapere le corna, oppure le malattie, oppure se ha cambiato auto tizia o caio, invece voglio sapere cosa legge, se le è piaciuto e perché, fosse anche un semplice giornale oppure un trafiletto. Che poi io adoro le cartoline di Barbato, La Stanza di Montanelli, La bustina di Minerva…
 Una volta ho scritto che Io non saprei immaginare la mia vita senza leggere. Senza scrivere invece posso. Senza leggere impossibile.
 Mi ha risposto Martin Angioni  così: Tutti lo dicono. Me lo disse la prima volta Saverio Vertone nel 1985. Poi l'ho sentito ripetere non so quante volte... è così per tanti
Io ribattei: Per tanti che abbiamo trascorso i nostri giorni leggendo, questo sì. Diciamo di aver casa invasa di libri, letto invaso, comodini con cataste di libri. Vero è
Ho una concezione animistica della lettura, come azione vivente. Quindi per me i libri vivono, parlano, si muovono e si spostano per incontrarsi tra di loro. Non parliamo poi dei personaggi! Escono dal libro e si siedono al tavolo affollato senza commissione nelle commissioni per gli affari zoppi del senato. Un tavolo molto chiacchierato
Leggere è vivere perché  relazione è. Scrissi due versi per dirlo
Ti presto un libro/La lettura musicale della relazione con tutti voi, con tutti loro, con i miei simili./Una avventura da osare insieme/la lettura/poi scherzarci su, chiacchierarci su, ridere e mescolare fatti miei fatti suoi fatti vostri/Ti presto un libro... me lo restituirai?/A volte no, a volte sì./Lo ricomprerò./Uno spartito musicale che sarà suonato da me e da tanti su tasti di pianoforti/ di pianole/di pc/uno spartito suonato suonato suonato/stonato o meno/che melodicamente intreccia e intesse cori antichi a moderni lai/scrivendo scrivendo piccine invidie e desueti languori./C'è chi si relaziona  agli altri con un portafoglio, chi si relaziona con un palazzo, con un gelato/io con un libro/tramite e passaporto verso il tuo mondo, il vostro mondo/il mondo delle frasi fatte e rifatte con il Perlana... sempre nuove!
Dopo tante letture
Una volta tentai di scrivere la biografia di uno scrittore, avevo letto tanti suoi racconti inediti e nella parte conclusiva io stessa argomentavo quello che dicono tanti e cioè che leggere è vivere, scrivere vien dopo, dopo la lettura. Chi non legge come fa a scrivere?
Una biografia di un scrittore, un tentativo di tracciare  le suggestioni che lo hanno spinto a scrivere - l’amato Baudelaire il canto eterno del viaggio, dell’andare per vedere, il canto di Ulisse, il canto errante  di tutti noi  sperduti  con gli occhi nell'immensità. Baudelaire - Goethe, il mio doppio, lo stesso cielo, immodesta ma dico  immodestamente lo stesso sentire-la ricerca dell’assoluto nella molteplicità dei rapporti - Pirandello –Uno, nessuno e centomila -a ciascuno il  suo
Montagne, scaffali, tavoli di libri, sfogliati, amati, prestati, perduti.
Libri che faranno altri libri, che si moltiplicheranno, perché  sono cresciuti  in noi e vorranno vivere  prepotentemente. Come il soffio vitale  si fa largo anche nella costrizione.
Come un raggio di sole .


lunedì 12 ottobre 2015

Il corpo di Vacchi

Il corpo di Gianluca Vacchi  Imprenditore italiano Nel 2016 pubblica la sua biografia in un libro edito da Mondadori, dal titolo "Enjoy".
DATA DI NASCITA Sabato 5 agosto 1967 LUOGO DI NASCITA
Bologna, Italia SEGNO ZODIACALE Leone ETÀ 50 anni Ha più di 8 milioni di follower su Instagram e oltre 1 milione e 300mila fan su Facebook.
Spostare sul corpo ogni pubblicità e articolo di giornale, ogni allusione e ogni discussione allontana tutti dall'esercizio mentale del pensiero. Così chiusi su un corpo che eccita o disgusta, su un corpo esposto e venduto, pesato e oleato, velato o nudo, dimentichiamo le miserie della servitù. Eppure mai come ora che il corpo impazza siamo diventati più bigotti, più reazionari di quando il corpo era coperto con giacca e pantalone, gonna e camicetta. Un vero terribile comando sta intorno a questi tempi sguaiati: Restare a spiare il capezzolo ed il pelo, il peso e l'altezza, i gusti e un sesso a compasso, a pacco, a forfait

sabato 10 ottobre 2015

Dodici posti dove non volevo andare- Clara Cerri

Sinossi a modo mio

Dodici Posti dove non volevo andare
L'americano stanco
 Tutti gli incontri che un uomo può fare, diceva, tutta l'amicizia che può dare, tutta la musica che canta, tutte le parti di felicità che può strappare alla vita, sono cose preziose. Non si misurano e non si pesano. Se si è fortunati, si ricordano.

Via Margutta (1956)
l'idea che precede l'opera d'arte e che è pura INTUIZIONE. Solo e solamente l'intuizione conduce alla creazione artistica. Ad essa fa seguito l'ISPIRAZIONE, cioè il pensiero che interpreta l'opera e gli conferisce un significato concettuale e rappresentativo, estrinsecato nel titolo. Intuizione, ispirazione e titolo sono le tre marche irrinunciabili dell'oggetto artistico, sia dipinto che scolpito… “e scritto.”

La zanzara (1967/1993)
Mortal cosa son io, fattura umana
Tutto mi turba, un soffio sol mi abbatte
Il Tempo, che mi crea, quel mi combatte
(C. Monteverdi - G. Badoaro, Il ritorno di Ulisse in Patria, 1640)
Evviva.
Ci sono momenti della vita in cui tutte le energie sono impegnate nella sopravvivenza. Quando si arriva a dire: "Questo è come morire", non è più questione di aspettative di felicità e di vita migliore, che potrebbero essere puerili. Basta che smetta presto quella cosa che è come morire.

L'attraversamento della notte (2012)
Noi pittori si pigliamo licentia
che si pigliano i poeti et i matti
(Paolo Veronese, 1528-1588)

Intermezzo (1978) e poi Contraltare
“L’ordalia” ingoio e arriva
L’indulgenza
E poi “a che serve sapere che forse c'era un triclinio? Come farsi un impero per conto proprio. A che servono le conoscenze che non  diventano patrimonio di tutti?”

E ha continuato a dirlo, 'Tu sei come me', tutto il tempo".
Gli occhi di Clara brillano. "Fantastico. Io non credo che si possa dire qualcosa di più bello a chi si ama". Il verbo amare mi colpisce allo stomaco.
A chi cerca cose nuove è promessa un’eterna primavera.
"Lascia stare Clemente Alessandrino”
Aspetto da un momento all'altro che si prendano la mano sul tavolino di marmo e facciano un miracolo, quello che hanno chiesto senza volerlo per tutti questi anni. Il finale che ci aspettiamo da tutte le storie, che il disamore sia solo incomprensione, che si arrivi alla spiegazione che basta a spazzare via tutti gli ostacoli.

Non è per questo che si canta e si scrive musica, perché chi ascolta quei suoni si senta amato? Perché si senta toccato con tenerezza da quella mano che tanti anni fa, con tanto coraggio, si è tesa in avanti? Sembra una briciola caduta dal banchetto del mondo ma forse è quel conoscerci cui tendiamo invano per tutta la vita, noi che siamo sazi, anche quando ci lasciamo dietro le nostre storie perché qualcuno le legga e immagini un finale diverso dalla sconfitta. Infilo la mano nella borsa, sento il duro della copertina sotto le dita. Io non sono più capace di immaginare quel finale, ma qualcun altro potrebbe. Senza guardare cosa faccio, prendo il quaderno e lo appoggio al davanzale di una finestra. E mi allontano.