martedì 17 gennaio 2023

Giacomo Sartori Fisica Delle Separazioni

Scrivo questa mio pezzo ascoltando Canzone di Adriano Celentano, con in testa "quando siamo alla fine di un amore soffrirà soltanto un cuore perché l'altro se ne va" e saper gestire una separazione comporta effettivamente gli otto movimenti nei quali Giacomo Sartori scandisce le tappe di un evolversi del sentimento amoroso fra due persone.  

Il punto di vista maschile del personaggio narrante sembra a me molto più interessante  che la canzone di Shakira, in testa agli ascolti in questi giorni, in cui lei racconta il tradimento del suo compagno e la fine del loro amore, cantando al mondo tutto che lui abbia scambiato un Rolex per un Casio, in tema di orologi, o una Ferrari per una Twingo, come se fosse un'automobile l'amore che sostituisce l'altro. 

Fisica delle separazioni inizia proprio a raccontarci cosa mancherà dell'altra che va via, e invita i delusi e gli abbandonati all'arte di dimenticare. Dimenticare sembra quasi un imperativo anche se poi nei nuovi rapporti che nascono ci si ritroverà a parlare di "un amore ormai troppo lontano" e qui mi sovviene Luigi Tenco con il suo Lontano Lontano e "qualche cosa negli occhi di un altro ti farà ripensare ai miei occhi... e lontano, lontano nel mondo una sera sarai con un altro e ad un tratto, chissà come e perché ti troverai a parlargli di me di un amore ormai troppo lontano"

Fisica delle separazioni in otto movimenti sembra un libro insostituibile in momenti in cui quasi tutti siamo passati, e il terzo movimento Chi lascia chi, ci invita quasi a conoscerci "La nuda verità è che non sappiamo quasi nulla di noi stessi, e ancora meno degli enigmi viventi che incrociano o condividono il nostro percorso: compresi gli esseri che ci sono più vicini e che amiamo. Passiamo il tempo a fingere il contrario, a cercare di illuderci che conosciamo noi stessi e gli altri, e teniamo le redini della nostra esistenza, ma non è così"

Ho messo molte orecchiette a questo libro bellissimo bellissimo, e nel mentre che siamo impegnati a Diagnosticare le vere ragioni cerchiamo di monitorare le parole quelle parole che all'inizio di una relazione sono "fiumi di parole" ed alla fine diventano parole mute, che rimandano a rancori e incomprensioni "ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto" finendo con Mina che ci canta La voce del silenzio.

Giacomo Sartori nel Regno della Litweb con un libro amatissimo e non ci separeremo facilmente da lui. 

Ippolita Luzzo 

 

venerdì 13 gennaio 2023

L' avversione di Tonino per i ceci e i polacchi di Giovanni Di Marco

 


La prima edizione Baldini+Castoldi è di agosto 2022 Giovanni Di Marco L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi comincia a narrare la storia di Tonino fin dal giorno della scomparsa della madre "Avevo poco più di sette anni quando è morta mia madre. Non saprei dire chi mi portò la notizia, né come mi venne data. La dinamica di quella giornata che ha stravolto la mia esistenza è avvolta nel mistero. Del giorno del suo funerale, invece, la mia mente ha conservato ogni dettaglio. Ricordo la mattinata trascorsa a casa di Tania, in un silenzio triste, quasi irreale; il lungo corteo funebre verso la chiesa madre; le nuvole bianche e gonfie che si stagliavano all’orizzonte; l’odore nauseabondo dei crisantemi "

La notizia dell’attentato al Papa, stabilisce in quale anno ci troviamo, il 13 maggio 1981, e subito tutti parlano solo del Papa, il Papa ferito, e nessuno parlerà della mamma di Tonino morta in giovane età, nessuno la ricorderà tranne Tonino, meravigliato e addolorato da tanta indifferenza, unico lenimento per lui la compagnia di Tania "mezza tedesca e mezza siciliana: sua madre era di Monaco, suo padre di Calatafimi. Lei era nata in Germania, ma dopo la morte di sua madre si era trasferita in Sicilia col padre, don Peppuccio. Poi, in seguito al matrimonio con Alfredo, era venuta ad abitare a Castelverde." Anche lei quasi estranea al paese così come si sentiva Tonino. Poi Tania parte per la Germania in visita ai parenti e Tonino un bimbo ancora si ritrova solo, nel dolore e nella nostalgia per la perdita della mamma e poi anche di Tania. 

Nel raccontarci di Tonino, nel raccontarlo lui, voce narrante, gli anni ottanta sono i protagonisti con le trasmissioni televisive, i giochi, i fumetti, i giocatori, usi e costumi molto lontani. Nel ritornare Tania porterà un pallone a Tonino e la musica, il mangianastri. 

"Allora io in radio ascoltavo solo Tutto il calcio minuto per minuto, la domenica pomeriggio. «Tania, quanti anni hai fatto?» «Si dice compiuto, Tonì. Ne ho compiuti ventiquattro sabato scorso. Sai ballare?» Feci di no con la testa. Tania capovolse la scatola e rovesciò sul tavolo della cucina una decina di musicassette. «Ti insegno io: rock’n’roll. Ci scateniamo, Tonì. Guarda qua! The Buggles, Video Killed the Radio Star. E c’ho pure i Police, David Bowie, Madness.»" Trovo delicato e amorevole il rapporto fra Tania, che non può avere figli e Tonino che non ha più la madre e mi sembra che il racconto stia nel contrasto fra la delicatezza di sentimenti della prima parte e la violenza nella seconda parte. e lasciamo Tonino e Tania sulla spiaggia di Cefalù certi che nessuno potrà togliere quel ricordo, lasciamo Tonino a scuola e sempre più solo, nell'estatico ricordo della sua mamma e in cerca di una carezza, di un affetto. 

Certo il libro poi è una denuncia di abusi da parte del prete, certo il libro è una denuncia su come sia difficile riuscire a scappare dal ruolo di vittima, certo il libro ci chiede di essere vigili, ma non dimenticheremo che il libro è anche un chiedere attenzione su una infanzia privata dalla mamma, su un voler rapporti di amicizia e di affetto, e di chiedere per tutti quella pulizia e felicitò che Tania e Tonino ci regalano. 

Un libro nel Regno della Litweb già da agosto 2023 ricordando il farragosto a Cefalù di Tania e Tonino.

Prendo dall’intervista a Giovanni Di Marco su @Morel le voci dell’isola uno stralcio per segnalarvi questo interessante libro “Ho sempre letto molto, sin da ragazzino: fumetti, romanzi, saggi… e tempo fa mi sono imbattuto in un saggio sull’argomento di Federico Tulli, collega di Left, dal titolo “Chiesa e pedofilia”, edito da L’asino d’oro. Un libro che mi ha sconvolto e mi ha portato ad approfondire l’argomento. E più leggevo sul tema, più rimanevo turbato: dai numeri, dalle vicende, dalle migliaia di vittime sparse per il mondo, dalla mancanza di delicatezza e sensibilità da parte di chi da due millenni si erge con arroganza a guida morale dell’intera umanità; e soprattutto dal modus operandi messo in atto dalla Chiesa, emerso da documenti segreti e inchieste giornalistiche di altissimo profilo, portate avanti dal New York Times, dal Boston Globe, dall’Associated Press o dalla BBC. La Chiesa si è resa complice di reati gravissimi, negando, insabbiando, proteggendo sistematicamente i carnefici e la propria reputazione, a discapito delle vittime, abbandonate al proprio destino. Un silenzio ostinato e ingiustificato, un modo di procedere consolidato: la priorità della Chiesa era quella di non fare clamore, quindi silenzio, non collaborare con le polizie locali, pena la scomunica. Poi, se il mormorio diventava insostenibile, si procedeva a spostare il prete in questione da una parrocchia ad un’altra, favorendo ulteriori crimini, ulteriori abusi, ulteriori violenze. Mi sono spesso chiesto come si sarebbe comportato Gesù al cospetto di un minore abusato. Di certo, non come ha fatto la Chiesa di Wojtyla.”

Ippolita Luzzo