martedì 30 dicembre 2014

Libiam nei lieti calici- Giancarlo Paola







Giancarlo Paola- Melodie e racconti a Palazzo Nicotera
“Se il mio nome saper voi bramate” di Rossini
Inizia serata alla Biblioteca di Lamezia Terme, con una sorpresa, almeno per me. Sono venuta per presentazione, condotta da Salvatore D’Elia,  di un libro di Claudio Metallo, " Come una foglia al vento" e ascolto, prima,  una  piacevole voce cantare questa romanza.
Bravo- penso fra me. Giancarlo ripone educatamente chitarra e aspetta. Giovanissimo, Giancarlo è tenore,   conseguito diploma in canto nel 2013.
Modi garbati, e misurati, insieme fanciullo, perché felice. 
Felice di stare a suonare e cantare e recitare per noi, per i suoi cari, ho visto la nonna, per tutti noi che l’abbiamo applaudito, chiedendo contenti ancora un altro, dopo " La donna é mobile" " A Spuntunera" e " Mattinata".
E lui ha intonato” Libiamo ne' lieti calici” il  brindisi in tempo di valzer del primo atto della Traviata di Giuseppe Verdi
Ed è sentendo questa aria, cantata da Maria Callas, che scrivo questi miei appunti su una bellissima serata in biblioteca. Una delle più sorprendenti.
Giancarlo non è solo un bravo tenore, ma anche un fine dicitore, ha letto con voce pulita e con partecipazione, a volte ironica, a volte incuriosita, i racconti di Saverio Strati, ”Gianni e la zappa”,” Il Prete e la pioggia”, “ Il contadino e le fate” racconti scelti da lui, per dirci che nessuno deve scordare le sue origini, nessuno si mette d’accordo per un benessere generale e nessuno è felice se non si accontenta e non smette di chiedere.
Adesso ascolto ”Libiam dai lieti calici” cantata da Pavarotti, Carreras e Domingo e auguro a questo ragazzo  una carriera luminosa come l’entusiasmo  e l’amore che ha lui verso il canto.


“Se il mio nome saper voi bramate”
Solo alla fine so che lui è figlio di Elio, un carissimo uomo, anch’esso entusiasta e sempre sorridente, presenza solare nella  nostra adolescenza lontana e idealmente fiduciosa di poter creare  giustizia e  parità.
La fiducia non ci ha lasciato, malgrado ora sappiamo che non siamo noi a forgiare gli avvenimenti… però crederci non ci abbondonerà.
Credere in sé stessi è già una fortuna immensa, coltivare le passioni e i doni che abbiamo ricevuto sarà l’impegno di una vita.
Libiam nei lieti calici e brindando all’anno che verrà auguriamo a tutti i ragazzi,  qui presenti,  un avvenire di sole.

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