sabato 11 novembre 2023

Note a Margine Nicola Piovani a Lamezia Terme

Eccoci per la stagione teatrale AMA Calabria a Lamezia Terme, 10 novembre 2023, Teatro Comunale Grandinetti con  "Note a margine" il Premio Oscar Nicola Piovani, pianoforte e Marina Cesari, sax – Marco Loddo, contrabbasso – Vittorino Naso, batteria e percussioni, disegni Milo Manara

Nicola Piovani inizia con la colonna sonora del film  La notte di San Lorenzo dei Fratelli Taviani, con la memoria è un dovere e dedica la colonna sonora del film a tutti gli smemorati, cercando quasi il conforto del pubblico, affinché la storia del nostro paese non venga travisata, manomessa e dimenticata e continua con un ricordo di Mario Monicelli regista del film Speriamo che sia femmina, film del 1986.

 Monicelli portava in tasca sempre un giornale, come mio padre, come tutti quelli di una generazione che era cresciuta con un solo giornale e ora vedeva quale grande opportunità fosse la democrazia, trovare nelle edicole molte testate diverse.

 Anche qui Piovani ci invita alla lettura dei giornali, a tornare ai giornali, a saper dare spazio alle diversità e alla riflessione. Sono i due punti che stanno molto a cuore a Nicola Piovani: Memoria e conoscenza, insieme alla musica, musica che ci riporta Caro Diario di Nanni Moretti, La voce della Luna di Federico Fellini. 

Nel rievocare amicizie e uomini racconta l'aneddoto su come lui e Fellini  fossero rientrati nel centro di Roma dalla Tuscolana con una deviazione fantastica. Federico Fellini chiese di essere accompagnato facendo una strada nuova, una scorciatoia, ma quella strada finiva in uno spiazzale abbandonato solo che la fantasia del regista lo vedeva popolato da luci e situazioni immaginarie. Scorciatoie della fantasia, l'ho subito chiamata anch'io.  Così anche la sera dopo avrebbe voluto quasi ripetere l’esperienza.

 Continua a parlarci di amici cari carissimi, come Vincenzo Cerami, al quale dedica la sua musica, e poi a Fabrizio De André e con  Il pianino delle meraviglie parte da Good morning Babilonia dei Fratelli Taviani, e fa la dedica a tutti i pianisti che hanno accompagnato i film muti eseguendo le stesure. 

Siamo poi passati ad alcuni pezzi dedicati alla mitologia greca ed ha raccontato il mito crudele di Narciso condannato a morire se si fosse visto in uno specchio, in una pozza d'acqua, ed il mito delle sirene, di Partenope.


Al termine altra riflessione di grande testimonianza civile, ricordando qualcuno che disse "Tutto ciò che non passa in televisione non esiste" ha rivendicato l'importanza della musica dal vivo, degli spettatori dal vivo, del teatro e del vedersi in una "inesistenza" che ci piace al di là dello schermo televisivo 

A fine serata noi siamo andate dal maestro Nicola Piovani per raccontargli della sirena Ligheia. In note a margine aveva dedicato alla sirena Partenope un pezzo musicale dopo aver parlato delle sirene.

 Secondo la tradizione raccolta nelle Argonautiche orfiche (V secolo d.C.), le tre sirene, Partenope, Ligea e Leucosia, sfidano le Muse, per un peccato di ubris e vengono battute nel canto da Orfeo, per la disperazione si buttano in mare, dove vengono trasformate in scogli. I loro corpi vengono trasportati dal mare, Ligea finisce a Terina, Leucosia a Posidonia e Partenope alle foci del fiume Sebeto, dove poi fu fondata Neapolis. 

Anche Ligea avrebbe meritato una sua presenza sul palco, diciamo noi nel salutarlo nei camerini del teatro dove eravamo rimasti ormai in pochissimi insieme ai musicisti del Conservatorio. Chissà che in Note a margine non aggiunga la sirena che ha fondato Terina ora Lamezia Terme!

Ippolita Luzzo 

mercoledì 8 novembre 2023

Nando Brusco Tamburo è Voce all'Uniter



Stasera grande serata inziale dell'anno 2023/2024 per l'Associazione Culturale Uniter di Lamezia Terme. I tamburi di Nando Brusco raccontano con la voce del musicista la storia della Calabria, alcune storie, raccontano il rumore del mare, le sue burrasche, il soffio del vento, dello zefiro, la nascita delle città e le prime lotte contadine, l'emigrazione. Ignazio Butitta dice che un popolo diventa servo quando gli tolgono la memoria e la lingua. 

Nando Brusco racconta la storia del pescatore che il giorno 24 giugno giura fedeltà al capo ciurma. Quel giorno si forma la ciurma della nave che andrà a pescare e giurare fedeltà vuol dire appunto affidarsi al comandante. Ora sentiamo i rumori del mare in burrasca e le parole magiche pronunziate dai pescatori mentre la tempesta infuria. La tempesta è qui, la sentiamo. Sentiamo anche le donne dei pescatori che sentendo infuriare le onde fanno strani segni in aria, cercano di domare i venti con le parole. 

Ci racconta la storia di zefiro, il vento di ponente, la storia di Capo Zefiro dove alcune donne dall’oriente sono arrivate e ci piace pensare a queste donne, come quelle donne con le ceste piene di pesci risalivano sui monti e poi  narra la leggenda della fondazione di Locri Epizefiri, la città della poetessa Nosside

Una Calabria complicata, diceva Corrado Alvaro e questa Calabria poi era una terra di ingiustizia e di miseria ma anche di coraggio. Erano anni che Angiolina Mauro, Giuditta Levato e gli altri contadini chiedevano pane e lavoro e ora sembravano che potessero. E racconta i fatti di Melissa, il 29 ottobre del 1949. Poca cosa si ottenne e la gente di Calabria iniziò ad emigrare sempre più numerosa, dal 1949 agli anni settanta sono andati via quattro milioni di calabresi. In tutto il mondo fino in Argentina, nel Nuovo Mondo, fino a San Salvador.

Poi c'erano quelli che restavano e venivano privati di tutto, di memoria, se non fosse rimasta l'educazione a raccontarsi delle nostre nonne. Con una sorta di Animazione ante litteram le nostre nonne ci hanno raccontato e tramandato favole nere, filastrocche, indovinelli e scioglilingua, e nel gioco finale della figlia del re che ha perso l'uccello ritrovato da un uomo brutto vecchio e "zallarusu" tutti giochiamo con Nando Brusco, tutti giochiamo con l'indovinello del mugnaio che fa così: Se avessi acqua berrei vino, acqua non ho e bevo acqua. Non vi dirò cosa significa perché dovrete tutti andare a sentire Nando Brusco e i suoi tamburi. 

I tamburi sono per lui dei figli e finisce lo spettacolo con il più piccolo, un tamburo piccolissimo, un tamburo caputosta come tutti i calabresi, con questo Nando intona la strina di saluto perché "quandu u gallu scuatula la cuda" allora è ora di andare via.

Un grazie grande a Nando Brusco  e all'Uniter da tutto il pubblico e da tutta la Litweb

Ippolita Luzzo