giovedì 10 agosto 2017

Via Dall'Aspromonte - Pietro Criaco

 "A strata pa so libertà"
 Pietro Criaco nato ad Africo vive in Piemonte. Studia cinematografia e legge il libro di Saverio Strati, “La teda”nei primi anni ottanta. Il titolo catturò la sua curiosità perché ad Africo, “a deda” era una scheggia di pino che si conficcava tra una pietra e l’altra, per illuminare le case.
 Si appassiona a questa storia e gira Terrarossa, un suo film del 1985.
Dopo il restauro del colore e del suono da parte del regista, il giorno 11 agosto 2015 fu proiettato in piazza ad Africo, alla presenza di quasi tutti gli attori che vi avevano partecipato allora, dopo trent'anni.
Leggere un libro non vuol dire stare qui a raccontare la trama del libro, leggere e parlarne vuol dire donare un filo da afferrare per continuare a fare strada con le storie che ci appartengono. Voglio perciò regalarvi quel filo nella fiducia che vogliate tenerlo con voi.
Nella storia del paese e di Andrea, il bambino protagonista e il suo rapporto col padre   "Tutto girava intorno a mio padre ed io ero la luce dei suoi occhi. Lo capivo dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti.Erano i giorni della vita e del sole, della luce e dell'aria.Tutto brillava intorno a me che vivevo di piccole cose, di granelli, di pulviscoli quasi invisibili. Tutto era per me come una festa. E poi c'era la fiducia di mio padre, il collante perfetto per superare tutti gli ostacoli. Era come volteggiare nell'aria con le farfalle di maggio. C'erano i canti delle donne, i discorsi con Andrea lo spaccapietre e la nostra, prima e unica strada da completare. E alla fine, sopra tutto questo, c'era mio padre che troneggiava come un gran condottiero, che lottava per la libertà del suo popolo"Da "Via dall'Aspromonte" fino alla decisione di fare una strada che colleghi Africo con Bocca Marina. Una strada.
Non sono mai stata ad Africo, ricordo invece San Luca, Polsi, dove fui tanti anni fa, l'Aspromonte di Corrado Alvaro, ed ora più a sud Africo Vecchio alle pendici dell'Aspromonte. Un paese poi creato al mare, vicino Bianco. Il libro di Pietro Criaco fa narrazione di momenti storici ben precisi, di situazioni vere, di drammatici contesti tristemente sopportati e vissuti da abitanti di diversi paesi della Calabria. Un libro che mi riporta a Giuseppe Maria Galanti, ai suoi rendiconti alla corte del re di Napoli, la tassa sul macinato,  mi riporta a Gioacchino Criaco e al suo Anime Nere, alla storia di soprusi e di ingiustizie, di miserie e malattie dalla quale poi è nata la malapianta della malavita. Nel libro di Pietro però rimane la fiducia che la strada si faccia, si possa fare e mentre io leggo commossa i giochi dei bimbi, il gioco della lippa o a caccia di nidi dentro la boscaglia, i cibi, i dolci col miele, mi ritrovo a ribellarmi nel veder morire di parto perché il medico non arriva. Una comunità lasciata sola. In un momento storico confuso più che mai servono libri come questo per non perdere identità, storia, e fonti precise, riferimenti utilissimi per non seguire il finto e il falso portato in giro fino a sfigurare territori e anime. Un libro che rispetta la forza del pensiero. La strada verso la libertà.   
Ippolita Luzzo 

"Le condizioni sociali ed igieniche di Africo nel periodo interbellico erano disastrose. Il meridionalista Umberto Zanotti Bianco, coadiuvato dal giovane Manlio Rossi Doria, eseguì un'inchiesta su Africo nella quale riferiva come il paese fosse annidato su case dirute per il pregresso terremoto, isolato geograficamente, afflitto da tasse indiscriminate e da malattie, fosse privo di medico, di aule scolastiche (le lezioni si svolgevano nelle stanza da letto della maestra); gli abitanti si nutrivano di un immangiabile pane fatto con lenticchie e cicerchie[8][9].

Il 20 gennaio 1945 la popolazione di Africo assaltò con armi da fuoco e distrusse con bombe a mano la locale caserma dei carabinieri, costringendo i tre o quattro militi presenti a rifugiarsi negli scantinati e liberandoli solo dopo averli disarmati[10]. In questo periodo si costituirono nel paese la sezione del Partito socialista, quella del Partito comunista e la Camera del lavoro.

Nel marzo 1948 il settimanale “L'Europeo” pubblicò un reportage da Africo a firma del giornalista Tommaso Besozzi, corredato da alcune fotografie di Tino Petrelli; tale reportage (che faceva parte di un'ampia inchiesta sulle condizioni del Mezzogiono promossa da Arrigo Benedetti) mostrava come le condizioni del paese non fossero sostanzialmente migliorate rispetto a quelle descritte vent'anni prima da Zanotti Bianco" 


FILM TERRAROSSA (1985)
Film Terrarossa del 1985 di Pietro Criaco
Il film nasce nell'ormai lontano 1985 ispirato da una coinvolgente lettura del romanzo di Saverio Strati, LA TEDA da parte del regista Pietro Criaco. Il film ha ricevuto alcuni premi e fu proiettato al Festival Cinema Giovani a Torino.
Testo della canzone TERRAROSSA
Simu genti dilla montagna
e lu coraggiu ndi ccumpagna
pe nostri diritti e lu nostru pani
na luci i speranza po domani
na luci i speranza po domani.
A Terrarossa rrivau la guerra
e i megghju giuvani si li pigghjau
tra la fatica e la miseria
e lu podestà chi ntrallazzau
e lu podestà chi ntrallazzau.
E a farina sa mangia u patruni
ma vinni fatta tra milli suduri
e i nostri figghijoli chi sempri soffriru
ndavi i nci damu u pani nigru
ndavi i nci damu u pani nigru.
E si lla genti dilla montagna
è forti e combatti e smetti i si lagna
vinci a so lotta cuntra a tutti i podestà
e trova a strata pa so libertà
e trova a strata pa so libertà. 

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