sabato 13 dicembre 2014

Saverio La Ruina- Va pensiero che io ancora ti copro le spalle




 Lamezia terme 12 dicembre vigilia di Santa Lucia 
Teatro Grandinetti: Nella morta gora di una apparente vitalità plateale...
Dissonorata.Un delitto d'onore in Calabria
Compagnia Scena Verticale.


Il dondolio di La Ruina sulla sedia della vita inizia così senza parere.
 Di nascosto.
 Su chi siamo sulla sedia, dondoliamo insieme a lui.
 Gesti che ossessivi ripetono giorni e giorni, senza sole a riscaldare quel che il caso ha già gelato. Sono tutti nei suoi occhi quei tormenti, le rinunce, poi le attese e le speranze, il pensiero fosse amore quello strano movimento. Attrazione e desiderio sconosciuto  poi dannoso che una colpa diventerà per tutta una  eternità. 
Vita che noi conosciamo anche per sentito dire, vita fatta di racconti trattenuti oltre il pudore, oltre la non conoscenza della nostra gestazione. Vita dura e alluttata come se fosse sempre nero tutto il giorno a noi concesso nella terra degli enotri. Vita dura con paura se poi cedi a quel misfatto mai allora chiamato amore.
 Calpestate furono intelligenze, studi impediti, dignità irrise, nel romantico sud, scrissi un tempo io e stasera Saverio lo riporta dondolando sulla sedia. Piange il sassofono e stride lo xilofono mentre lei si tira il suo scuro scamiciato ben più sotto ogni ginocchio.
 Cattiveria e ignoranza, questo è stato impasto vero che ha distrutto ogni speranza nelle donne che ho incontrato nel mio mondo medioevale della fine del duemila. 
Grazie alla vita che le ha dato tanto... Canta Violetta Parra mentre Saverio nasce e Pasqualina conta le pietre della strada. Una strada che noi non vogliamo più percorrere. Riponiamo vestitino a quadretti, riponiamo ogni momento con affetto smisurato, ringraziamo tutte le Pasqualine che con semplicità furono sacrificate sull'altare della sopravvivenza.
Nelle pieghe del suo viso La ruina di una vita, di trascorrer sempre uguale per una colpa da espiare, ci sta pur il sorriso lieve, il bel viso che trasale nello sguardo universale, si accarezza quelle labbra, da quel bacio furon baciate, si accarezza quel bambino, da quel bacio fu poi nato e nel dire una vicenda si può ancora far denuncia di una gora paludosa, come morta eppur  violenta, che  vive solo d'indifferenza. 
Va pensiero che io ancora ti copro le spalle. Morta gora non mi avrai


Nessun commento: