"Oggi le parole chiave sono: prosumer, impollinazione, social, empatia"
Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Ridendo e ridendo, di una risata che non ricordavo più da tempo, ringrazio Francesco Recami che ha scritto quello che io penso da sempre, senza contestualizzare.
Aldo Varano mi illuminò tempo fa.
Aldo- gli dissi senza modestia- Marc Augé scrive quello che scrivo anch'io-
Vero- mi rispose- solo che lui contestualizza-
Ridendo, senza fermarmi, cercherò di evaporare una evaporazione del padre, della madre, del figlio, in una Direzione Coesione Sociale, in Codice Rosa, agitato da una Serenella Buti che meriterebbe anche lei lo stesso trattamento della Cinquecento rosso bordeaux e bianca...
"Fatti vedere da un buon medico, è la cosa più inutile e offensiva, ipocrita e deleteria, che si possa immaginare"
Che poi. a me, un certo Dottore Veronica, un luminare, mi mise una piuma sulla spalla e mi prescrisse di togliere tutte le etichette dei vestiti, che provocano scoliosi, deviazione della masticazione e zoppicamento della gamba sinistra. Sappilo.
Se ci conosceremo ti racconterò il resto, ne potresti fare una trilogia. Ahah
Chiameremo "Il gruppo di lettura" in riunione e faranno evocazione e devocazione... su tutte le emozioni che una lettura dà.
Una emozione io non so che cosa sia ma ho imparato che va buttata via, cantava Gaber
Altro che i miei post!
Francesco Recami sei tutti noi che non ne possiamo più neppure di conversazioni come "La cena estiva" (Doxa) doxa, perché? Io scrissi un incontro a tre, su comunicazione verbale fra amiche ad un desco, in terrazza. "Tre Donne, Tre ore, Senza dirsi Nulla" ma già ora dopo aver tanto riso, impercettibilmente cambio umore e una tristezza mi invade sul vuoto del conversare, sullo sciupio di relazioni, su scherzi scemi che possano rivelarsi disastrosi come in ECG con prova da sforzo. Un disordine psichico che va dal prestare eccessiva attenzione all'alimentazione ad una dipendenza compulsiva del cellulare e si allarga nei comportamenti fissati di individui catalogati in schedari improbabili, vittime delle categorie di un pensiero chiuso.
Mi rileggerò Francesco Recami, che già avevo apprezzato nel "La Casa di ringhiera" e completerò questo mio pezzo giorno per giorno, nel piacere immenso di una lettura ben fatta, piacere che solo libri ben scritti danno.
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