Evangelicamente parlando-
Costanza e l’Otto Marzo
Costanza è una donna che
stimo, di fine ironia e squisita signorilità, una donna sulla quale puoi
veramente contare che non ti lascerà se sei in difficoltà. Sono molto felice di averla
come amica.
Quell’anno aveva organizzato un otto marzo con
la presenza di tante donne e quindi salii per farle sentire in anteprima il mio
blogghetto.
Lei apprezzò e mi confidò:-
Sai, tizia, non viene. Forse ho fatto pasticcio.- Al mio sguardo lei continuò… Non partecipa perché il suo
nome non è scritto sulla locandina.
Ma non ci siamo nessuna di
noi- la interruppi.
Sì, lo so-continuò lei- ma
quando io l’ho invitata non ho specificato come avrei scritto e lei non
vedendosi scritta( appesa al muro, aggiungo io ) non partecipa più.
La serata fu bellissima,
appesa o non appesa, io lessi il mio blog, e quella signora, invece partecipò
ad un'altra serata, dove, evidentemente, l’appesero al muro, culturalmente
parlando.
Sic transit gloria mundi- mi
ripeto scherzosamente e riconosco che la vanità amplifica a dismisura i nostri
pur ridicoli ego.
Eppure, anche conservando una
grande ironia verso le beghe e le piccinerie, e riconoscendo che altro son le
cose importanti, comincio a pensare che avere rispetto verso quel che si fa può
anche starci l’orgoglio di dire io c’ero quando al muro son stata appesa
davvero.
Con grande ammirazione verso
chi ha reso possibile il sogno che io ho sognato e che ho poi raccontato ai
tanti ragazzi…che noi siamo stati.
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