La dignità della solitudine
Ho popolato il mio tavolo di
voi
ho fatto colazione pranzo e
cena
chiacchierando con
voi
e
fuori
poi
ho continuato a chiedermi di
voi
senza però chiedervi
niente
non si sfugge
al nostro destino
però si può
sicuramente
raggirarlo.
Una solitudine come
destino
io l'ho presa in giro con un
libro in mano,
con lo schermo di un
pc
con un foglio bianco
che mi chiede
-Come stai?-
La convivenza silenziosa invecchia
La cialda del caffè nella Lavazza Blue deflagra
sboom
cade giù e io aspetto che diventi rosso il tondo per girare e ... e bermi il nero e schiumoso ristretto.
Lui è sul divano, dorme.
Di giorno si dorme.
Il silenzio ora è rotto dai tasti
un rumore inquietante, anche i tasti deflagrano, risuonano cupi in un martellare inchiodante e inutile.
Spariti i tempi di quando il pigiare era una vera comunicazione,
le tante e le molte delusioni hanno reciso il suono umano
lasciando i tasti a risuonare da soli un'eco lontana.
Il tavolo è ingombro di fogli, qui
in cucina nessuno
lo specchio del bagno rimanda una ruga che non possedevo
Ippolita Luzzo a Cropani- 5 Agosto 2013 festivaletteratura