venerdì 2 febbraio 2018

Massimo Iiritano Il dono di Prometeo

Massimo Iiritano, nel presentare ieri sera il libro Il dono di Prometeo ha detto: Questo è un libro che si è fatto da solo, senza che ci fosse un progetto ben preciso.
Nasceva infatti da suggestioni che lui teneva in testa dai tempi del liceo, sulla figura di Prometeo, il titano celebrato da Eschilo nella tragedia "Prometeo incatenato". L'incontro e la collaborazione con Luna Renda, docente e laureata in lettere classiche, ha fornito a lui il testo di Eschilo, ed anche il tesi di Omero, nell'Odissea, tradotti in modo letterale e curati con capillare attenzione.
Sembra di rileggere i versi in modo nuovo e di restarne di nuovo affascinati quando sentiamo Luna Renda leggere e tradurre Eschilo sul dono di Prometeo, quelle cieche speranze, le illusioni, regalate affinché gli uomini ormai affrancati dal freddo e dal buio, grazie al fuoco, potessero mettersi in gioco e costruire il mondo, progettare un vivere civile. Sembra di essere nell'isola di Calipso con Ulisse, mentre Luna legge e traduce "Tutti i giorni", la risposta che Ulisse dà alla ninfa mentre costei cerca di trattenerlo regalando a lui l'immortalità. Ulisse rifiuta in nome di quella umanità. di quella particolarità di essere coscienti del tempo, dello scorrere degli avvenimenti, del cambiamento e del mutamento proprio dell'essenza umana e negata agli Dei.
Una rivisitazione del mito fatta poi sui vari incontri con autori della letteratura e con discussioni filosofiche, il più volte citato Massimo Cacciari, autore di lezioni magistrali su Prometeo, Thomas Eliot e il canto di disperazione di una storia oltraggiata dalla presenza del male, come se gli uomini volessero fuggire dalle illusioni rifugiandosi nel male. 
Sentiamo Prometeo parlare:
(Da Eschilo Prometeo Incantenato)
Anche prima di me 
guardavano, ed era cieco guardare
sentivano suoni, e non
era sentire (..)
era un darsi da fare senza
lume di mente.
Finché io insegnai le aurore e
i tramonti nella volta stellata. 
Fu mia-e a loro bene-
l'idea del calcolo, primizia d'ingegno,
e fu mio il sistema di segni tracciati,
memoria del mondo.    
Nel regalo di Prometeo, oltre al fuoco, in dono la scrittura, in dono la matematica, in dono la capacità narrativa, in dono il canto poetico.  Con essi la nascita della civiltà in Mesopotamia, in Egitto, in Grecia, la filosofia, la politica, le ideologie che verranno definite da Eschilo cieche illusioni. 
 così che il mondo finisce..."da La terra desolata di T.S. Eliot, nella lettura di R.G.Collingwood, nel capitolo VI del Dono di Prometeo ritorniamo al valore del canto poetico come visione, come arte profetica, il compito dell'artista è di parlare chiaro, di confessare.
Confessione pubblica, in quanto profetica, non già profetizzare il futuro, bensì il coraggio di svelare al pubblico le verità inconfessabili. 
Nella difficoltà del vivere il dono di Prometeo è il balsamo con cui lenire e curare una disperazione della ragione: L'arte, la bellezza, la poesia il canto, la narrativa, la scrittura, memoria del mondo
Ippolita Luzzo 

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