18 settembre 2011
Adesso che ne so di più
Adesso che ne so di più
Sono sempre due o tre le cose
che so di te.
Una data di nascita, una
famiglia con quattro figli maschi, tu il secondo, scomoda posizione, peggio del
terzo, una famiglia borghese, perbene, una buona famiglia, i due nonni magistrati, e le nonne? il papà non
sappiamo, la mamma egocentrica, cattolica osservante, forse troppo, una famiglia
un po’ soffocante, da cui fuggire, tranne la nonna, unica e sola, tranne la
nonna, amata e persa, troppo presto sempre.
Una fuga da tutto, dai
fratelli, piatti e scontati, dal paese, troppo bello, troppo chiuso, dalla
mamma, dalla bigotteria.
Via via via andare via per
sempre e non tornare più mai più.
Strada facendo, ti sei detto,
tu vedrai, e giovane e invecchiato, ti sei detto, tu vedrai. -ma che cos'è che
ci fa andare avanti e dire non è finita- …la spes ultima dea- perché domani sia migliore.
Adesso che ne so di più so di una laurea in filosofia, di una tesi sull'esistenzialismo, sul femminismo, sugli addii.
Come ci si lascia, perché ci
lasciamo, cosa lasciamo a chi lasciamo
E la chitarra, la musica, forse qualche composizione, e poi la comune, il 68,
gli ideali, l’amore, l’eros, di nuovo l’amore, di nuovo, ancora e la palude.
Perché?
Perché?
Le città, per ora ne so solo
tre o quattro: Bergamo, Ragusa, Torino, Milano, me ne mancano cinque.
Ma dovunque si vada, dice
Kavafis, sempre la città ti verrà dietro, la tua città. Dovunque andremo.
Viaggiare resta bellissimo
- come vivere più e più volte.
A trent'anni, non so, succede qualcosa che spegne tutto il fuoco, tutto
l’ardore, tutti i sogni.
Un ottundimento, uno
smussamento delle punte, un livellamento. A tanti è successo.
Un intorpidirsi dei
sensi come i rospi messi a bollire nell'acqua lentamente e
lentamente privati da soli, senza accorgersene, della possibilità di fare quel
maledetto salto fuori dalla pentola, per salvarsi. Da Paulo Coelho -Il
vincitore è solo-
L’ho sempre raccontata questa storia, conoscerla non ci salverà.
Le letture non hanno mai
salvato nessuno.
19 settembre
Per un uomo che mi ha scritto
tante volte, quanto nessun altro, per un uomo che mi ha consigliato, incoraggiato,
aiutato, io continuo a dire grazie con un
accenno di biografia. Manca ancora tanto, le favole della nonna, gli amici più
importanti, le scelte, le situazioni brutte belle, quella volta che ti sei
sentito un verme, quella volta che ti sei sentito un superman, mentre il
mondo non si è fermato mai un momento e
tutto si perdeva.
Spariva all'improvviso il
situazionismo, Reich e l’antifamilismo, gli angeli sopra Berlino, Basaglia e i
manicomi, l’amore di una donna, come un
vecchio ritornello che nessuno canta più.
Spariva all'improvviso il
fumo, l’extasis, l’erba e gli arancioni.
Spariva all'improvviso un
padre, un desiderio, un sogno di una vita per dover dire no
Che fai sotto le stelle... chi
vuoi dimenticare… socchiuse gli occhi e volle andarsene e sparire.
Un doppio sogno-Eros-immaginazione- trasfigurazione-il gorgo della perdizione.
Un doppio sogno-con l’altro-il rifrangersi di aspettative su una riva sconosciuta.
Doppio sogno.
E scrivere scrivere… per
continuare a sperare- per vivere- per sognare sempre
E non finisce qui
Non mi svegliate, ve ne prego,
ma lasciate che io dorma questo sogno, sia
tranquillo da bambino sia che puzzi del
russare da ubriaco... perché volete disturbarmi se io forse sto facendo un
viaggio alato sopra un carro senza ruote trascinato dai cavalli del maestrale in volo
Questa era la mia colonna
sonora, la vedo bene anche per te, per
tutti coloro che riescono a sognare vivendo.
Una biografia di uno scrittore,
un tentativo di tracciare le suggestioni
che lo hanno spinto a scrivere - l’amato Baudelaire il canto eterno del
viaggio, dell’andare per vedere, il canto di Ulisse, il canto errante di tutti noi sperduti con gli occhi nell'immensità. Baudelaire - Goethe, il mio doppio, lo stesso cielo, immodesta ma dico lo stesso sentire- la ricerca
dell’assoluto nella molteplicità dei rapporti - Pirandello- Uno, nessuno e
centomila Pirandello
ne ha per tutti -e Lou Salomè che tu ami e io no.
Montagne, scaffali, tavoli di
libri, sfogliati, amati, prestati, perduti.
Libri che faranno altri
libri, che si moltiplicheranno, perché sono cresciuti in noi e vorranno
vivere prepotentemente.
Come il soffio vitale si fa largo anche nella costrizione.
Come un raggio di sole.Come il soffio vitale si fa largo anche nella costrizione.
Ippolita Luzzo
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