lunedì 14 luglio 2014

le relazioni pericolose



Le relazioni pericolose
Pierre Chordelos  De Laclos scrive un romanzo epistolare ed immagina il suo protagonista il Visconte di Valmont, impegnato a sedurre una castissima fanciulla, appena uscita dal convento con l’aiuto di una sua spregiudicata e cinica complice, la marchesa Marie de Tourvel
Il tessuto è intrecciato da sentimenti vari, ma su tutti primeggia la vanità, non l’amore, perché è solo la vanità che muove tutti noi, forse, finanche la castissima, che irretita da un desiderio che lei crede aver fatto nascere in un uomo così sfuggente, si concede.
Resteranno poi tutti sconfitti dal gioco diabolico e perverso del muoversi solo per  provare il proprio potere sull'altro, perché il potere umano è fugace illusorio, vogliamo sentirci onnipotenti in una società falsamente liberata.
La carica eversiva del libro trascenderà poi il mero contesto personale e come un'arma si rivolterà contro tutto un perbenismo che usa l’amore ed il sesso per dominare, e nello stesso tempo sarà un’arma contro una società falsamente liberata che offre corpi senza pudore per togliere la vera libertà agli individui.
Uomini e donne  annaspano  da sempre  in una brodaglia  convinti di poter nuotare, mentre come nelle sabbie mobili ogni loro gesto li risucchia in un gorgo senza fine.
La seduzione che l’uomo attua con attese, con dinieghi, sollecitando la bestiola, accarezzandola, quando lei, immusonita tenta di andare via, si ritorce sul viso, sull'animo di simile individuo, lasciandolo solo con lui stesso, ma con un tedio ed un disgusto che lui pensa erroneamente venga dall'aver troppo facilmente abusato di giovanette impuberi,  ed invece è il rigurgito di una coscienza tenuta sempre nella parte bassa dell’intestino.
Il libro però affascina, come attira e stuzzica un genere, diventa attesa, il lettore è un voyeur, un uomo o donna che eccita la sua fantasia partecipando, tifando quasi per il vinto o vincitore, vorrebbe suggerire mosse, vorrebbe essere protagonista.
Ippolita Luzzo 


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