Coppa
Marchiati
Cremolata di
gelso, gelato al pistacchio, panna montata, carpaccio di frutta, uva spina
bianca e rossa, ciliegie, mirtilli, biscotti simil pavesini, è sempre l’ora dei
pavesini.
La coppa che
mi portano al tavolo di Sottozero è così.
Colori,
sapori, suoni, tatto, gusto, tutti i sensi, cinque son pochi, ed insieme l’arte
affabulatoria di Tito Prennestrì.
Proprietario
e ideatore di Sottozero.
Non essendo
golosa posso riconoscere il sublime, l’arte, libera dalla necessità, che
si esalta nella commistione di luoghi e
storie del tempo che è in noi.
Tito
comincia a raccontare di sua famiglia di origine, undici figli, potevano studiare a numeri
alterni. Non tutti. Lui fece scuola al partito, quando i partiti erano scuole
di alfabetizzazione, di istruzione, di concetti e non propaganda, e non
insegnavano a come stare su un palco per non dire nulla.
Racconta
della nonna, forte e coraggiosa, aveva un bastone nodoso, lo chiamava raggione,
con due g, perché la ragione è sempre doppia. Chi ha ragione? Il forte, il
giusto, il debole, l’emarginato, il ricco.
La storia che noi abbiamo vissuto insieme alle storie di tanti con noi. Continua
Tito a parlarci di un tempo in cui Servire il Popolo era un giornale, una
ideologia, una speranza da difendere anche facendo a botte, ma proprio perché
non c’erano spazi.
Una scelta
di vita. La sua.
Con me
Paola, Giovanna, Alessandro una scelta di vita, la loro, su un giornalismo in
cui loro credono, hanno creduto, un giornalismo non integralista, aperto e
fuori dal conformismo, sempre aderente al loro pensiero.
Coppa
Marchiati allora sarà, la coppa che dal libro di Alessandro Russo va giù a
nutrire con genuinità quello che è necessario per tutti. Un vivere gioioso, la
luce, il rispetto, la conoscenza che questo ci dà.
Marchiati
non fummo per viver come bruti ahah
Ma per
seguir virtute e conoscenza
Approviamo vero?
in ordine alfabetico: Paola Bottero, Giovanna Casadio, Ippolita Luzzo, Tito Prennestrì, Alessandro Russo.
Il gruppo Sottozero
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