mercoledì 7 ottobre 2015

Il bacio del principe per essere svegliati

Serata a Palazzo Nicotera nelLa Terra dei Recinti, ore 18,30 

Valeria D'Agostino con  Massimiliano Capalbio autore e Francesco Bevilacqua  sciamano del risveglio. 
Siamo in molti stasera. Stimiamo molto il lavoro che viene fatto dai relatori nel loro quotidiano far emergere la conoscenza dei luoghi abitati e non. Stimiamo molto la costanza e la preparazione che hanno permesso la realizzazione di progetti di cui siamo orgogliosi. Sono entrambi  un punto di riferimento europeo per una storia della Calabria vera e non falsa, fatta di idiozie quale il canale di Suez e il ponte sullo Stretto. Siamo quindi attenti e motivati all'ascolto. Nessun sopore. 
Scriviamo e fotografiamo in tanti. Questi i miei appunti su un fiume di parole e didascalie che terminarono come un fiume nel delta delle ramificazioni associative. Infatti alla lunga foce tante furono le associazioni che rimasero ad intervenire.
Ritorniamo dunque alla sorgente. 
Contro il vittimismo del sud, Valeria parla di scossa e Francesco riprende la scossa, ribadendo che la forza che c'è e proprio la scossa e lo stimolo a fare.
Speculari uno dell'altro, afferma Francesco ora rivolgendosi a Massimiliano, loro due sono speculari. 
Intanto Francesco, dopo aver visualizzato il sonno e la noia che prende tutti i partecipanti a dibattiti e convegni, si propone come rianimatore con defibrillatore. Scusate le rime. Per sollevarci dallo stato di ebetudine soporosa, citando De Martino, lui ci darà l'abetudine, l'abitudine agli abeti, allo sguardo vivido sulla natura. Così vorrebbe. Una scossa. 
Poi però fa un terribile racconto sugli orsi addomesticati, che saremmo noi, noi Calabresi, su chi è sveglio e chi no.
Vi scrivo chi è sveglio. Cerchiara è sveglia, Civita è sveglia, Morano è sveglia, Rossano pure, Cariati, Grisolia e Rubbettino. Torre Sant'Antonio  e Santa Caterina sullo Ionio svegli. Risveglio era una rivista del primo novecento che abbiamo in casa mia perché parla del fratello di mio nonno materno.

Addormentati stanno i mostri che hanno permesso che si deturpasse il territorio regalandoci  Europaradiso a Crotone, et similia.
Ho conosciuto Massimiliano sui monti di pietra, a Cleto, in un suo intervento ad Arminio. In quella occasione ho ammirato il suo dire e la sua dignità e il suo saper non raccogliere tutto il livore che Arminio liberò...
Poi si  saranno  spiegati.
Benissimo. 
Così anche io, Massimiliano, dopo una serata passata a guardare diapositive di cui avrei fatto volentieri a meno e che nulla aggiungono a quello che hai creato tu, ti chiedo: Come potrei, io misera mortale che non guido e non ho chaperon, venire a trascorrere un giorno nelle Orme nel Parco? Aspetto il principe? Oppure meglio che prenda  la mongolfiera?







martedì 6 ottobre 2015

Paolo Grugni con Melville Edizioni in Darkland

La storia thriller raccontata da Paolo Grugni a 70 anni dal Processo di Norimberga (20 novembre 2015). Un criminologo sulle ossa della Germania. Indagine su una cattiveria senza fine. Il male abita nella Foresta Nera.
Ho letto questo libro in anteprima. Uscirà nelle librerie il 22 Ottobre.
La fiducia impegna- lessi da Gianna Manzini. Ritratto in piedi. Ed ogni volta spero di essere all'altezza della fiducia che autori e case editrici mi onorano, permettendomi di leggere prima.
Doppia emozione oggi perché  sembra ben inventata ma è successo così.
Nel giorno in cui leggo thriller di Paolo Grugni e guardo Melville, casa editrice con il suo bellissimo logo, la balena, Moby Dick, mi arriva il libro di Angelo Tolomeo "La balena ed altri cetacei". Sono straorzata nei mari del polo, e Tra le righe Libri di Andrea Giannasi. Suo il monologo sulla cattiveria nei campi di sterminio che poi è la trama del libro di Paolo. Incredibile e nel leggere il Thriller che sarà sicuramente letto da tanti altri so che  la storia ha sempre bisogno di essere raccontata per non dimenticare il male e le idee sbagliate che lo giustificano. Idee che vengono imbellettate e fatte passare per ottime, in ogni epoca, da chi detiene il controllo dell’informazione e della forza.
Dal racconto, narrato con stile nitido e chiaro,  io estrapolo momenti di quotidianità come  “Crema di zucca coi semi di lino.” Oppure “Trascorse la mattina cercando di finire un saggio sulle grandi menti criminali che il suo editore aspettava gli consegnasse da mesi.” Per poi passare ad una  terribile organizzazione che attraversa tutto il racconto.
 “L’Edda che da  una raccolta di racconti e di carmi composti in Islanda intorno al XII secolo fu poi  ritenuta la fonte principale della storia dei  popoli  Germani per ricercare le origini della razza pura, perfetta ed esser loro  discendenti di antichi dèi pagani, il che avrebbe giustificato la supremazia politica e spirituale sul mondo.” Gente inferiore, dunque, questi tedeschi… “Per cui mi domando, alla luce dei fatti che hanno coinvolto Amazon, se la Germania è veramente cambiata. “Vuoi dire che dietro la facciata democratica, pulita e perbenista, siamo ancora nazisti?”
 Jerzyck, il professore che si interroga,  passeggiò per la città stando attento a dove metteva i piedi. L’umanità era uno dei suoi spettacoli preferiti, una variazione infinita di soggetti e di incroci che formavano la Storia della vita. La Storia, era la storia di tutte le storie, le assorbiva una per una dentro una massa in eterna espansione. Si domandò che fine avrebbe fatto la sua. Allo specchio. Ma quello che lo colpì era trovare per la prima volta segni d’invecchiamento. Non era più lo stesso, si stava trasformando in un altro, un altro che era già dentro di lui e con gli anni avrebbe preso il sopravvento. La sua immagine riflessa gli ricordò Lacan: ‘Io è un altro’. Si rese conto che andava aggiornato: ‘Io è un altro. Ma l’altro non è io’. Comunque la girasse, la conclusione rimaneva la stessa: la vita era una malattia che portava alla morte”
““Chi è stato torturato rimane torturato.” Jean Améry
Il libro apre con una dedica a Jean Améry e continua sul chiederci una continua vigilanza perché  “I nazisti hanno perso la guerra, ma noi stiamo perdendo il dopoguerra.” Simon Wiesenthal”
Comincia e finisce con due frasi di  Wiesenthal il libro.
“Mi viene in mente quello che affermò una volta il vostro amato Wiesenthal: la verità ha il curioso modo di venire a galla nei momenti più inopportuni.
Ma ora la verità posso anche smettere di tacerla, la saprai comunque tra poche settimane.”
E ritorno al protagonista ed all'autore con questa seconda giornata del libro.
Jerzyck si trovò di fronte una mattina di inizio settembre da ricordare, una di quelle in cui la Germania ti entrava nell'anima e sapevi che quella era la tua patria e che mai l’avresti potuta scambiare con un’altra. . Anche se viveva in mezzo a un popolo che non aveva mai capito i suoi poeti, era in giorni come quello che era orgoglioso di essere tedesco. Dietro le barriere erette contro le dolorose variabili delle propria biografia, c’era un uomo pronto a cambiare per arrivare un giorno a comprendere tutto quello che gli era sfuggito e perché. Che sapeva essere tanto, sperava solo non fosse troppo e troppo tardi.”

Paolo Grugni (Milano, 1962), germanista, oltre a Darkland, ha pubblicato sette romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondo serpente (Alacrán, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa Pop, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012), La geografia delle
piogge (Laurana, 2013), L'Antiesorcista (Novecento, 2015).
DARKLAND
Il male cerca l'oscurità e odia la luce
Melville Edizioni





venerdì 2 ottobre 2015

Le mie nonne



Le mie nonne  19 Luglio 2011
Le penso spesso e nella loro diversità sta la diversità sociale fra nobiltà e imprenditoria, tra il fare e il lasciar fare, tra un mondo arcaico ed uno moderno.
La mamma di mia mamma era una tessitrice, lavorava al telaio lunghe pezze di stoffa, lavorava e elaborava  pensieri originali e dignitosi  su sé stessa. Perciò quando andò in sposa al nonno, che io non ho conosciuto, disse subito che avrebbe continuato a lavorare, malgrado lui si opponesse con decisione. Il nonno  apparteneva ad una famiglia decorosa, un fratello aveva un palco prenotato al San Carlo di Napoli ed aveva portato a casa una ballerina del caffè chantant! lui invece doveva essere un debole, giovanissimo ebbe una paralisi, perse la voce e dopo sette anni morì giovane. La nonna intanto aveva  costruito un forno a legna, lo aveva ampliato, aveva dei dipendenti, trattava con i fornitori ed era consultata per la sua saggezza dalle donne del popolo che le parlavano quasi con timore reverenziale, per i suoi modi spicci e senza fronzoli. Riservatissima, io la ricordo, ancora bellissima, due occhi  acuti e neri, ed un ovale perfetto, lei sì eterea, nel fondo del suo forno dove mangiava come un uccellino, viveva, e da dove si allontanava solo per dormire. Morta nel ’64, con una ostruzione intestinale, avrà avuto anche lei un tumore al colon, come sua sorella, ma allora  non andò neppure in ospedale. Morì in cinque giorni, in silenzio e con dignità, come era vissuta, mentre suo figlio maschio continuava  a suonare  il mandolino e mia mamma viveva nella grande e insensibile famiglia di papà. 
Mamma dice che, nei modi, la ricordo un po', ma la nonna giganteggia nella mia immaginazione come il prototipo di una  donna ideale senza i contorcimenti e i languori del  sentimentalismo.
La mamma del mio papà era figlia di un marchese e di una popolana, miseria e nobiltà.
Suo papà sposò sua mamma solo in punto di morte e legittimò, dei tanti figli, solo mia nonna  e suo fratello che, dagli altri, furono maledetti. Il feudo, quindi, i possedimenti  ed il titolo nobiliare andarono al fratello di mia nonna.
A lei una parte del palazzo barocco, vari possedimenti ed una vita infelice. Innamorata del primo fratello di mio nonno lo vide non tornare più dalla grande guerra, lui aveva solo diciotto anni! Sposò mio nonno, bellissimo, intelligente, ma che, io credo, non l’amava. Lei si rifugiò nella sigaretta fumata come una colpa  gravissima, si rifugiò fra le  mie  braccia e mi nutrì   delle sue favole, lunghissime, terribili, senza riscatto.

Dopo una lunga e sofferta malattia è andata via sentendosi allontanata anche in punto di morte dall'uomo che avrà amato e per il quale  lei era solo una firma. 
Volle essere tumulata nella cappella gentilizia della sua famiglia, non per il titolo nobiliare, del quale a lei non importava affatto, ma perché non avrebbe mai più voluto, nell'altra vita, mio nonno vicino. Fu questa la sua ribellione.

giovedì 1 ottobre 2015

Mini Expo al Liceo Campanella stamattina

Così un alunno commenta contento attraversando il corridoio per andare in classe.
Con qualche giorno di ritardo oggi al Liceo linguistico si tiene la giornata europea delle lingue. Iniziativa volta alla salvaguardia di molti idiomi che potrebbero sparire. 

Così io capitata per caso e per perorare altra causa, mi trovo ad essere partecipe, con la professoressa Michela Cimmino, del caffè tedesco. Siamo infatti nell'aula tedesca, con torte di mele e biscotti, ed io guardo incuriosita la lavagnetta delle parole consapevoli, così mi dice un alunno, mostrandomi  scioglilingua da recitare in tedesco e altri giochi di parole, compreso un puzzle.  
Sorseggio stoicamente un pallido e lungo  caffè nel mentre Michela mi presenta le insegnanti madrelingua
Pyne Susan, inglese, Marra Carmen, francese, Mader Ursula, tedesca. Una di loro ha appena imparato che per arrabbiarsi in italiano può usare il termine adirarsi. Adirata, le piace di più, che arrabbiata. In effetti, meglio all'ira che alla rabbia. L'insegnante di lingua tedesca, Maria Carmela Agosto, agosto è proprio il suo bellissimo cognome, si mette accanto al tavolo della Germania,  la vedete ora con gli alunni

La Spagna per questo anno non ha preparato la paella perché il corso è appena iniziato ed i ragazzi, benché numerosi, non hanno fatto in tempo a pescare le cozze e gamberi necessari...
Ahah sorridendo con l'insegnante di spagnolo Vanessa Ranieri, ci salutiamo scendendo ai piani dell'italiano.

Le colleghe di lettere potrebbero dirmi che questa giornata, voluta dall'Europa, per la salvaguardia di lingue come il maltese e il bulgaro, dovrebbe includere, fra le lingue da proteggere, l'italiano, lingua orrendamente scempiata da neologismi e abbreviazioni, da sostantivi  trasformati in verbi,  e aggettivi in sostantivi. Nulla è come sembra, come lo era un tempo quando  al primo ottobre a scuola si andava! Ed io stamattina per un riflesso condizionato andai a scuola. W la scuola.

Un briciolo di libertà


13 Ottobre – Ore 12.00 – Palazzo Gagliardi – Vibo Valentia Sala B
Ippolita Luzzo presenta “Litweb. Come leggere i libri”. Conversa con l’autrice Morano Lionella Maria.
Raccolta di recensioni di autori sconosciuti oppure famosi, alcuni premiati col Nobel come Modiano ed altri ottimi esordienti. Autrici conosciute come Michela Marzano e scrittori segnalati al premio Calvino, tutti accomunati dalla scelta di una lettrice curiosa. Libri amati nel regno di una letteratura web, un luogo nel quale l’autrice delle recensioni vorrebbe conservare un briciolo di libertà.

Un briciolo di libertà

domenica 27 settembre 2015

Sentinelle del mio cuore. Si è spento il sole

La distopia
Si è spento il sole e chi l'ha spento sei tu... gracchia ad alto volume la splendida voce di Celentano alle ore 20,30 sul corso Giovanni Nicotera. La serata degli incompresi continua in una Lamezia che vive di vita cinematografica. Rientrando vedo senatrice locale con amici vari di altro gruppo parlamentare a probabile festa di compleanno e le immagini di Caterina va in città ricompaiono sullo schermo. Sempre insieme l'alto mondo senza alcuna differenza, per le liti si lascia il popolino.
Un pomeriggio iniziato deambulante sulle sentinelle in piedi che alle 18 decidono di leggere per un' ora nella piazzetta di San Domenico, scortati da un servizio d'ordine in maglietta nera. 

Nero rigorosamente è il movimento per la vita. Un ossimoro.
Anche le sentinelle però si seccano di leggere e richiudono libricini e libri  per aspettare l'ora che passi ed una musica lieve aleggia nell'aria.
Dovrò chiedere ai ragazzi che con cuoricini sulle guance e grande bandiere arcobaleno stazionano di fronte alle dieci sentinelle se hanno messo loro la colonna sonora di una ora che non passa mai.... quasi quasi vado a sentirmi un Rosario nella chiesa adiacente.

Chissà cosa leggeranno alle 18 le sentinelle in piedi a Lamezia! A Lamezia leggiamo. Dalla sagra alle sentinelle. Leggono tutti. Leggono sempre. Lamezia gemellata con Calvino e le sue città
 Benedetto XVI "Gesù di Nazareth" legge uno
Intanto un altro legge" Lettera sulla vita contemplativa" di Guigo il Certosino. Curiosissima sono ed infatti mi piace la  riflessione sui quattro gradi spirituali: la lettura, la meditazione, la preghiera, la contemplazione: «lectio, meditatio, oratio, contemplatio».
Questa è la scala verso il paradiso, la scala dei monaci. 
veramente sarebbe la scala di tutti noi che leggiamo, meditiamo, preghiamo e contempliamo.
Non vedo però perché farlo in piedi, perché unirci una strenua difesa ad alcuni diritti che nemmeno nel Vangelo stanno.
"Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità." dicono sul loro sito e poi scrivono di essere  dei difensori della libertà.
Li guardo stasera, sono pochissimi, una decina, con un servizio d'ordine in nero, ed  hanno messo il libro sotto il braccio e non leggono più.
Le parole non ci servono più se non contempliamo la distonia e la distopia del momento.
Pace?

Parco Dossi Comuni. Gli occhi azzurri di Carlotta

Juan Villoro, Bolaño  e Daniel Sada, Quasi mai. Il libro selvaggio che io consiglio a Caterina per i due bambini accanto a noi sulla navetta per Parco Dossi Comuni. Siamo a Piazza Mazzini alle 10,30 e puntuale parte il conducente a cui tutti abbiamo fatto la stessa domanda: Quando ritorneremo?  per sentirci rispondere alfine: Ci metteremo d'accordo.
Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi  danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi, secondi e voilà.
Siamo arrivati all'apertura. Al cancello dell' Orto Botanico un grande fiocco aspetta l'arrivo dell'autorità che sciolga il nodo.

Osservo  la fulva chioma a coda di cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.

L'Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.

Stamani l'Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no. Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.
Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe. 
Mi presenta Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.
C'è l'arrampicata, ci sono le arti marziali  di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c'è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi. 

Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.
Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo  nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell'ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.