Juan Villoro, Bolaño e Daniel Sada, Quasi mai. Il libro selvaggio che io consiglio a Caterina per i due bambini accanto a noi sulla navetta per Parco Dossi Comuni. Siamo a Piazza Mazzini alle 10,30 e puntuale parte il conducente a cui tutti abbiamo fatto la stessa domanda: Quando ritorneremo? per sentirci rispondere alfine: Ci metteremo d'accordo.
Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi, secondi e voilà.
Siamo arrivati all'apertura. Al cancello dell' Orto Botanico un grande fiocco aspetta l'arrivo dell'autorità che sciolga il nodo.
Osservo la fulva chioma a coda di cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.
L'Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.
Stamani l'Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no. Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.
Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe.
Mi presenta Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.
C'è l'arrampicata, ci sono le arti marziali di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c'è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi.
Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.
Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell'ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.
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