giovedì 1 ottobre 2015

Un briciolo di libertà


13 Ottobre – Ore 12.00 – Palazzo Gagliardi – Vibo Valentia Sala B
Ippolita Luzzo presenta “Litweb. Come leggere i libri”. Conversa con l’autrice Morano Lionella Maria.
Raccolta di recensioni di autori sconosciuti oppure famosi, alcuni premiati col Nobel come Modiano ed altri ottimi esordienti. Autrici conosciute come Michela Marzano e scrittori segnalati al premio Calvino, tutti accomunati dalla scelta di una lettrice curiosa. Libri amati nel regno di una letteratura web, un luogo nel quale l’autrice delle recensioni vorrebbe conservare un briciolo di libertà.

Un briciolo di libertà

domenica 27 settembre 2015

Sentinelle del mio cuore. Si è spento il sole

La distopia
Si è spento il sole e chi l'ha spento sei tu... gracchia ad alto volume la splendida voce di Celentano alle ore 20,30 sul corso Giovanni Nicotera. La serata degli incompresi continua in una Lamezia che vive di vita cinematografica. Rientrando vedo senatrice locale con amici vari di altro gruppo parlamentare a probabile festa di compleanno e le immagini di Caterina va in città ricompaiono sullo schermo. Sempre insieme l'alto mondo senza alcuna differenza, per le liti si lascia il popolino.
Un pomeriggio iniziato deambulante sulle sentinelle in piedi che alle 18 decidono di leggere per un' ora nella piazzetta di San Domenico, scortati da un servizio d'ordine in maglietta nera. 

Nero rigorosamente è il movimento per la vita. Un ossimoro.
Anche le sentinelle però si seccano di leggere e richiudono libricini e libri  per aspettare l'ora che passi ed una musica lieve aleggia nell'aria.
Dovrò chiedere ai ragazzi che con cuoricini sulle guance e grande bandiere arcobaleno stazionano di fronte alle dieci sentinelle se hanno messo loro la colonna sonora di una ora che non passa mai.... quasi quasi vado a sentirmi un Rosario nella chiesa adiacente.

Chissà cosa leggeranno alle 18 le sentinelle in piedi a Lamezia! A Lamezia leggiamo. Dalla sagra alle sentinelle. Leggono tutti. Leggono sempre. Lamezia gemellata con Calvino e le sue città
 Benedetto XVI "Gesù di Nazareth" legge uno
Intanto un altro legge" Lettera sulla vita contemplativa" di Guigo il Certosino. Curiosissima sono ed infatti mi piace la  riflessione sui quattro gradi spirituali: la lettura, la meditazione, la preghiera, la contemplazione: «lectio, meditatio, oratio, contemplatio».
Questa è la scala verso il paradiso, la scala dei monaci. 
veramente sarebbe la scala di tutti noi che leggiamo, meditiamo, preghiamo e contempliamo.
Non vedo però perché farlo in piedi, perché unirci una strenua difesa ad alcuni diritti che nemmeno nel Vangelo stanno.
"Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità." dicono sul loro sito e poi scrivono di essere  dei difensori della libertà.
Li guardo stasera, sono pochissimi, una decina, con un servizio d'ordine in nero, ed  hanno messo il libro sotto il braccio e non leggono più.
Le parole non ci servono più se non contempliamo la distonia e la distopia del momento.
Pace?

Parco Dossi Comuni. Gli occhi azzurri di Carlotta

Juan Villoro, Bolaño  e Daniel Sada, Quasi mai. Il libro selvaggio che io consiglio a Caterina per i due bambini accanto a noi sulla navetta per Parco Dossi Comuni. Siamo a Piazza Mazzini alle 10,30 e puntuale parte il conducente a cui tutti abbiamo fatto la stessa domanda: Quando ritorneremo?  per sentirci rispondere alfine: Ci metteremo d'accordo.
Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi  danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi, secondi e voilà.
Siamo arrivati all'apertura. Al cancello dell' Orto Botanico un grande fiocco aspetta l'arrivo dell'autorità che sciolga il nodo.

Osservo  la fulva chioma a coda di cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.

L'Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.

Stamani l'Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no. Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.
Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe. 
Mi presenta Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.
C'è l'arrampicata, ci sono le arti marziali  di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c'è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi. 

Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.
Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo  nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell'ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.

sabato 26 settembre 2015

Dal fumo ai fumi. Delirio di onnipotenza al Parco

Sono qui che aspetto, in un pomeriggio settembrino, l'assemblea pubblica sui fumi degli zingari che da anni  ammorbano, pardon, profumano la nostra città. Ore 17,30 nessuno c'è. I nostri magnifici compaesani sono sempre felici del puzzo che si diffonde in città, sia esso a salire dal campo zingari, sia a spargersi dai tanti forni di pizzerie non in regola. Ricordo che, per anni, una puzza terribile all'ora del passeggio scendeva sul corso principale facendomi scappare ma nessuno si accorgeva. 

Così stasera pochi animeranno una assemblea sul da farsi.
Intanto arrivano a gruppi sia aderenti a questa riunione sia altre signore troppo profumate e deliziosamente vestite. Dove andranno? Entrano nella sala ma poi vanno in fondo ed io curiosa arrivo nel luogo in cui c'è un infinito potenziale in ognuno di noi. Non ci credete? Basta crederci e salveremo la nostra vita. Mi dicono così le gentili signore mostrandomi un dépliant su un corso di 10 settimane. " Ama te Stesso: puoi guarire la vita" 

Stupefatta apprendo che la scrittrice ha venduto 50 milioni di copie, e che il suo verbo come il più famoso Verbo, si è propagato per i continenti salvando ogni persona. Un metodo che ci salverà creato  da Louise Hay. Un seminario. Lascio sconfitta il gruppo, io che mi amo alla follia, che credo in me quale regina, e che mi auto-aiuto ormai dalla nascita eppure non sono stata tradotta in 30 lingue! Di sicuro non mi saprò auto-aiutare.

Torno dai fumi e stanno parlando, si passano in tanti or la parola, ed io riesco al giorno che ormai lentamente lascia spazio alla sera con una coperta di rosa nel cielo . Rosso di sera bel tempo si spera e domani andremo all'inaugurazione del Parco Dossi Comuni.

venerdì 25 settembre 2015

La lettura non é un vizio solitario

Non credo esistano vizi solitari, comunque. 
Anche quello, nell'accezione del termine, è popolato da mille fantasticherie personali aventi come interprete un altro e un'altra ancora, sempre diversi come diversa poi  sarà la  lettura e diverso il piacere.
La lettura non può essere un vizio solitario perché si nutre di consigli e di rimandi. Si parla con amico o con colleghi oppure su social, su Facebook, che poi questo vuol dire il termine, un libro a vista, e si dà il titolo di un libro e di un altro ancora. Si raccomanda che non si può perdere quell'autore e tu a tua volta parli e parli di chi a te è piaciuto. Ed il piacere aumenta.
Stamani poi in cucina mettevo a posto i vostri piego libri, il modo in cui mi arrivano a casa i vostri libri ed accarezzandoli, le buste vuote accarezzavo, mettevo Massimo  Sannelli ed il suo "Digesto"  dentro la grande busta di Daniele Semeraro "Non è adesso" e poi tutti gli altri e  Romeo Vernazza ed il suo Cenerentola che porterò con me al Tropea Leggere e scrivere per dire a tutti perché leggere è meraviglioso.  Come possedere una bacchetta e puoi dire il tuo desiderio. Il mio si è avverato. 
Parlare di libri 
cosa voglio di più?
Appunti per mia relazione di Novembre all'UNITER
Titolo: Leggere per vivere. Digesto 

Togliendo tutti gli avverbi il risultato non cambia

Mi riferisco agli avverbi di modo formati con il suffisso -mente,
che poi mente stia con bugia e non con pensiero mi è sempre parso più plausibile in  praticamente e chiaramente, ovviamente.
Passati di moda gli avverbi formati col suffisso-oni, a bocconi non piace a nessuno,
vanno alla grande insieme  alle locuzioni avverbiali. 
Mi incuriosisce molto il parlare di questi grandi conferenzieri locali e nazionali. Ricordo uno famoso che disse più avverbi -Mente che sostantivi ed a volte mi diletto a segnare quante volte dirà praticamente Tommaso mentre parla.
Solo una mia curiosità è, nulla del giudizio di cosa parlano e come ne parlano. Ho anche io i miei contrappunti.
Dico spesso... appunto.
Nei modi di porgere un discorso tutte le inutilità che potremmo eliminare ed il discorso sarebbe più leggero e comprensibile finiscono per appesantire ed invadere la mente, ecco la mente dell'ascoltatore che chiaramente ed ovviamente non ne può più di troppi praticamente 
Se solamente si sapesse parlare forse si potrebbe ascoltare.
Gentilmente e brutalmente chiedo ai conferenzieri di togliere tutti gli avverbi in .mente dal loro eloquio, tanto la loro grandezza filosoficamente si svelerà praticamente! Evidentemente.

martedì 22 settembre 2015

Il Fiato del mondo di Marcello Comitini

Di noi che doniamo una parola
in versi, in prosa, su qualche foglio scritto,
resta il piacere di avervi porto un giorno, 
un tempo ed un pensiero, quel pensiero.
Ignari di tutto il vostro mondo
vogliamo regalarvi sempre il nostro,
convinti, certissimi, che sia il nostro
quello e non altri, il mondo ed il modo 
in cui dovreste stare per pensarci un po'.

Regalo a Marcello Comitini questi miei versi scherzosi dopo lettura dei suoi versi che ho sottolineato
 Nel bosco.
" Abbiamo sempre bisogno di credere che siamo sul punto di uscire da un bosco" io poi ho cambiato, accanto, la fauna, e da corvi e gabbiani che vedrei meglio, gli uni volteggiare su burroni aperti, gli altri in riva al mare, ho abitato il bosco di cervi e cinghiali, magari sbagliando, dove stanno i cervi non stanno i cinghiali. 
" Sempre speriamo che una luce ci attragga...
senza quiete cerchiamo
con le parole nuovi sentieri
mentre inciampiamo nelle sperdute
in mezzo alla polvere" 
Faccio cerchi con cui avvolgere in un abbraccio " Allontanarmi" ed infatti io gli chiedo l'ironia dei versi, lui lo sa che leggo deformando a mio uso, affinché la lettura mi sollievi, lenisca la mia impotenza e mi allontani da un vivere che non mi piace. 
Faccio un cerchio su Orfeo@mail.org e ridendo mi ritrovo al tempo in cui vivevo di mail, bellissime mail  sconosciute,  non ho visto mai il mittente, non potevo voltarmi come Orfeo, pena la sua scomparsa.
Ma io non sono Euridice ed ho preso a far mail, a scrivere su blog e dappertutto, a parlare a parlare come se lo avessi sempre fatto.
Potenza di mille mail " Nell'ora incerta"
" Scrivo che non ti aspetto 
su questi tasti neri dove batto
con la malinconia rabbiosa di un errore."
" Il Nuovo inizio"
" Alla luce tagliente ciascun uomo ha cercato
 uno spazio un luogo un campo una casa"
nell'eleganza e nei versi raffinati di Marcello la cura e l'attenzione verso un esistere che ci riguarda tutti ma che filtrato da un singolo uomo diviene altro, un sasso.
Le sue poesie  hanno una parvenza di sorriso, nel " Capodanno delle api" senza miele perché vuoti sono i favi eppure poi ci raccomandano
 " Finite ciò che ho cominciato
di questo lungo giorno che svanisce."
" Fermi nell'attesa del commensale sconosciuto"

ed anche se sappiamo chi sia il commensale 

" Gli occhi adesso vedono con pupille intense la cecità del sole" 

Il fiato del mondo di Marcello Comitini.
La vita e l'amore, al contrario.