martedì 8 luglio 2025

Giovanna Di Marco Museo di Sabbia scorciatoie narrative


Il seppellimento di Santa Lucia di Michelangelo Merisi da Caravaggio 1608 

c'è un film che si gira e devono incamminarsi verso le Catacombe e siamo nella piazza bianca e rettangolare invasa dai camion della produzione. Partecipiamo anche noi e poi dopo un anno andiamo a vedere il film dedicato a Roberto Longhi storico dell'arte che aveva scritto su Caravaggio e a noi resta la curiosità di conoscerne di più. Nel quadro- Il seppellimento di Santa Lucia - del Caravaggio tanto più si espande il luogo, la scena della comunicazione, tanto più le figure ne sono ricacciate nella propria solitudine

Ho ripensato spesso a quel quadro, a quella verità, e resto lì all'unico dei quadri che ricordo con una precisione intima. 

Scrivo e alzo la testa, davanti ho un'opera di Renato Guttuso, sarà una serigrafia numerata e pagata carissima che rappresnta un cavolfiore e vado a Palermo nella Vucciria animata da Giovanna Di Marco. Opere viventi lei ha fatto, facendo scendere i personaggi dalle tele nelle strade. 

 

A me è piaciuto molto il sottotitolo e Grazia Pulvirenti su Letteratitudine  ne scrive " Il sottotitolo Scorciatoie narrative è, volutamente in sottotono, una indicazione di poetica: la forma breve come scelta stilistica in grado di catturare l’essenziale, di creare cortocircuiti, associazioni fra materiali eterogenei, apparentemente distanti, come forma che, a partire da un minuscolo dettaglio, squaderna, agli occhi del lettore, un universo, lo fa deflagrare, ne raccoglie i frammenti e li ricompone, in nuove infinite tessiture.

Il libro è costruito da racconti che, con uno pluralismo stilistico sperimentale, risulta assai sorprendente: ciascun testo prende spunto da un’opera d’arte, che il lettore incontra nelle tre sale in cui sono raccolti i racconti, accompagnati da note metaletterarie a ciascuna sala, un Prologo e un Epilogo."https://letteratitudinenews.wordpress.com/2025/04/11/museo-di-sabbia-di-giovanna-di-marco-del-vecchio/ 



Fabrizio Coscia su Pangea parla di «ecfrasi», ovvero una descrizione a parole di quadri o sculture. "È il caso di questo Museo di sabbia, titolo borgesiano (Borges è uno dei numi tutelari del testo, insieme a Gesualdo Bufalino, e non a caso in esergo troviamo una citazione da entrambi), per una originale raccolta di racconti che ha come tema e struttura, appunto, l’ecfrasi. Basta scorrere l’indice per averne un’idea: il libro è diviso in tre «sale», ciascuna dedicata a un’epoca diversa – Medioevo, Età moderna, Età contemporanea – proprio come un museo, e in ciascuna sala ogni racconto porta il titolo di un’opera d’arte – quadro, scultura, affresco, altare, monumento funebre, statua – alcune celebri (di Brunelleschi, Piero della Francesca, Antonello da Messina, Bellini, Botticelli, Caravaggio, Giulio Romano, Bernini, Velázquez, Cézanne, Pellizza da Volpedo, Klimt, Kokoschka, Picasso, Guttuso), altre meno (tesori nascosti come la chiesa di San Giovanni in Sinis, la Madonna assisa in trono del Maestro di Castelsardo, il rinascimentale monumento funebre di Adelasia del Vasto nella cattedrale di Patti). Tutte però capaci di diventare motore narrativo." https://www.pangea.news/giovanna-di-marco-museo-di-sabbia/


Marcello Carriero su Artribune "La riscrittura dell’arte, in Giovanna Di Marco, diventa, in un certo senso, l’artificio orientativo degli impulsi, filtro di sensazioni che fanno dei segni materiali del passato lo strumento di connessione con un’assenza. Sarebbe come se l’oggetto osservato restasse sospeso nel ricordo, come se si trasformasse in un desiderio circoscritto da tutto il resto, un desiderio mai detto, un vuoto che resta indescrivibile perché dicibile solo tramite il suo perimetro. È in quest’ottica che Di Marco ci mostra l’altare di Antonello Gagini, nella sua assurda invisibilità connessa al vuoto dello Spasimo di Sicilia (Andata al Calvario), quell’olio su tavola (ora su tela) eseguito nel cantiere di Raffaello Sanzio a Roma nel 1517 e ora al Museo del Prado; sicché, l’occhio di un turista in Provenza o la personificazione della statua di Giuditta di Giacomo Serpotta, non si perdono nell’inabissamento patologico della famigerata sindrome di Stendhal, evitano semmai con cura ogni diagnosi dell’apparenza per portarci sempre al cospetto di scenari onirici, eccentrici, in cui il messaggio lanciato dall’arte involontariamente si crea nella scrittura." da Marcello Carriero https://www.artribune.com/editoria/2025/05/nuovo-libro-museo-sabbia-giovanna-di-marco/

Sono d'accordo con Fabrizio e con Grazia, con Marcello e con moltissimi altri sul godimento che possa dare l'arte anche leggendola. Bellissimo poi il lavoro grafico della casa editrice Del Vecchio editore e le illustrazioni di Maurizio Ceccato. Esergo di Bufalino e Borges e noi insieme 

Ippolita Luzzo 

  Giovanna Di Marco storica dell’arte e docente di lettere, vive e lavora a Palermo. È autrice di articoli afferenti a temi di critica e letteratura artistica, del racconto “Ciulluvì” pubblicato su “Paragone Letteratura” e dei due racconti del libro La sperta e la babba.

Ippolita Luzzo 

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