giovedì 8 novembre 2012

Dalla surrealtà alla srealtà- Una comunità mandata fuori strada



Dalla surrealtà alla srealtà – una comunità mandata fuori strada
Fra fossi e valloni
Le discese ardite e le risalite, su nel cielo aperto,
e poi giù il deserto.
Una comune di popoli, senza più strade da percorrere, senza più cieli sopra noi,
e la legge  morale di Kant  non è più il cielo stellato
perché noi siamo fuori strada.
Mille tir ci hanno affiancato, costretti ad una manovra pericolosa, ci siamo messi ai bordi
ma anche lì sono ripassati come bolidi  Bmw Mercedes Ferrari una formula uno rumorosissima e i decibel sono aumentati.
Sempre più frastornati, nella srealtà, usciamo timorosi dalle nostre autovetture ammaccate, con in mano una mappa sgualcita, ingiallita, con in mano una Lonely planet, con in mano antichi sentieri che non esistono più.
Così vorrebbero farci credere quelli del soccorso stradale, ai quali noi ci rivolgiamo, per essere caricati e riportati sulla strada maestra.
-Ma dove siete?- Ci chiedono
Nessuna mappa satellitare riesce a scorgervi, nessun collegamento, neppure un wireless
Ma dove siete?- continuano a chiederci.
Noi, intanto, camminiamo doloranti e zoppicanti, tenendoci stretta ogni tanto la fronte, toccandoci per essere sicuri di essere vivi, di avere ancora un solo sentire
Alziamo lo sguardo sul nostro cammino ed ancora una volta ripensiamo a chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo
E nel domandarci domande eterne, camminiamo e speriamo che quella srealtà, dove siamo finiti, possa essere per tutti più bella e più giusta di tutte le altre realtà che finora la sorte ci ha squadernato.
La sopravvivenza, il nostro istinto ci guida animale verso la tana, verso caverne e cimiteri, verso i Sepolcri  di Foscolo ancora
Dal dì che nozze, tribunali ed are…con la pietà e con le idee , con tutta la nostra filosofia
Vera unica e sola  certezza che sia
Dal dì che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di se stesse e d’ altrui, 
dal dì che nozze tribunali ed are
sempre le idee ci hanno guidato
sempre le idee son stati un farsi 
di comunità
e
sempre l'idea 
unica e sola 
di avere bisogno uno degli altri,

anche nella srealtà ... fuori strada

mercoledì 7 novembre 2012

Il mondo del ballo- Uno



Il mondo del ballo. Uno
Quando la mia amica iniziò a ballare io guardavo i suoi abiti per le gare
Quando la mia amica iniziò a ballare mi raccontava la scoperta dell’America.
Esisteva un altro mondo, oltre la scuola, le letture, gli affetti familiari, il telegiornale.
Un continente sconosciuto fatto di coppie allenate al ritmo di un fox, di un valzer, di una mazurka.
 Di campionati di liscio, di lustrini, di cene festanti con tanti, con molti.
Dunque c’era un altro mondo!
La mia amica mi disse:- A te non piacerà!- quando io le chiesi di portarmi.
In effetti mi sembrò di essere una aliena fra marziani  e tutto mi era straniero.
Ma la musica mi rimase piacevole e il desiderio e la voglia di muovere anche io un solo piede fu fortissima tanto da vincermi, da vincere la paralisi.
Il mondo del ballo era stranissimo ai miei occhi, nessuno parlava se non dei passi dai fare, nessuno conversava ma tutti contavano e ricontavano, nessuno leggeva o comprava un giornale, ma litigavano per una battuta  su una figura, su un caschè fatto male.
Si allenavano senza posa, ogni sabato andavano fuori in locali squallidi, in gruppi, uguali, ma non si conoscevano.
Nessuno sapeva il nome dell’altro, nessuno sapeva il sorriso dell’altro, ma tutti sapevano contare e contare e quale passo dovevano eseguire.
Un giorno osai domandare un nome. Mi fu risposto :- Perché?-
Perché io volessi sapere il suo nome.
Risposi scolastica che mi sarebbe servito a chiamarla per nome nel salutarla.
Ma lei, ormai giustamente dico io, mi rispose che io il suo nome lo avrei istantaneamente dimenticato.
Mi opposi e reagii, ancora io abitavo il mondo normale!
Il mondo dei testi, dei banchi, del nome e cognome.
Ma è questo lo snodo cruciale, sul web, nel ballo, nella vita reale, il privarsi di un nome,
il farsi una anapersona.
Senza nome.
Domandai in chat su un sito letterario il nome ad una donna, suppongo, e lei mi rispose se io fossi della polizia.
Nessuno ha più un nome per l'altro, nessuno ha un cognome.
Ecco, nei mondi alienati il nome viene bandito, nelle sale da ballo, sui siti, nel web per rovinare , alienati davvero, singoli esseri … mutanti nel tempo








Il mondo del ballo- uno due tre e quattro



Il mondo del ballo. Uno, due, tre e quattro
Cinque, sei, sette e otto.
- Conta.-
Uno due tre e quattro
Cinque sei sette e otto.
Mi rifiuto di contare sulle note di Per averti
Trasportata io in una storia romantica.
Per averti farei di tutto tranne perdere la stima di me  stessa
Uno due tre e quattro
Cinque sei sette e otto.
Mi rifiuto di contare sulle note di una rumba volante
Sul tappeto dei miei sogni
Sul frenetico e vitale mambo, sul trasporto e sulla trottola di un amato cha cha cha
Va da sé che sbaglio il passo, va da sé che non so il tempo,
va da sé che non ho ritmo però mi diverto tanto.
Mi diverto a fare andare i miei piedi come gli altri,
mi diverto a veder possibile  un samba, una bachata.
Penso ancora che solo ieri ero proprio un burattino,
fermo ad un solo gesto, impagliato e scoordinato.
Poi all’alba dei cinquanta io decisi che era ora  che era ora che io andassi sulla mia cattiva strada, sulla strada delle musiche e dei balli sociali.
Ogni volta che iniziavo mi portavano in ospedale, mi toglievano un mio pezzo
Mah, ed infatti io associai per un po’ il ballo ad una sfiga … che mi portasse male.
Ma poi il ballo diventò una vera medicina, fatto poco, pochissimo, come tutte le medicine
Preso a piccole dosi, può guarire melanconie, può guarire sciatalgie.
Come un prozac poi ti dà una vera felicità
Senza contare… uno due tre e quattro
Cinque sei sette e otto
Prometto però che guarderò tutti voi per andare a tempo!


mercoledì 31 ottobre 2012

Spiaggiati sulle rive del web- dopo la mareggiata



Spiaggiati sulle rive del web dopo la mareggiata
Ci guardiamo e non ci riconosciamo.
Naufraghi di una vita destabilizzata, infangata, in solitaria malinconia
Abbiamo nuotato fino a quaggiù
Convinti che ci saremmo salvati.
Ci siamo impegnati a non soffocare, a vincere con bracciate decise, il marito bastardo, la moglie cretina, il fratello urlante, la mamma servile.
Abbiamo poi, nel nostro nuotare, schivato, come la peste nera, il troppo lavoro, il lavoro decente, cercando per sempre di farla franca e rimandando a domani il fare dell’oggi.
Abbiamo nuotato fra flutti e tempeste ed a volte anche nella bonaccia,
guardando la linea della terraferma come nuovi emigranti su una terra straniera.
Ed ora nudi, invecchiati ma non domi,
tentiamo di ingannarci ancora.
Convinti di esserci salvati, ci alziamo, tastiamo sui tasti una nuova avventura.
Dapprima timidi e vergognosi, poi onnipotenti e falsificatori, gridiamo anche noi, dal web, dai video, dai troppi canali, gridiamo una storia solo salsedine amara.
Salata, troppo, e cotta dal sole, oppure gelata, e arsa dal freddo, dal vento, dalle troppe burrasche, una storia infinita, ammollata nell'acqua del nostro immenso e sconosciuto passato.
Ma noi siamo qui, per ora, ci siamo, con il solo impegno di rimetterci in cammino…
di dare un motivo, uno solo, degno, di dignità, di dedizione, di affettuosità, di studio ancora
Non  più per noi, ma per i ragazzi, che sono nati già qui spiaggiati,
già qui da soli abbandonati con una bottiglia, con una lattina, con un cellulare, 
Sulle spiagge del web
Di più non so

Nel romantico sud



Nel romanticissimo sud
Dove le pistole dettano legge
Un cavaliere misterioso cerca la bellissima donna vista sul giornale
Carmencita
Nel romanticissimo sud
 zingari prolifici popolano  strade che non portano a niente
insieme ad albanesi, marocchini, ucraini e tibetani
Melting pot lo chiamano, ma di crogiuolo di razze c’è ben poco.
Loro arrivano, si insediano, sporcano, non si può dire, vero?
forse come e più dei sudisti veri.
E poi addirittura gli zingari votano
Votano il partito, l’uomo che li paga ad una scarpa a voto.
Ma  nel romanticissimo sud tutto è romanticamente amore
Per amore ci si uccide, si soffre e ci si agita…
Le parole portafoglio, interessi, ricchezza, privilegi,
sono parolacce.
Sposa fa rima con rosa
E non con irosa
Amore con cuore e non con onore
Rispetto è solo un aggettivo  dal participio passato
Molto ignorato del verbo rispettare
Nel romanticissimo sud
La famiglia è una pigna
Infatti i pinoli non sono tutti uguali
E i figli beh…
Un parente molto lontano fra i parenti dei parenti
 ebbe un figlio con la domestica,
allora si diceva così, Boule de suif, Maupassant,
lo tennero sotto il tavolo, ogni tanto gli mollavano un calcio,
lo affamavano il bimbetto
poi poi il tempo passò
e nessuno seppe mai,
e la prole legittima non volle nemmeno conoscere,
religiosamente parlando,
il frutto del peccato,della violenza, del sopruso.
Potrebbe costui, costoro, tanto sono in tanti,  soffiare o rivendicare una eredità?
No, ma potrebbe…
Siamo molto romantici qui al sud
Nel romanticissimo sud nemmeno un fiore profuma di fiore
Ma tutto ha un prezzo, tutto si vende, tutto si paga ,
con la prepotenza dello sciupare, dello sporcare
dello sputare nel piatto vicino.
Perché anche lo sputo, qui, al sud, è uno sputo romanticissimo