domenica 11 gennaio 2015

La Licenza di Lo Monaco- Non è vero ma ci credo



La licenza di Lo Monaco- Non è vero ma ci credo


Ieri sera al Politeama di Catanzaro, noi sul palcoscenico, nel laterale riservato alla stampa, e nello stesso tempo nel testo recitato.

Io, da osservatrice esterna, ascoltavo i nomi che Sebastiano intercalava fra una battuta e un’altra del testo di De Filippo, agitando una fotografia di Ennio Stranieri su un favoloso Enrico IV recitato dall’attore a Lamezia.

I nomi di amici presenti in platea, di Giovanna Villella, che si occupa, da anni,  di teatro, e che ieri sera, con guida esperta, ci aveva permesso la trasferta, si mescolavano con le frasi del testo, creando quel teatro nel teatro che rende viva ed unica una rappresentazione.

Sul testo e sulla commedia non ho nulla da dire, mi sembrano temi corrosi dal tempo, situazioni e ambienti ormai spariti, essendosi liquefatta la piccola borghesia familiare che sorreggeva simili momenti

Interessante invece il tessuto di rimandi e riferimenti, la storia del teatro napoletano e non,  attraverso i tic, le frasi, i gesti che Sebastiano fa ricordando Totò, Tina Pica, Vittorio Gassman- che consiglia ad Alessandro di lasciar perdere che non è cosa sua-, ed infine lo stesso Peppino De Filippo, così straordinariamente riportato da sembrare lui stesso, Lo Monaco, Peppino. Gli somigliava pure.

A fine spettacolo Lo Monaco ha salutato e fermato  gli spettatori, che stavano andando via, impartendo una splendida lezione di affetto. La vicinanza di cui si ha bisogno per essere felici del lavoro fatto. Il motivo  per cui ci si alza e andiamo a teatro, il senso delle cose che ci fanno comunità. Lo pensa veramente, lui, che da grande interprete della stagione classica a Siracusa, è stato l’Edipo Re.

 Un Grande attore sotto il segno della vergine

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