sabato 24 gennaio 2015

Gegè dopo Mogol, uguali



Gegé Telesforo.
 Dopo Mogol lui, con il complesso d’inferiorità che non  farà mai dire quanto sia stato utile, per entrambi, incontro con Lucio Battisti, Mogol, e Renzo Arbore per lui.
Anzi, Renzo Arbore trattato come un coetaneo, mentre lui, Telesforo  è nato  a Foggia, 14 ottobre 1961 e Renzo  a Foggia, 24 giugno 1937.
Tutto alla pari, nulla su Renzo. Lo chiamò, lo portò a fare il presentatore e lui, oh, lui, aveva già fatto altro.
Così si evince da conversazione lunghissima su un palco con conduttore a volte visibilmente a disagio, vedendosi sdoganare due palle, per ben due volte,  e canne e cannoni, che artisti si fanno per dare di più.
Veramente fuori  da eleganza, lontanissimo da Renzo, che è e resta il vero genio innovatore.
Inizia dicendo che a Foggia si sta male, malissimo, ultima città per tenore di vita, penultima.
Continua dicendo che è la mentalità sbagliata al  sud e che però lui fece palestra per pugilato, forse con Carofiglio?, e questo servì a difendersi ad Harlem.
Lui si sente Afroamericano di Foggia, la città diventò il suo parafulmine ed ha incontrato, lui di Foggia, Myles Davis e Ray Charles, il resto, io, non conoscendo, non ricordo.
Insomma lui un grande diventò, con questa passione per la musica, assorbita a casa, dal suo papà, architetto, cultore di jazz,  che gli regalò una batteria, a pezzi, un pezzo alla volta.
Un uomo fortunato, da sesto piano.

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