Il natio borgo selvaggio
Alla maniera di, in un
maniero mi ritirai.
Troppo selvaggio fu il vivere
qui.
Tenni aperto il ponte solo
per alcuni che avessero in mano un libro, un film, una musica, colori e
politica, passione politica.
Solo per chi non era di qui
Per tanti anni ignorai le
tribù, mi appartai nel mio mondo, non ascoltando che danze lontane, non vedendo
che intorno tutto era solo un borgo selvaggio.
Continuo a vivere nel mio
maniero, con ordini perentori.
Quel ponte deve cadere giù
solo e sempre più raramente, una selezione spietata.
Tutto a posto?
Certo è tutto a posto, miei
cari concittadini,
tutto a posto e niente è in ordine.
tutto a posto e niente è in ordine.
Leopardi si illuse che fosse
il suo borgo ad esser selvaggio, si illuse che fuori fosse migliore.
Io non ho questa illusione.
Io non ho questa illusione.
Io scelgo ogni
persona, io scelgo per sintonia, per comune sentire, scelgo chi far entrare in Litweb.
Scelgo felice di essere al mondo
che steccati non ha, dopo aver alzato il ponte.
Perché solo se ho chiuso a chi vorrebbe rinchiudermi allora posso essere libero.
Perché solo se ho chiuso a chi vorrebbe rinchiudermi allora posso essere libero.
Per tutti è così
Alziamo convinti un
bellissimo Alt agli esseri inutili, ai cattivi e gelosi, a chi vorrebbe il possesso
di una mente libera, a chi vorrebbe sbirciare dentro per trovare chissà che
cosa.
Fuggiamo felici dal nostro
borgo e andiamo fuori, fuori davvero, ci accorgeremo che siamo in tanti a voler
vivere diversamente.
Ci accorgeremo quanto sia
facile ignorar selvaggi e nativi locali.
Siamo pur sempre cittadini di
un regno senza confini e senza danari, il regno della fantasia.
Leopardi avrebbe approvato
Sempre caro mi fu quell'ermo
colle
Vivere senza eppur viverci
dentro
Non ho bisogno di fuggire
lontano
Io a Lamezia non sono mai
stata
Nessun commento:
Posta un commento