venerdì 21 febbraio 2014

Una botta e via- La signora milanese e la signora calabrese



La signora milanese e la signora calabrese

Uguali

Lei, la milanese, è ricca, ben sposata, molto ben sposata, con palco alla Scala, posizione vip, vicinissima Borrelli, vicinissima l’Elkann e la Borromeo.

La incontro sul viale stazione di Lamezia e la saluto. Fa parte delle parentele acquisite. Lei rallenta, stranamente. Si ferma e facciamo due passi insieme.

Inizia subito l’attacco contro una donna che io conosco superficialmente, che fu allevata nella famiglia del marito e che visse sempre con loro tanto da avere un lascito, un appartamentino, un vitalizio, da una famiglia che lei aveva tanto amato.

Qui, la signora milanese, ingioiellata e imbellettata, ricca in anni che dovrebbero dare saggezza mi fa:- Capisci, capisci, questa donna mi ha rubato anche una coperta! Come se non bastasse il resto, anche una coperta!-

Sono imbarazzata, mi verrebbe voglia di rispondere:- Io non conosco la ladra, ahah, se vuole posso comprarle una coperta, ahah-

 Saluto velocemente e vado via, prima che il mio diavoletto impertinente risponda per me.

Passano gli anni e l’altra mattina incontro una signora calabrese, molto dotata intellettualmente, laureata.

La saluto educatamente e lei anch’essa per la prima volta si ferma, mi intrattiene.

Su una sua collega che, non sposata e non avendo figli, fa , secondo lei, sposata e genitrice, una vita grama senza botta.

Insomma una botta e via, forse qualche volta la può rimediare, continua l’esimia, arricchendo le sue osservazioni con altri coloriti e poco opportuni giudizi su chi viva sola

Se c’è una cosa che mi lascia male è la volgarità e questa non ha ambienti, non ha ricchezza, non ha bellezza.

La volgarità degli animi risiede sia in una ricca gentil signora milanese che in una splendida laureata calabrese.

Non è il luogo bello o brutto che fa un animo bello o brutto, io credo che si nasca diversi, sensibili o meno.

L’educazione serve per frenare istinti, correggere, indirizzare, chiarire, far sapere…tutto il resto lo abbiamo innato.

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