L’oro del Mediterraneo
tra natura e mito
Da Fernand Braudel a noi
24 Aprile 2013 Mattina al Liceo Linguistico ”Tommaso
Campanella” Lamezia terme
Bellezza può
essere un tramonto?- domanda a Francesco
Bevilacqua un abitante di luoghi perduti
Certamente- risponde lui
E l’altro:-Ma guarda! Non ci avevo mai pensato!-
Dal panorama al paesaggio
Guardare il mondo con lo stupore, con il desiderio di sapere
dove abitiamo.
Connotare il nostro mondo, il nostro paesaggio di emozioni,
dice l’urbanista Michele Ruffa, fa la differenza fra panorama, semplice
descrizione geografica, e paesaggio, luogo di anime, luogo vissuto dalla
storia.
Una storia antica.
Ricordarsi, Michela narra, di Urano e Gea, la volta stellata
e la terra, entrambi figli della notte, uniti in matrimonio per dare luce ai
Ciclopi e ai Titani.
Urano gettava i suoi figli nel Tartaro finché Crono con
l’aiuto della madre non lo evirò..
Zeus, figlio di Crono, lo spodestò a sua volta, e si
innamorò di Mnemosine, la memoria.
Da questo amore nacquero le Muse
Da questo amore nacque il piacere di raccontarsi
Nacque il mito.
Nacque il Mediterraneo, un mare che sta in mezzo alle terre,
fra l’Europa, l’Africa e l’Asia.
Tre continenti.
Il nostro sindaco raccogliendo il senso e il significato di
un parlare, ci riporta Braudel
“ Il Mediterraneo. Lo spazio la storia gli uomini le
tradizioni”
tutto è attuale e insieme defunto e tuttavia vivo
tutto è attuale e insieme defunto e tuttavia vivo
Braudel ha dedicato
al nostro Mediterraneo pagine di straordinaria poesia, da storico.
Il mare di Braudel, il mare di una storia che è in
movimento, in un tempo immobile, il tempo onnipresente.
Il mare di Caterina Cuda, con le meduse, con le tante meduse,
l’ultima è stata raccolta sul litorale lametino in una
passeggiata pochi giorni fa.
Velella Velella, una medusa blu cobalto, presenza in un mare
pulito, dice Michela Cimmino,.
un idrozoo coloniale, massicce colonie aggregate, simili
alle nostre aggregazioni umane.
Un convegno dedicato al nostro mare, alle nostre pietre,
alle nostre sirene, a Lighea, figlia di Calliope, apparsa allo scrittore
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, poco tempo prima di morire, per lenire delusioni e stanchezza, affanni e paure
con un
ritorno alle acque marine.
Un convegno sul mare in un auditorium che sembrava un mare.
Un mare di ragazzi, attenti e frementi, molto coinvolti e
stupiti di possedere tanto oro quanto possa contenerne tutta la storia di
popoli e popoli.
Un tesoro immenso
Il tesoro della conoscenza.
Vedranno questi ragazzi, con i loro occhi, le coste di cui
si parla oggi, vedranno la bellissima Tropea e Capo Vaticano, vedranno la costa
viola, e capiranno in un solo momento di appartenere al mare color del vino.
Il mare di Ulisse, il mare primordiale degli Enotri, il mare
da dove arrivò l’ossidiana,
capiranno che nulla è perduto perché tutto stratifica nei
nostri geni
dandoci oro, l’oro dell’acqua che ci fece nascere, dal mito
di sempre,
l’oro dell’acqua che
ci fa vivere e viaggiare.
Mare sei dappertutto
Nel vento tra gli ulivi
Nelle vigne fra i pampini lucenti
…
odorano di mare i
letti delle spose
le cune dei bambini nelle case
c’è mare tra i capelli e sa di sale
il seno delle donne innamorate
questi i versi di
Pina Majone, dal suo ultimo libro ”Frontiera”, sulla pagina iniziale del
convegno, un inno al nostro mare.
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