giovedì 4 aprile 2013

C'è risata e risata

Vado alla presentazione del libro di Pingitore- Diario intimo di un cabaret-
Lo scrittore, un distinto signore, è cugino del mio amato pediatra.
Ed è in questo tono di affettuoso incontro familiare che si svolge la serata.
Un bel video con il collage di alcuni degli sketch più riusciti negli anni, l'indimenticabile Gabriella Ferri che ci canta ... anche tu così presente, anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più... Oreste Lionello e il suo sosia Andreotti,  le donne immagine di una donna da cafè chantant, da Crazy- Horse, bellissime e levigate, perfette e pure, senza triplo fondo.
 Una serata nostalgia.
I due presentatori, beh, veramente uno solo, si limitano ad incensare, a chiamare l'autore dottore, Maestro, tanto da infastidire Pingitore stesso che precisa di non voler essere chiamato Maestro, e nemmeno dottore, ma l'altro, un valente avvocato, mi dicono, continua causando nel suo interlocutore una gastrite immediata.
Si parla spesso di satira, si dice quanto sia stato apprezzato e applaudito dal pubblico questo spettacolo nato in una cantina di Roma nel 1965 e  portato in tv nel 1973 con maggiore successo di audience.
Ora che l'esperienza televisiva si è conclusa nel 2011 è il tempo dei bilanci, dei ricordi.
Satira di destra... hanno detto.
La serata già finiva e  pochissimi  interventi, la prima domanda arrivava proprio ai commiati.
Avevano mai avuto denunce? avevano mai gli autori subito processi ?
Mai- è stata la risposta- perchè abbiamo sempre detto la verità con rispetto e leggerezza.
Non c'era il tempo per chiarire, per dire cosa fosse la satira, cosa distingue Plauto da Marziale, cosa fosse lo scherzo che veniva offerto ogni sera sul palcoscenico del bagaglino.
Un inno alla vis comica italica, al faceto, alla grassa risata plautina, come la chiamava il mio prof di latino, una risata che solleticava, che faceva sbellicare ma che non rende liberi.
Non satira, non sprezzo di costumi servili, non canto libero di un pastore errante, solo facezie, torte in faccia, barzellette, grande mestiere, professionalità, rispetto dei tempi, delle battute e tutto restava esattamente dove lo si rimestava.
Una grande tristezza.
A me faceva solo una grande tristezza vedere artisti molto bravi snocciolare barzellettine scemotte e vedere ridere il pubblico per il  solletico che con qualche volgaruccia volgarità veniva fatto loro con doppi sensi scontati
Così la serata che avrebbe potuto essere una occasione diversa è naufragata nella nostalgia canaglia di un tempo che può essere e sembrare migliore proprio perchè ha irrimediabilmente sporcato il tempo presente con la superficialità del risus abundat in ore stultorum
Ovviamente mi riferisco a tutta una produzione italiana, dalla barzelletta dei comici  alla barzelletta del nostro capo d governo di destrica memoria

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