sabato 20 aprile 2013

I comuni e i beni comuni con Rodotà



I comuni e i beni comuni- La rinascita dell’anno duemila

Nell'anno mille i comuni nacquero per governare il territorio senza l’ingerenza feudale, senza il potere religioso.
Una classe nobiliare e imprenditoriale cominciò a organizzarsi attorno all'uso dei beni comuni.
Non più sudditi ma cittadini.
Il potere venne affidato a magistrati che sarebbero rimasti in carica per un solo anno, secondo il modello romano, ed eletti dal popolo.
I comuni
Anche ora ci opponiamo al sistema feudale, anche ora siamo molto preoccupati dallo sciupio della nostra aria, del nostro mare, della nostra terra.
Guardiamo stupefatti un sistema feudale centralizzato e globalizzato governare per assiomi.
Spettatori scomposti e diseducati ci agitiamo senza possedere la regola, il diritto, la facoltà.
Lasciati liberi di non essere liberi urliamo.
Ritorniamo alla storia, ritorniamo a studiare passaggi, snodi, ribaltamenti.
Guardiamo al medioevo, al tempo dei comuni e crediamoci ancora.
Sotto questo cielo viviamo
Questa stessa aria respiriamo
In questo mare navighiamo
E sono questi i beni comuni da preservare, da curare, da amare
Prima che ci vengano sottratti del tutto.
La tutela dei beni comuni è all'attenzione di Stefano Rodotà, giurista
È alla nostra attenzione
Per non dimenticare
Per essere vigli e seri e cominciare a scappare nella  palingenesi del passato
Ippolita Luzzo 

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