Gli esseri umani 6 settembre 2011
Una volta gli esseri umani si frequentavano fisicamente.
Abitavano case piccole con nonni, zii, cugini.
Andavano in chiesa e poi all'oratorio, agli scout, alle associazioni di partito.
Litigavano, facevano pace, tornavano a litigare.
Una volta gli esseri umani si salutavano, domandavano educatamente:-Come stai?-
Aspettavano la risposta, ascoltavano.
Non era l’eden, ma gli esseri umani esistevano, avevano valore e molti per affermare quei valori persero la vita.
Non è stato tanti anni fa, forse fino agli anni ottanta, fino agli anni novanta, poi il cellulare il computer internet hanno ribaltato il mondo delle relazioni e noi senza educazione all’uso siamo tutti impazziti.
Sono mezzi nuovi e bellissimi per rapportarci, sono realtà di fiaba, penso che sia una bellissima opportunità, ma senza una disciplina è come essere davanti un tavolo troppo pieno di leccornie senza nessuno che ci dica basta.
Una gigantesca bolla dell’altrove, del virtuale, sempre più immensa ha cominciato a gonfiarsi nelle nostre teste, nelle nostre strade, nei nostri figli.
SMS, messaggi, squilli, richiami, dipendenze, computer acceso ,sempre lì su facebook, messenger, sui siti, sui blog.
Gli esseri umani, senza più età, senza più viso, senza responsabilità hanno cominciato a vagare frastornati nei tanti amici, nei troppi incontri, nelle offerte e nei rifiuti, in una notte troppo nera.
Scrivono, quanto scrivono!
Scrivono inventando, scrivono e riscrivono in un nulla di falsità.
Hanno un avatar, un nickname, hanno tutto ma non son loro, sono altri, sono alieni, sono solo immaginari.
Possono solo ingannare chi si fida, chi ci crede, possono poi turlupinare chi è ancora in buona fede.
E’ un gioco, ti diranno, dai, non fare la puritana
Per chi crede ancora nella sincerità sembra che spazio non ce ne sia più, viene chiamata predicatrice, senza il velo della ironia, senza un briciolo di fantasia.
Ogni parola cambia nel mondo di social network, ogni parola è trasformata piegata in un server che non serve.
Mi spaventa e poi mi attira, mi sconvolge la dinamica e l’incredibile dipendenza del mezzo sullo scopo, del finto sul reale.
Dovremmo dirlo ai nostri figli, dovremmo essere inflessibili, severi, ma proprio non possiamo perché anche noi adulti giochiamo, sì giochiamo a fare i nuovi seduttori.
Seduci tu che seduco anch'io, oggi ho trent'anni, domani sessanta, oggi ti adoro domani nemmeno ti conosco, e tu chi mai sarai?
Son queste le domande esistenziali che ci agitano negli anni duemila ,mentre tutto si stravolge, mentre vengono mangiati dai pesci uomini come noi.
Ma a noi che cosa importa se non c’è più un ospedale, se i rifiuti ci avvelenano, se qualcuno s’è impiccato!
Lì sui siti non importa se tu hai avuto un brutto guaio, se per caso stai male, se hai fatto un incidente colossale!
Che importa!
Tu non esisti, non esiste nemmeno l’altro, può sparire all'improvviso, può mandarti a quel paese, Online, di sicuro!
Non conosco, non conosci, siamo proprio tutti matti, siamo matti veramente se non freniamo in tempo!
Il tempo del reale non quello del virtuale!
Gli esseri umani esisteranno ancora fino a quando ci sarà uno solo che chiederà ad un altro -Come stai?- ed ascolterà la sua risposta con attenta comprensione.
Ippolita Luzzo
Da Ettore Zanca:
"Quando viene emanata una regola da rispettare, c'è chi ubbidisce e chi, purtroppo la vede come qualcosa da aggirare o fraintendere".
Ecco, come diceva un mio professore di diritto.
Anche noi come Ettore e come il suo professore di diritto crediamo che avvenga così ogni qualvolta una regola sia emanata, una legge dello Stato venga promulgata.
Ognuno, a secondo di come ne veda beneficio, è pronto a farne quello che reputa più consono al suo sentire e al suo guadagno. Ed io credo che ognuno di noi si comporti a seconda di ciò che capisca. Quindi il nostro comportamento è la spia di ciò che noi intelligiamo: Intelligere, un verbo di difficile coniugazione - Dialogare, comprendersi, trovare nelle conversazioni punti di contatto è diventato un risultato presso che irraggiungibile in un'epoca come la nostra.
Indubbiamente crediamo che la maggior parte dei cittadini ubbidiscano, alcuni fin troppo tanto da diventare così zelanti da trasformarsi nel caso attuale in delatori, nel denunziare chi la regola non ottemperi, e ci saranno invece altri che troveranno il modo di aggirarla.
Nel momento che viviamo le regole emanate ci dovrebbero proteggere dall'infettarci di un virus insidioso, sono regole a nostro vantaggio, eppure eppure ci sono tante varianti nei comportamenti umani.
Mi auguro e ci auguriamo tutti di riuscire ad accettare le regole dopo averle capite. Se non si capiscono non si accetteranno.
Intanto conosciamo e leggiamo Ettore Zanca nei suoi libri e nel post di oggi:
Ettore Zanca:Visto che ha funzionato per spiegare la parte del decreto che riguardava chi correva, ci riproviamo con la nota del Viminale.
Il Viminale ha pubblicato una circolare nella quale interpreta e chiarisce le regole governative, concedendo una passeggiata nei pressi dell'abitazione a un genitore con un figlio, per poco. Si concede lo stesso diritto anche ad anziani e disabili bisognosi di accompagnamento. Come voi, ben sapete. Punto, punto e virgola, due punti.
L'italiano scrupoloso apprende la regola. La comunica in famiglia e fa un giretto col pargolo, lontano da tutti, stando attenti alle distanze e non allontanandosi. Dopo ritorna a casa e attende pazientemente la fine di questo momento tremendo.
L'italiano per cui queste "concessioni" non sono altro che finestre con vista sulla caciara in ordine:
Organizzerà tornei di calcetto condominiale con tutti i figli a disposizione, più quelli dei vicini, in più chiamerà per salsicciata clandestina pure il cognato che abita nell'altro quartiere che tanto "siamo stati tutti a casa, cosa può succedere?".
Uscirà col figlio, poi con l'altro figlio, poi uscirà la mamma con i figli invertiti, poi usciranno papà e mamma da soli, poi papà per buttare l'immondizia, poi mamma per fare la spesa, poi viceversa perché mamma per errore ha buttato l'arrosto e papà ha dimenticato le pesche sciroppate che non possono assolutamente mancare a casa (storia vera vista ieri, questa delle pesche). Poi torneranno a casa, faranno uscire a turno il cane e poi a turno il nonno che li maledirà fino alla settima generazione perché non vuole uscire.
Cercherà di capire se il figlio della dirimpettaia con cui ha avuto un'avventura gli somigli davvero, per un rapido procedimento di riconoscimento della paternità e conseguente diritto alla passeggiata.
Uscirà con la moglie incinta perché "tanto non è specificato quanto piccolo deve essere il figlio".
Uscirà con una donna con figli scelta a caso "perché di botto sento un forte desiderio di paternità".
Uscirà con diverse donne ma senza figli "perché sento forte il desiderio della paternità ma non ho ancora deciso con chi fare un figlio e ci vuole un approccio per scegliere e comunque il Viminale non specifica che se si se esce con figli, i figli debbano essere esistenti".
A Vimina', damme retta, speriamo bene. Quando vi siete avventurati al Governo con i runners ve ne siete pentiti. Perché la verità l'ha detta ieri un mio amico esponente delle forze dell'ordine.
"Quando viene emanata una regola da rispettare, c'è chi ubbidisce e chi, purtroppo la vede come qualcosa da aggirare o fraintendere".
Ecco, come diceva un mio professore di diritto, questa frase è da vergare in oro su tavola di marmo.
Ippolita Luzzo
Biografia di Ettore Zanca: Sono nato a Palermo il 18 settembre del 1971. Sono laureato in giurisprudenza e attualmente vivo a Colleferro, in provincia di Roma, sono sposato e ho un figlio di quattro anni. Sono consulente legale, ma ho la passione per la scrittura. Da un paio d’anni ho messo più dedizione in questa passione, iniziando a scrivere racconti di narrativa, sfociati in una raccolta attualmente in visione ad alcune case editrici, intitolata E vissero tutti feriti e contenti
Ettore Zanca:Palermo 1971- Scrive storie. Umanità varia e calcio, tra gli argomenti preferiti.
Blogger per Io Gioco Pulito, blog sportivo del Fatto Quotidiano. Col
Ha collaborato con: Cose da fare in Sicilia, Rosalio, Giornalettismo, L'Ora quotidiano, Chizzocute, Moonstudio, La valle dei templi, Calcio Extra time, Iovel, Ingresso libero, Informazione libera, Il Gazzettino di Sicilia e Live Sicilia.
Books
Ianieri Edizioni - E vissero tutti feriti e contenti, con prefazione di Enrico Ruggeri. Santa Muerte.
Montegrappa edizioni - Polvere. SipSEC - Meglio essere Peter Parker. Coppola Editore- collana Il pizzino della legalità - Zupì e gli infedeli, la favola di don Pino Puglisi e,insieme a Daniela Gambino, Vent’anni sulle stragi del 1992 - vincitore del premio speciale Gesti e parole per la legalità 2012. Cartacanta Edizioni - Zisa Football club - raccolta Si sente la voce.
Gemma edizioni - N1 vite - Stiamo arrivando. Urban Apnea edizioni - Oltre la linea bianca. La giostra della memoria
"Andava ripetendo come fosse la sua unica dimensione, quella del presente e che fosse necessario abituarsi a sentirla, farla diventare tangibile attraverso una serie di esercizi. Lea non ha mai trovato prove della verità e della validità di quegli allenamenti." Lea sta cercando di Marta Fiani, architetta responsabile del progetto Tundra. sparita quando Lea, sua figlia, è una ragazza. Ora nella casa di Lea vive Diana ed è Diana a fare un riordino, una raccolte di carte, nelle carte di Lea, per capire chi sia stata Marta Fiani e cosa abbia significato il progetto Tundra e come abbia modificato le persone e i loro rapporti.
Leggo questo libro uscito per la casa editrice Tunuè proprio in questi strani giorni di esperimenti sul modo con cui trattare un virus che ha modificato la vita del mondo intero.
Sembriamo noi i personaggi del progetto Tundra e come sempre sappiamo in che modo autori sensibili riescano a intercettare le inquietudini e gli sconvolgimenti del futuro.
Fiani Marta è realmente esistita, nella bibliografia Elena Mirabelli cita a suo nome Costellazioni e Sciami. Uno studio di logica della spiritualità a cura di La Guida.
E sempre da La Guida troviamo Saggi di architettura emozionale.
La storia ha percorso un sentiero spirituale fatto di esercizi, esercizi di meditazione, come quelli inerenti al tai chi, e avendo un'amica che fa simili esercizi per raggiungere l'energia posso dire di aver sentito, da profana, nella scrittura l'energia del Tai Chi.
"Marta Fiani sviluppava i concetti di limite e distanza parlando di cellule e di corpi, e di distanza fra gli ego.
L'unica questione?Quella del bordo e del limite.
...
Sentire l'elasticità dei muscoli. E dell'aria comune. " Mi sembra di sentir parlare la mia amica, che Elena conoscerà quando riusciremo a tornare nelle frequentazioni possibili.
La tundra, il progetto utopistico di rendere gli uomini felici,
la Città-Bioma, costruita seguendo i dettami di decoro, efficienza e sicurezza.
Lea però vede solo la scomparsa della madre, portata via dalla Guida, in una macchina scura.
Restiamo ingabbiati e sorpresi in un congegno che ci ricorderà scenari di fantascienza se non fosse già abbastanza folle e sconvolgente il momento che stiamo vivendo.
Restiamo con Lea, di nove anni, per mano, guardando la storia andare via.
Nella configurazione Tundra
Ippolita Luzzo
Sono di ritorno dalla chemioterapia mensile e quale conforto e compagnia più esaltante può essere la lettura!
Accompagno la lettura con questo mio piccolo pezzo intanto che il farmaco va. Il mio problema è stato risolto con un intervento chirurgico ma ora una pandemia affligge il mondo intero.
" Che fare di fronte a un problema insolvibile? Ciò che ha sempre fatto l'uomo nel corso dei secoli: usare l'immaginazione. L'immaginazione è l'unico surrogato possibile per completare il film della nostra vita, sostiene Girolamo, perché è l'unico modo in cui possiamo far coincidere il punto di vista, o meglio la visuale di ripresa. Anche se cambia la natura dell'oggetto, che in un caso è reale e nell'altro è immaginario, la telecamera che riprende siamo comunque noi, lo sguardo è il nostro, siamo noi i testimoni privilegiati. Passare dalla realtà all'immaginazione è come cambiare qualità della pellicola, ma l'obiettivo che riprende resta lo stesso. Ecco spiegata la confusione che tanta gente fa tra realtà e finzione, pensa Girolamo"
Girolamo Girolimoni, ha un nome di un personaggio di cui la cronaca nera si è occupata nei tempi passati, essendo stato denominato il mostro di Roma, ed al quale vennero date colpe di crimini che non aveva commesso. Il nostro Girolamo si sente anche lui accusato ingiustamente di qualcosa e si sente perseguitato, ma Girolamo è anche il nome di uno dei Padri della Chiesa. Ed è bello poter spostare il nostro punto di vista sul nome con la conoscenza.
Mi è molto familiare Girolamo, il protagonista del libro, alle prese con le sue piccole occupazioni, perché è del segno dei pesci, come mio marito, come mio figlio, come la mia luna in pesci, e insieme sentiamo, noi due, io e Girolamo, di essere ai confini di nuovi mondi e di nuovi modi di vivere.
Girolamo è nato il 29 febbraio, un giorno che non esiste, o per meglio dire un giorno presente nel calendario ogni quattro anni per far tornare i conti di un calcolo sbagliato del calendario.
Graziano Graziani ci presenta questa uomo con dettagli minimi, e nello scrivere di lui scrive di tutti noi alle prese ora con certificazioni in cui dobbiamo dichiarare chi siamo e dove andiamo, perché andiamo, una dichiarazione sostitutiva dell' atto notorio che dobbiamo tenere in macchina.
Sapeva Graziano che il suo libro sarebbe uscito all'alba livida di un divenire pandemico? non credo, ma lo sentiva nell'aria e ci ha regalato un orologio, anzi un orologiaio, un uomo che possa mettere a posto il meccanismo del tempo e dei ricordi, che possa unire realtà e immaginazione nella storia personale di noi lettori.
Amerete moltissimo il libro di Graziano Graziani, amerete moltissimo il suo personaggio, ameremo moltissimo insieme a lui passeggiare nei boschi narrativi di Graziano, boschi che non ci saranno mai preclusi, perché sono i boschi della letteratura.
Sempre grata nel Regno Della Litweb alla splendida collana "Romanzi" della Casa Editrice Tunué
Il prossimo pezzo sarà per Elena Giorgiana Mirabelli: evviva voi
Ippolita Luzzo
Non ho idea di chi abbia deciso che io avrei dovuto leggere e innamorarmi di queste Piccole Apocalissi, racconti brevi e suggestivi, omaggi ad altrettanti bravissimi scrittori del nostro tempo andato.
Fatto sta che da ieri io sto in fascinazione autentica ringraziando la mia buona stella o meglio dire il Regno della Litweb che mi permette queste meraviglie.
Certo avrei dovuto accorgermi prima di Livio Santoro, autore di racconti apparsi su riviste che io leggo e stimo moltissimo quali fucine di buona letteratura: Crapula Club, Achab, Flanerì, tanto per citarne alcune.
Avrei dovuto incontrarlo nella Classifica di Qualità dell'Indiscreto, Classifica dove vengono segnalate le più interessanti uscite dell'ultimo trimestre, e dove anche io faccio parte come giuria.
Non riesco a ricordare il momento ma ora che lui è qui ne sono felicissima.
Finito di stampare il 29 gennaio 2020 da Edicola Ediciones, casa editrice abruzzese, nata con l'intento di costruire un ponte di libri e cultura tra l'Italia e il Cile, questo lavoro di Livio Santoro vi sorprenderà malgrado ora la realtà ci abbia depistato e sconvolto tutti.
Pezzi, frammenti, bozzetti, apologhi, "Nelle vuote stanze" ci sono infinite cose, Livio ci invita a guardare nelle vuote stanze.
"Nelle vuote stanze ci sono infinite cose: esse spariscono quando apriamo la porta e profaniamo il silenzio con i nostri passi...Ma quando, di nuovo fuori, richiudiamo la serratura, ebbene lì dentro, nelle vuote stanze, quelle cose sono di nuovo infinite, di nuovo infinite"
Leggiamolo con trepidazione questo insieme di riflessioni, di immaginazione, di stupore fino ad "Epidemia" e guarderete stupefatti la mappa della città degli ultimi decenni, i puntini rossi sulla mappa per vedere la terribile evoluzione del morbo, ancora esistente nella fantasia dell'autore.
Ogni storia sembra rovesciata di senso, come nella "Stella cometa", ogni cosa vi sembrerà diversa dopo aver letto "L'ultima cena" e imparerete le parole del "L'Avanguardista"
Sono giochi di incastri letterari che forse ci ricordano altri giochi e ne godiamo proprio perché ne riconosciamo la fratellanza con una parte del fantastico letto durante l'adolescenza, e ci sentiamo anche noi come il giovanissimo Antonino di " Piccole Apocalissi", anche noi guarderemo nella polvere per vedere le stelle, nella luce filtrante tra le tende delle finestre.
Anche noi guarderemo dove vanno a finire le stelle, ammaliati.
Accumuleremo anche noi come "Lo speranzoso accumulatore"e conserveremo la trasparenza della lettura limpida e ringrazieremo l'autore di portarci un po' più in là, via dalla strettoia in cui dobbiamo stare mentre "Fuori" le nuvole e qualsiasi altro liquido compongono il nostro volto e parlano la nostra lingua.
Seguendo Livio sono arrivato a Peppe Millanta e mi piacerebbero si conoscessero nel Regno della Litweb, un luogo dove le nuvole sono solide basi su cui partire verso nuovi orizzonti.
Ippolita Luzzo
Sono tempi strani. Osserviamo straniti il ritorno di Bertolaso alla Regione Lombardia, lo osserviamo straniti visto cosa aveva prodotto al terremoto dell'Aquila. " Super commissario di Fontana: costruirà l’ospedale finanziato dai Ferragnez"e anche questa donazione ci sembra una beffa.
Ci sembrano tutte beffe atroci anche ciò che riguarda la Calabria, scientemente voluta infettare lasciando liberi i ritorni.
Sono tempi strani che favoriscono gli orrori e le ingiustizie, di recente abbiamo avuto notizia dei morti nelle carceri, morti che non avranno nemmeno un perché.
Siamo impauriti e sfiduciati, e sulla sfiducia si può imperversare con gli sberleffi della Littizzetto e di Fiorello, due tristi figuri che ridere non fanno più da moltissimo tempo.
Stanchi e amareggiati chiediamo il conforto alla musica che ad alto volume lasciamo andare per le stanze vuote di un futuro inimmaginabile.
Ed ora non ci sei che tu, scrittura, a lenire questi orribili tempi. Aspettando la Primavera
Ines ed Emily
Una serie di avvenimenti puramente casuali si sono intrecciati tra di loro ed hanno permesso l’incontro con Ines, che non conoscevo quasi, sul Corso Numistrano nel maggio del 2009, casuale salire sopra nel suo appartamento e provare un’emozione intensa.
Non so se conoscete la sua casa, alcuni di voi penso di sì, è bellissima, quadri grandi di Carnovale appesi alla parete, lei giovane, lei donna, paesaggi, colori, foglie, fiori, fogli sparsi, libri, computer, telefono, televisore, lei.
Tutto in un ampio salotto soleggiato.
Lei si alza, mi prende le sue poesie e inizia a leggere.
Io provo una sensazione di già ascoltato e sento insieme a lei la presenza di una poetessa, Emily.
Subito, credo, ho sentito una sorellanza di temi fra queste due creature e nel rientrare a casa mi ritornavano in mente i versi ora dell’una ora dell’altra.
Ecco è nato tutto così. Non avevo veramente intenzione di preparare qualcosa per altri, se non per loro due e tale ciò deve rimanere, un omaggio alla poesia di Ines ed Emily, uno scritto spontaneo e immediato.
Emily Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst nel Massachusetts, sotto il segno zodiacale del sagittario.
Il padre, influente avvocato, deputato al congresso di Washington dal 1853-55, ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione del partito repubblicano.
La famiglia viveva in una residenza elegante vicino al piccolo cimitero.
Emily frequentò gli studi superiori nel college della vicina cittadina South Hadley, poi per problemi di salute ritornò a casa, ma continuò la sua preparazione stimolata da un assistente del padre che le fece leggere Emerson, poeta e saggista. A vent'anni conobbe Susan e ne diventò amica e cognata, quando, in seguito, questa sposò il fratello. Nel ‘55, a Filadelfia, incontrò il reverendo Charles Wadsworth e fu amore? amicizia, scambio letterario. La casa paterna fu per molti anni il centro dell’ospitalità della cittadina, religiosi, professori, uomini politici e d’affari, giudici, conferenzieri di passaggio al college di cui il padre era tesoriere, giornalisti e direttori di riviste, scrittori. In questo ambiente Emily maturò le proprie facoltà poetiche.
Scriveva in bella copia su fogli di carta piegati in due che poi univa a gruppi forava in due punti e cuciva con uno spago legato sul davanti. Nell'ultimo decennio lasciò i manoscritti liberi su pezzi di carta di diverso formato. Alcune poesie le inviava ad amici, spesso alla cognata Sue, o a Samuel Bowles, amico di famiglia e direttore di un giornale. Egli pubblicò le prime 4 poesie di Emily anonime. Altre poesie furono inviate ad Higginson, letterato e pastore unitario di Boston. A lui raccontò del suo cane terranova con cui faceva lunghe passeggiate.
Quando Emily accettò di pubblicare alcune sue poesie un disturbo agli occhi, la costrinse a rimanere a Boston per mesi. Ritornò a casa e uscì sempre più raramente, ma questo isolamento non l’impedì di vivere un amore corrisposto con un giudice, amico di suo padre. Amore osteggiato dai familiari di lui.
Altra amica cara di Emily fu Helen Hunt, scrittrice, che la ammirava e la spronava a pubblicare. Ma lei non accettò.
Seicento poesie inedite furono pubblicate dopo la sua morte dalla figlia della donna amata dal fratello. Infatti il legame del fratello con Susan, la moglie, si era già esaurito con gran dolore di Emily che non aveva mai accettato di incontrarsi con l’altra donna.
Al suo funerale, attraverso i campi direttamente al cimitero, il 15 maggio del 1886, fu presente il poeta Higginson che lesse i suoi versi. Sulla strada campestre ranuncoli e gerani selvatici.
Ho tentato, ma non credo di esserci riuscita, a riassumere una vita: solo qualche sequenza.
Non ho in mano una biografia di Ines e non l’ho cercata, ma ho letto le sue poesie e provo a immaginare e a cucire anch'io con un filo le impressioni, la sensazione di vicinanza in due persone diverse nel tempo e nello spazio.
Ines è nata sotto il segno dei pesci e la sua luna è sicuramente in sagittario, Emily è nata sotto il segno del sagittario con luna in scorpione. Del sagittario Ines ha il fuoco scoppiettante avvolgente e coinvolgente, caldo e affettuoso, ma allo stesso tempo ha l’illusione e la disillusione che il fuoco va alimentato sempre affinché non si raffreddi. Questo anelito le lascia una malinconia, una tristezza serale simile a quella dei bimbi piccoli, di pochi mesi, che al calare delle tenebre, piangono, finché cullati e confortati nelle braccia della mamma non si addormentano.
Emily è sagittario, possiede lo stesso fuoco ma la luna in scorpione la trascina verso nascondigli , in una suprema alterigia non già verso gli altri ma verso se stessa. O tutto o niente e davanti ad una richiesta così totalizzante il fisico problematico ed a volte malato di Emily rispose probabilmente, niente.
Ines ed Emily hanno una vicinanza di suoni, di parole, di temi, di scelte. Poesie e racconti , una, poesie e racconti l’altra. Non si conoscevano, non si erano mai lette, eppure così vicine.
Giardino, scrigno, anima, cavalli, gabbiani, fiori, ape… Sì, sono temi universali, ma in tutte e due lo scrigno si chiude, raccoglie, seleziona e nello stesso tempo il contenuto invade l’anima e diventa padrone.
303
L’anima sceglie i suoi compagni-
poi-chiude la porta - alla sua divina maggiore età- altri non presentare-Impassibile- nota le carrozze- ferme-
Al suo umile cancello-Impassibile- un imperatore inginocchiarsi
Sulla sua stuoia-Mi consta che a volte- da una grande nazione-Sceglie uno-Poi- chiude le valve della sua attenzione-
Come pietra-(Emily Dickinson)
Il giardino, come noi, in solitudine, fiori, rose, alberi, rincorrersi di ragazzi, primavera che ritorna, stagioni che si ripetono, amori che finiscono, tormenti, ridicoli per gli altri, brucianti per noi. Universale la poesia, se rende gemelle, se rende possibile l’incontro tra i due. La loro poesia come aforisma, breve, da leggere d’un fiato, scrivere su una sola pagina, inserendola anche nelle lettere come strumento di comunicazione. La poesia di entrambe vive della metafora tratta dal mondo familiare, domestico, urbano, una sorta di autobiografia privata. Sembrano lontane, una, reclusa volontaria nella casa paterna, frequentatissima da ospiti importanti, l’altra girovaga, nel suo mondo di incarichi e conferenze.
Questa è la mia lettera al mondo che a me non scrisse mai (dice Emily).
Ma il mondo non risponde nello stesso modo, il mondo dei gabbiani, del mare, delle colline, non ha una penna, eppure scrive continuamente a tutti noi con suoni, colori, sensazioni.
Lettera ad Higginson
Mi chiedete dei miei compagni, signore: le colline e il tramonto, e un cane grande come me, che mio padre mi ha comprato. Sono migliori delle persone,perché sanno, ma non dicono
Così scriveva Emily il 25 aprile 1862.
Intanto io
Sono stata a casa di Ines, e, sono stata piacevolmente accolta da colori, colori della natura, delle stagioni della vita, colori dell’affettuosità. I fiori sul tavolo, il tavolo tondo, vagamente ottocentesco, come era quello di Emily, le sedie bombate, e l’aria d’altri tempi. E ho immaginate entrambe sedute al tavolo:
Fumo
I sogni sono fumo
e…possono sparire.
(Ines Pugliese)
1452
I tuoi pensieri non hanno parole tutti i giorni
Vengono una volta sola
come speciali sorsate esoteriche….
- così dice Emily, così dico io ad Ines, che prepotentemente ha invaso la scena immaginata , ed ora due donne, per mano, attraversano campi gialli di fiori selvatici e scompigliati dal vento, spiagge libere e assolate, strade polverose di cemento, e sempre per mano, vengono verso di noi.
AD INES ..Ippolita