giovedì 13 luglio 2017

Salas è Una parola palindroma

Il cittadino illustre
Il paese dell'infanzia dove lo scrittore torna dopo quaranta anni è solo una parola palindroma. Quelle parole mantengono lo stesso suono e lo stesso significato sia che si leggano normalmente, da sinistra verso destra, sia viceversa, cioè da destra verso sinistra.
La lettura rimane la stessa e si fugge sia a venti che a sessanta.
Mi domando come si possa costruire poi un romanzo dal titolo "Il cittadino onorario" e ritrovare quella creatività sfuggita all'apparir dei premi.
Sarà dunque l'infelicità a voler fuggire via e scelga il foglio per farlo? Ne sono certa.
Dalla costrizione nasce l'arte, almeno un segmento, dal tormento di non essere mai fuggito definitivamente, perché non si può fuggire dal corpo che si abita, dalle abitudini, da convenzioni scelte e mummificate.

La cerimonia di Svezia aveva la fissità marmorea di Salas e lo scrittore mi ha ricordato Thomas Bernhard, drammaturgo, poeta e giornalista austriaco, tra i massimi autori della letteratura del Novecento. "I miei premi" il libro. 
Mi sembrava quasi di vederlo e sentire da lui quelle lezioni su come la letteratura serva allo scrittore per crearsi un mondo, appurato che quello in cui si sta è piatto e banale, crudele e buono a secondo delle situazioni. 
La letteratura dunque crea il mondo, i personaggi, le scene d'amore e le scene di odio, poi chi legge deve crederle vere, verissime, altrimenti odierà, a sua volta, lo scrittore. 
Sarà in questo gioco di vero e falso che si snoda la vita dei personaggi, dello scrittore e di tutti noi, in un gioco di specchi dove guardiamo senza vederci vedendo l'altro. 
vedendo nulla perché non c'è un bel nulla, Il resto di niente direbbe Enzo Striani, dal suo caparbio romanzo di lotta per ideali perduti. 
Cinismo, viene spesso ripetuto nel film, cinico, quel fare di chi non crede in niente se non nei personaggi, nello scrivere e nel regalare quella ferita di arma da fuoco da cui partirà la trama.
C'è un passaggio interessante più volte ripreso nel film quando si afferma lo svuotamento delle parole troppo vanamente ripetute. Si parla troppo di libertà quando non esiste proprio la libertà, si parla a vanvera di cultura sulle bocche degli sciocchi e degli ignoranti. se una parola è troppo usata quella parola svanisce, diventa ridicola, perché usata da ridicoli. Lo stesso si potrebbe affermare della parola scrittura, alla quale si attribuisce il compito di inventare un mondo possibile dove abitare, di guarire sofferenze e ferite dell'anima, di donarci la libertà. Mi sembra ce ne sia abbastanza anche per dichiarare inflazionata la parola scrittura. 
Parole inflazionate.  

Dal gioco difficilissimo dello stare al mondo il film mette al primo posto lo straniamento, l'impossibile dialogo, se non in ruoli stabiliti, scrittore segretaria, premiato e giurati, sindaco e compaesani. Assurdi ruoli di teatro umano per un fuga dal nulla.  Ci faranno una statua e qualcuno la sporcherà, (penso con orrore al busto di Falcone staccato e lanciato,guardando il busto del cittadino onorario insozzato). Dal popolo passare dall'elogio allo sputo il passo è breve.
Mancando rispetto e sacralità tutto diventa finzione e successo. Una rilettura macabra dell'essere scrittore.     
Nella desolazione più totale di un cittadino onorario si può diventare il cittadino illustre scrivendo. A Roberto, in quel bellissimo momento umano chiamato dialogo. 
Ippolita Luzzo  
Ieri sera al Lissania Garden  

Se la lettura non ci aiuta. Da Criaco. L'agenda ritrovata

Si legge non solo un testo, si leggono i gesti, i fatti, i manifesti, manifesti e non.
Ieri sera Gioacchino Criaco incontra i suoi lettori con un racconto facente parte dell'Agenda ritrovata. Il libro è composto da una serie di racconti con un tema: Paolo Borsellino. Paolo Borsellino e il suo sacrificio, il suo credere nella verità, nella libertà di scelta.
Gioacchino Criaco, "La memoria del Lupo" Vanni Santoni, "La solitudine della verità"
Ieri sera con L'agenda ritrovata, a parlare della memoria del lupo. A parlare di libertà.
Gioacchino Criaco è un uomo affettuoso, nel senso più bello del termine, nel porgere una umanità disponibile all'incontro, all'amicizia sincera. Un uomo che vuol bene e lo dimostra con le sue scelte, affettuose. Le sue parole e la sua scrittura amano e vivono con noi. 
Sta parlando di libertà, stasera. " Il nostro mondo è nostro se lo si conosce e siamo liberi se lo scopriamo. Se scopriamo il nostro mondo. L'anabasi, il ritorno. Mentre parla di Anabasi io penso alle versioni di greco, al liceo, alL'Anabasis Alexandri (La spedizione di Alessandro), un testo redatto in lingua greca dallo storico Arriano nel II secolo, la più grande fonte di informazioni su Alessandro Magno.
I concetti di libertà ritornano più volte questa sera ricordando il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, uomo libero, testimone di un grande dolore, di una grande perdita affettiva, uomo capace di parlare fuori dal tavolo delle formalità.
Gioacchino Criaco stasera parlando a noi del suo racconto, presente nell'agenda ritrovata, usa le parole Attesa, culto del racconto, mondo fatato e profumi. Una messianica attesa avvolge il sud, una extratemporalità, un vivere di littorine a un solo binario, con dentro il profumo di zagare e oleandri, gelsomini e more, profumi e veleni. Un non finito calabro quasi promessa di eternità.
Con la vista della mente Gioacchino ha visto una stirpe di uomini che senza verità non sa vivere, benché la verità porti al sacrificio. 
Con la vista della mente lo sguardo andrà oltre i difetti di un campo visivo limitato mentre il ragionamento si interroga e pone domande e dubbi. Di tutto questo avremmo volentieri chiacchierato ancora se ci fosse stato permesso fermarci, avremmo continuato a interrogarci sul potere della scrittura che ci rende liberi e della libertà di scrivere come momento terapeutico, come salvezza. come salute e come saluto. 
Nell'immedesimazione fra personaggio e autore, fra autore e lettore, fra lettore e personaggio, nel voler vivere di affetti, di libertà, di attese, porgo il mio momento libero verso una agenda che vive in noi. Agendo 
Ippolita Luzzo    


"L’attentato in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta compie 25 anni. La sua agenda rossa non è mai stata ritrovata. C’è un Paese che non ha dimenticato e vuole raccontare, ricordare e riflettere su quello che è successo. Il 25 giugno 2017 una ciclostaffetta partirà da Milano portando con sé un’agenda rossa che attraverserà l’Italia, si riempirà di testimonianze, storie e persone. Raggiungerà Palermo il 19 luglio 2017 e verrà consegnata a Salvatore Borsellino che, in tutti questi anni, non ha mai smesso di lottare.
L'agenda ritrovata, per commemorare il venticinquesimo della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, si propone di dar vita ad un libro rosso che viaggerà di regione in regione, testimoniando che c’è un’Italia che non ha dimenticato e che vuole ricordare e raccontare quel che è successo. Partecipano gli scrittori: Helena Janeczek (Lombardia), Carlo Lucarelli (Emilia–Romagna), Vanni Santoni (Toscana), Alessandro Leogrande (Lazio), Diego De Silva (Campania), Gioacchino Criaco (Calabria) ed Evelina Santangelo (Sicilia).

Partecipano al progetto

Le agende rosse
Il Movimento delle Agende Rosse, nato per volere di Salvatore Borsellino nel 2007, è costituito da cittadini che agiscono perché sia fatta luce sulla strage di via D’Amelio.
Il movimento e Salvatore parteciperanno al progetto L’agenda ritrovata mettendo a disposizione, per eventi e/o ospitalità dei partecipanti alla staffetta ciclistica, le numerose sedi presenti sul territorio italiano e intitolate a personaggi che sono morti per nobili ideali: Verità e Giustizia.

Radio Popolare
Radio Popolare di Milano partecipa all’iniziativa come media partner: ci aiuterà a definire le associazioni o coloro che organizzeranno gli eventi  lungo il percorso a tappe dell’agenda, lancerà una campagna di adesione all’iniziativa per tutti quei cicloamatori che volessero unirsi alla staffetta ciclistica insieme ai ciclisti, commenterà in diretta la tappa iniziale e quella finale, seguirà il viaggio con trasmissioni ad hoc e/o collegamenti quotidiani.

FIAB
La FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, con sedi in tutta Italia, si occuperà di attivare le sedi territoriali per supportare la ciclostaffetta.



Contatti

Contatti
agendaritrovata@orablu.com

La casa editrice Feltrinelli     

mercoledì 5 luglio 2017

Rivìentu presenta Una Montagna di Pace

All'Abbazia di Corazzo a Carolopoli, comune in provincia di Catanzaro, Rivìentu, l'associazione costituita da persone di diversi comuni del Savuto e del Reventino, fiume uno e monte l'altro, dona vita ad una due giorni, 1 e 2 Luglio, dal titolo Una Montagna di Pace. Qui i miei appunti scarni e incompleti sugli appuntamenti ai quali ho partecipato. Nella locandina tutti gli incontri.
Saliamo nel pomeriggio del sabato assolato e raggiungiamo Carlopoli dopo aver fatto benzina ad un rifornitore automatico, anzi non aver fatto benzina in realtà, perché il distributore si rifiutò di erogare alcunché. Noi però troviamo a Platania, in piazza, il proprietario del distributore, insieme a lui ritorniamo indietro e voilà la benzina si aggiungerà.
Potenza del fattore umano.
Così andiamo all'installazione di Antonio Pujia Veneziano.
Scienza e Sapienza, scrive lui, con dei gessetti bianchi, sui sacchi grezzi di canapa e iuta, ricordando Gioacchino da Fiore e i cerchi concentrici, la spiritualità sempre cercata, dalla terra al cielo. 
Michele D'Ignazio intrattiene i piccoli con Storia di una matita, la trasformazione di un uomo in matita, mentre si friggono grispelle e si sorseggia un caffè.

Arriva il professore Domenico Gattuso, ingegnere dei trasporti, dall'università di Reggio Calabria e facciamo ripartire il nostro treno, i nostri treni scomparsi, riandiamo a  mare con il treno, da Reggio Calabria a Locri, sua esperienza, quando si rende conto, lui,  che gli studenti non conoscevano quella linea ferroviaria, non l'avevano mai presa!
Insieme a Domenico Gattuso mi trovo a leggere i miei pezzi, i paradossi del sud, così li hanno chiamati i ragazzi di  Rivìentu.
Il professore analizza, interroga, si indigna per lo stato in cui versano le ferrovie calabre, per quegli Studi di Fattibilità che la Regione Calabria ha commissionato per riattivare linea, costati 460.000 euro, senza aver riattivato nessuna linea ferroviaria. Una grande presa in giro! D'altronde qui si campa d'aria era una bella canzone di Otello Profazio in un tempo che fu, e i miei pezzi denunciano irridenti l'uso e l'abuso dei piani, dei tavoli, dei convegni e delle culture vuote.
Musiche e canti, Felici e Conflenti, Passaggiari Avanti, tanto per ricordare gli incontri di tamburo e voce di Nando Brusco e dei Giamberiani. Dario Natale e Domenico D'Agostino in Maicu Man di Michele Pane e Antonello Caporale domenica completano la manifestazione.
Siamo seduti in tanti, in tantissimi qui ad ascoltare Francesca Mansueto leggere un brano del Barone rampante di Italo Calvino, "Noi non ci sentiamo anacronistici a voler restare in questi luoghi qui vediamo risorse e futuro" e Carmine Gigliotti "Come restare? Una scelta controcorrente, e un comitato per la ferrovia"
Antonio Pujia presenta Conterraneo, il ritorno alle radici, alla terra, su un tappetto di sacchi le foglie, la terra. La conoscenza. 
Caporale inizia con estrema franchezza a dire di non voler raccogliere minoranze."Viviamo in tempo di internet, c'è in atto un processo di robotizzazione, l'espulsione della manodopera, ed è inutile l'estetica del campanile, il rimpiangere la dolce contemplazione dei luoghi.  Bisogna andare via dall'indolenza, dal modo passivo che ha permesso di bucare 40 miliardi di euro. C'è in Calabria una percezione alterata del talento, imperversa il mediocre, colui che sa fare tutto così e così. Con approssimazione. 
L'indolenza è il male. Dov'è la competenza? Una vita da morituri. Qui, negli uffici, nei piani dove dove si decide, nei luoghi pubblici, arrivano progetti mal fatti. Mai finiti saranno i lavori, sciupando e sciupando. I paesi sono luoghi del rancore. L'individualismo è sfrenato. Quale autostima abbiamo? L'inedia in Calabria permette che si inauguri una autostrada senza esser mai completata. Mancante di 40 km. Perché questa diminuzione di senso? L'inedia ha fatto perdere il guadagno con le pale eoliche. Ignoranti e incapaci hanno svenduto il nostro tesoro, il vento. 
Dopo aver elogiato il crinale appenninico per le buone attività di sindaci, Caporale loda due esempi di buona amministrazione, Il Collettivo Onde Rosse di Cinquefrondi e quello  delle Valli Cupe di Sersale.
Felice di essere stata invitata a questa manifestazione termino con un sorriso. 
Contro l'ignoranza, l'inedia, l'indolenza, l'individualismo, gli inetti, evviva le Idee Fattive di tutti e di Ippolita, a Corazzo, a Corazzo, nel cielo di Corazzo.
Una Montagna di pace.
Dalla terra al cielo.
Ippolita Luzzo 

   

lunedì 3 luglio 2017

Brunello Montagnese I colori della notte

Nel racconto Ultima morte il professore Trenin, quando viene interpellato da Mario Revor, sulla indecisione di una scelta che avrebbe modificato la sua vita, risponde: Sarà il tempo a darti una risposta.
Nel L'ultimo lettore troviamo l'affermazione: Siamo solo dei granelli di sabbia in un deserto immenso, se lo ricordi.
Nel L'inganno dell'ombra citando Kundera sull'essere padroni del futuro per poter cambiare il passato lo scrittore si interroga se quello che noi chiamiamo sogno non sia la realtà e la nostra quotidianità non sia un lungo sogno.
Letture diverse hanno dato vita alla scrittura di questa raccolta in cui Brunello Montagnese prova a ripercorrere i topos letterari, gli argomenti/situazioni che, pur cambiando a seconda dell'epoca, si ripetono in tutta la storia della letteratura. Gli archetipi vengono confessati già all'inizio, e, nel racconto dal titolo L'Archetipo, l'autore riporta le parole di un noto giornalista sul compito dello scrittore: Invenzione sincera.
Ogni scritto deve essere riconosciuto dai lettori come vero . 
"Lo scrittore non riuscirà a trovare ciò che mai è esistito"
Assistiamo alla nascita dell'archetipo dello scrittore, anche questo già esistente da sempre nelle nostre fantasie di lettori e leggiamo Brunello nel Destino rivelato in un libro. Un libro che non si sfoglierà quando si trova e scompare nell'alluvione di Firenze. Coincidenze e destino, temi a me molto cari, temi che ho riletto con negli occhi il Breve Trattato sulle coincidenze di Domenico Dara, autore da suggerire alle letture di Brunello Montagnese, insieme agli altri suoi autori preferiti ai quali, come si sente in tutti i racconti, va il suo omaggio, da Borges a Beerbohm. 
L'oggetto ritrovato sta nella Causa e gli Effetti, nulla viene dal nulla, da Cartesio, dedica iniziale, e così assistiamo al lancio nel nulla dopo tanto cercare.
Racconti che seguono un altro romanzo di Brunello, dal titolo Soldato e saranno da seguiti da altro cercare.
Brunello Montagnese troverà di sicuro col tempo una domanda sua da farsi e l'originalità si accompagnerà ad una nuova risposta in scrittura.
Nell'augurio sincero di una semplice lettrice
Ippolita Luzzo 





  

mercoledì 28 giugno 2017

Eclissi di Ezio Sinigaglia

Abbiamo tutti una nostra Recherche

Ezio Sinigaglia inizia per me dalla lettera scritta sulla copertina del libro "Eclissi", dalla storia del suo primo romanzo "Il pantarèi", edito trenta anni fa e da Giuseppe in possesso di una copia.  
"Smarrito nella distrazione editoriale Il pantarèi di Ezio Sinigaglia è recuperato, in quattro puntate, qui, nelle sue pagine che ruotano attorno alla Recherche." così Giuseppe Girimonti Greco scrive su FN qualche anno fa.
Conosco così Daniele Stern, "poligrafo senza occupazione", egli viene incaricato, da una casa editrice con la quale saltuariamente collabora, di scrivere – in quaranta pagine e in cinque giorni – una storia del romanzo del Novecento, che entrerà a far parte del settimo e ultimo volume di una Enciclopedia della Donna, di impianto – per il resto – molto tradizionale"
Leggo il libro di Sinigaglia con le mie scarse competenze letterarie, cerco di possedere il senso della cantata interiore, la musicalità sentita in questo pomeriggio di giugno con Eclissi.
"Poggio Martino 15 giugno
Caro G, qui fulmini e saette. Ogni giorno. Mai visto un giugno simile. Corrente che salta di continuo. Quindi lavoro sul Pc senza corrente, e consumo batteria. Risultato scrivo a mano, poi ricopierò, sempre che Zeus non mi impedisca prima. Dunque, sono quasi alla fine. Manca solo ... sarà il 20 marzo dell'anno prossimo." 
La lettera di Ezio Sinigaglia sta qui con me fra le tante lettere al mondo che ognuno di noi ha scritto.
Nel destino che ciascuno ha anche i libri hanno una stella, la stella guida. Eclissi è un libro di stelle. Leggendolo ecco nella mia testa Cassiopea, la chioma di Berenice, il mito, e il film  Serendipity, un film sul destino.
Nel cielo moltissime stelle.
Potrei viaggiare nel tempo per milioni di anni. Rapita dalla musica dell'universo cantato con le parole sonore di Ezio Sinigaglia ringrazio in cuor mio il destino o le stelle che permettono una notte straordinariamente luminosa nel mare magnum della letteratura.
Trovare la Stella Polare, decifrare quel momento di una domanda, di una quaestio, quel desiderio in mancanza di stella, dalla etimologia della parola, quell'attesa, quello svelamento.
Eclissi, viaggiare sul carro, dalla ruota posteriore destra, pochi centimetri più a est e proseguire per un tratto che è di circa cinque volte la loro distanza. Ed ecco la Stella Polare. La vedi, Eu? 
Nella nostra Recherche quotidiana la stella si chiama scrittura. 
Ezio Sinigaglia costruisce un racconto corale fra terra, cielo e uomini nella natura del tempo incrociato scrivendo una lettera al mondo 
Ippolita Luzzo 


Il paradosso del sud ad una montagna di pace

I paradossi di Ippolita Luzzo, questo il titolo del mio intervento ad Una Montagna di pace, giorno 1 luglio, con i pezzi dalla Litweb.
Intanto i paradossi fondamentali:
Paradossi di Zenone (esiste il movimento? : Achille e la tartaruga - La freccia)
Paradosso del mentitore (che cosa è la "verità"?)
Paradosso di Moore (che cosa significa "sapere"?)
Paradossi dell'infinito
Paradosso dell'ipergioco
Paradosso dei gemelli (dalla teoria della relatività)
Paradosso di Russell (o del barbiere, nella teoria ingenua degli insiemi)
Antinomie kantiane
Paradosso di d'Alembert
Paradosso di Condorcet
Paradosso di Monty Hall
Paradosso di Arrow
Paradosso meccanico
ed infine Paradosso della Litweb
Diceva il mio papà: Centu nenti ammazzaru u cavullu di Bonsignore! Traduco: Cento niente ammazzarono il cavallo di Monsignore.
 si caricava con dei pesi il cavallo del monsignore ed ad ogni peso aggiunto i due si chiedevano: E chistu? è nente, e chistu? è nente, finché il cavallo morì. 
Aggiungendo ogni volta un peso da niente sul povero cavallo alla fine questo stramazzò schiacciato.
Altro esempio del mio papà: Un tale voleva abituare il suo asino a vivere solo bevendo acqua. Senza cibo. Acqua, dategli acqua, diceva ai servi.  Ed era quasi riuscito nel suo intento quando l'asino morì. 
Continuava nei suoi esempi ormai facenti parte del suo frasario conversativo da essere diventato anche lui un paradosso del sud. 
Ed ora, per la legge del contrappasso, mi porto appresso i miei pezzi ed i suoi paradossi. 
Ippolita 

martedì 27 giugno 2017

Pantaleone a Trame. Servi Disobbedienti

Ricorda Signore questi servi disobbedienti 
alle leggi del branco 
non dimenticare il loro volto 
che dopo tanto sbandare 
è appena giusto che la fortuna li aiuti 
come una svista 
come un'anomalia 
come una distrazione 
come un dovere
Mi sono commossa e ho capito le ragioni di Gino Pantaleone che omonimo ma non parente di Michele Pantaleone si fa testimone e tramite della vicenda letteraria e umana di Michele.
Il libro di Gino Pantaleone, presentato a Trame, aveva per titolo Servi disobbedienti, da un verso della canzone di De Andrè, Smisurata preghiera, anch'essa presente su un foglio stropicciato e però Gino aveva portato con sé l'altro libro dedicato a Michele, un tributo ad uno scrittore dimenticato. Michele nel 1969 vinse il premio Brancati con "Antimafia, occasione mancata".
Scrisse un altro libro dal titolo "Il sasso in bocca" dal quale fu tratto, con la regia di Giuseppe Ferrara, un film-documentario sulla Mafia, con lo stesso titolo, uscito nel 1970.

Michele Pantaleone (Villalba, 30 novembre 1911 – Palermo, 12 febbraio 2002) è stato un saggista, giornalista, politico e sociologo italiano,  imparo da Gino Pantaleone quanto un libro possa far vivere un uomo, farlo ricordare e riportare in vita le sue idee. Dimenticato per molti anni, è stato Gino Pantaleone a far sì che si intestasse a suo nome una strada a Palermo. Nel ringraziare Gino Pantaleone per averci dato una delle più sincere testimonianze di amicizia a Trame siamo con lui in Smisurata preghiera. 
Ricorda Signore questi servi disobbedienti 
alle leggi del branco 
non dimenticare il loro volto 
che dopo tanto sbandare 
è appena giusto che la fortuna li aiuti 
come una svista 
come un'anomalia 
come una distrazione 
come un dovere


Così dal giornale il 27 maggio 2017
"Sarà ricordato attraverso letture dei brani dei suoi libri, ma anche grazie alla testimonianza di chi lo conobbe Michele Pantaleone, lo scrittore di Villalba amato e odiato per la sua chiara presa di posizione contro la mafia. Una giornata a lui dedicata con la presenza del poeta e scrittore Gino Pantaleone che gli fu vicino sino alla fine e raccolse la sua testimonianza"
Mi piace molto questo affetto, questa amicizia verso uno scrittore che trascorse gli ultimi anni in totale abbandono. Ne sento la verità.
Ippolita Luzzo