Così un alunno commenta contento attraversando il corridoio per andare in classe.
Con qualche giorno di ritardo oggi al Liceo linguistico si tiene la giornata europea delle lingue. Iniziativa volta alla salvaguardia di molti idiomi che potrebbero sparire.
Così io capitata per caso e per perorare altra causa, mi trovo ad essere partecipe, con la professoressa Michela Cimmino, del caffè tedesco. Siamo infatti nell'aula tedesca, con torte di mele e biscotti, ed io guardo incuriosita la lavagnetta delle parole consapevoli, così mi dice un alunno, mostrandomi scioglilingua da recitare in tedesco e altri giochi di parole, compreso un puzzle.
Sorseggio stoicamente un pallido e lungo caffè nel mentre Michela mi presenta le insegnanti madrelingua
Pyne Susan, inglese, Marra Carmen, francese, Mader Ursula, tedesca. Una di loro ha appena imparato che per arrabbiarsi in italiano può usare il termine adirarsi. Adirata, le piace di più, che arrabbiata. In effetti, meglio all'ira che alla rabbia. L'insegnante di lingua tedesca, Maria Carmela Agosto, agosto è proprio il suo bellissimo cognome, si mette accanto al tavolo della Germania, la vedete ora con gli alunni
La Spagna per questo anno non ha preparato la paella perché il corso è appena iniziato ed i ragazzi, benché numerosi, non hanno fatto in tempo a pescare le cozze e gamberi necessari...
Ahah sorridendo con l'insegnante di spagnolo Vanessa Ranieri, ci salutiamo scendendo ai piani dell'italiano.
Le colleghe di lettere potrebbero dirmi che questa giornata, voluta dall'Europa, per la salvaguardia di lingue come il maltese e il bulgaro, dovrebbe includere, fra le lingue da proteggere, l'italiano, lingua orrendamente scempiata da neologismi e abbreviazioni, da sostantivi trasformati in verbi, e aggettivi in sostantivi. Nulla è come sembra, come lo era un tempo quando al primo ottobre a scuola si andava! Ed io stamattina per un riflesso condizionato andai a scuola. W la scuola.
giovedì 1 ottobre 2015
Un briciolo di libertà
Ippolita Luzzo presenta “Litweb. Come leggere i libri”.
Conversa con l’autrice Morano Lionella Maria.
Raccolta di recensioni di autori sconosciuti oppure famosi,
alcuni premiati col Nobel come Modiano ed altri ottimi esordienti. Autrici
conosciute come Michela Marzano e scrittori segnalati al premio Calvino, tutti
accomunati dalla scelta di una lettrice curiosa. Libri amati nel regno di una
letteratura web, un luogo nel quale l’autrice delle recensioni vorrebbe
conservare un briciolo di libertà.
Un briciolo di libertà
domenica 27 settembre 2015
Sentinelle del mio cuore. Si è spento il sole
La distopia
Si è spento il sole e chi l'ha spento sei tu... gracchia ad alto volume la splendida voce di Celentano alle ore 20,30 sul corso Giovanni Nicotera. La serata degli incompresi continua in una Lamezia che vive di vita cinematografica. Rientrando vedo senatrice locale con amici vari di altro gruppo parlamentare a probabile festa di compleanno e le immagini di Caterina va in città ricompaiono sullo schermo. Sempre insieme l'alto mondo senza alcuna differenza, per le liti si lascia il popolino.
Un pomeriggio iniziato deambulante sulle sentinelle in piedi che alle 18 decidono di leggere per un' ora nella piazzetta di San Domenico, scortati da un servizio d'ordine in maglietta nera.
Nero rigorosamente è il movimento per la vita. Un ossimoro.
Anche le sentinelle però si seccano di leggere e richiudono libricini e libri per aspettare l'ora che passi ed una musica lieve aleggia nell'aria.
Dovrò chiedere ai ragazzi che con cuoricini sulle guance e grande bandiere arcobaleno stazionano di fronte alle dieci sentinelle se hanno messo loro la colonna sonora di una ora che non passa mai.... quasi quasi vado a sentirmi un Rosario nella chiesa adiacente.
Chissà cosa leggeranno alle 18 le sentinelle in piedi a Lamezia! A Lamezia leggiamo. Dalla sagra alle sentinelle. Leggono tutti. Leggono sempre. Lamezia gemellata con Calvino e le sue città
Si è spento il sole e chi l'ha spento sei tu... gracchia ad alto volume la splendida voce di Celentano alle ore 20,30 sul corso Giovanni Nicotera. La serata degli incompresi continua in una Lamezia che vive di vita cinematografica. Rientrando vedo senatrice locale con amici vari di altro gruppo parlamentare a probabile festa di compleanno e le immagini di Caterina va in città ricompaiono sullo schermo. Sempre insieme l'alto mondo senza alcuna differenza, per le liti si lascia il popolino.
Un pomeriggio iniziato deambulante sulle sentinelle in piedi che alle 18 decidono di leggere per un' ora nella piazzetta di San Domenico, scortati da un servizio d'ordine in maglietta nera.
Nero rigorosamente è il movimento per la vita. Un ossimoro.
Anche le sentinelle però si seccano di leggere e richiudono libricini e libri per aspettare l'ora che passi ed una musica lieve aleggia nell'aria.
Dovrò chiedere ai ragazzi che con cuoricini sulle guance e grande bandiere arcobaleno stazionano di fronte alle dieci sentinelle se hanno messo loro la colonna sonora di una ora che non passa mai.... quasi quasi vado a sentirmi un Rosario nella chiesa adiacente.
Chissà cosa leggeranno alle 18 le sentinelle in piedi a Lamezia! A Lamezia leggiamo. Dalla sagra alle sentinelle. Leggono tutti. Leggono sempre. Lamezia gemellata con Calvino e le sue città
Benedetto XVI "Gesù di Nazareth" legge uno
Intanto un altro legge" Lettera sulla vita contemplativa" di Guigo il Certosino. Curiosissima sono ed infatti mi piace la riflessione sui quattro gradi spirituali: la lettura, la meditazione, la preghiera, la contemplazione: «lectio, meditatio, oratio, contemplatio».
Questa è la scala verso il paradiso, la scala dei monaci.
veramente sarebbe la scala di tutti noi che leggiamo, meditiamo, preghiamo e contempliamo.
Non vedo però perché farlo in piedi, perché unirci una strenua difesa ad alcuni diritti che nemmeno nel Vangelo stanno.
"Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità." dicono sul loro sito e poi scrivono di essere dei difensori della libertà.
Li guardo stasera, sono pochissimi, una decina, con un servizio d'ordine in nero, ed hanno messo il libro sotto il braccio e non leggono più.
Le parole non ci servono più se non contempliamo la distonia e la distopia del momento.
Pace?
Questa è la scala verso il paradiso, la scala dei monaci.
veramente sarebbe la scala di tutti noi che leggiamo, meditiamo, preghiamo e contempliamo.
Non vedo però perché farlo in piedi, perché unirci una strenua difesa ad alcuni diritti che nemmeno nel Vangelo stanno.
"Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità." dicono sul loro sito e poi scrivono di essere dei difensori della libertà.
Li guardo stasera, sono pochissimi, una decina, con un servizio d'ordine in nero, ed hanno messo il libro sotto il braccio e non leggono più.
Le parole non ci servono più se non contempliamo la distonia e la distopia del momento.
Pace?
Parco Dossi Comuni. Gli occhi azzurri di Carlotta
Juan Villoro, Bolaño e Daniel Sada, Quasi mai. Il libro selvaggio che io consiglio a Caterina per i due bambini accanto a noi sulla navetta per Parco Dossi Comuni. Siamo a Piazza Mazzini alle 10,30 e puntuale parte il conducente a cui tutti abbiamo fatto la stessa domanda: Quando ritorneremo? per sentirci rispondere alfine: Ci metteremo d'accordo.
Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi, secondi e voilà.
Siamo arrivati all'apertura. Al cancello dell' Orto Botanico un grande fiocco aspetta l'arrivo dell'autorità che sciolga il nodo.
Osservo la fulva chioma a coda di cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.
L'Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.
Stamani l'Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no. Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.
Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe.
Mi presenta Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.
C'è l'arrampicata, ci sono le arti marziali di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c'è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi.
Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.
Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell'ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.
Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi, secondi e voilà.
Siamo arrivati all'apertura. Al cancello dell' Orto Botanico un grande fiocco aspetta l'arrivo dell'autorità che sciolga il nodo.
Osservo la fulva chioma a coda di cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.
L'Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.
Stamani l'Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no. Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.
Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe.
Mi presenta Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.
C'è l'arrampicata, ci sono le arti marziali di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c'è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi.
Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.
Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell'ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.
sabato 26 settembre 2015
Dal fumo ai fumi. Delirio di onnipotenza al Parco
Sono qui che aspetto, in un pomeriggio settembrino, l'assemblea pubblica sui fumi degli zingari che da anni ammorbano, pardon, profumano la nostra città. Ore 17,30 nessuno c'è. I nostri magnifici compaesani sono sempre felici del puzzo che si diffonde in città, sia esso a salire dal campo zingari, sia a spargersi dai tanti forni di pizzerie non in regola. Ricordo che, per anni, una puzza terribile all'ora del passeggio scendeva sul corso principale facendomi scappare ma nessuno si accorgeva.
Così stasera pochi animeranno una assemblea sul da farsi.
Intanto arrivano a gruppi sia aderenti a questa riunione sia altre signore troppo profumate e deliziosamente vestite. Dove andranno? Entrano nella sala ma poi vanno in fondo ed io curiosa arrivo nel luogo in cui c'è un infinito potenziale in ognuno di noi. Non ci credete? Basta crederci e salveremo la nostra vita. Mi dicono così le gentili signore mostrandomi un dépliant su un corso di 10 settimane. " Ama te Stesso: puoi guarire la vita"
Stupefatta apprendo che la scrittrice ha venduto 50 milioni di copie, e che il suo verbo come il più famoso Verbo, si è propagato per i continenti salvando ogni persona. Un metodo che ci salverà creato da Louise Hay. Un seminario. Lascio sconfitta il gruppo, io che mi amo alla follia, che credo in me quale regina, e che mi auto-aiuto ormai dalla nascita eppure non sono stata tradotta in 30 lingue! Di sicuro non mi saprò auto-aiutare.
Torno dai fumi e stanno parlando, si passano in tanti or la parola, ed io riesco al giorno che ormai lentamente lascia spazio alla sera con una coperta di rosa nel cielo . Rosso di sera bel tempo si spera e domani andremo all'inaugurazione del Parco Dossi Comuni.
Così stasera pochi animeranno una assemblea sul da farsi.
Intanto arrivano a gruppi sia aderenti a questa riunione sia altre signore troppo profumate e deliziosamente vestite. Dove andranno? Entrano nella sala ma poi vanno in fondo ed io curiosa arrivo nel luogo in cui c'è un infinito potenziale in ognuno di noi. Non ci credete? Basta crederci e salveremo la nostra vita. Mi dicono così le gentili signore mostrandomi un dépliant su un corso di 10 settimane. " Ama te Stesso: puoi guarire la vita"
Stupefatta apprendo che la scrittrice ha venduto 50 milioni di copie, e che il suo verbo come il più famoso Verbo, si è propagato per i continenti salvando ogni persona. Un metodo che ci salverà creato da Louise Hay. Un seminario. Lascio sconfitta il gruppo, io che mi amo alla follia, che credo in me quale regina, e che mi auto-aiuto ormai dalla nascita eppure non sono stata tradotta in 30 lingue! Di sicuro non mi saprò auto-aiutare.
Torno dai fumi e stanno parlando, si passano in tanti or la parola, ed io riesco al giorno che ormai lentamente lascia spazio alla sera con una coperta di rosa nel cielo . Rosso di sera bel tempo si spera e domani andremo all'inaugurazione del Parco Dossi Comuni.
venerdì 25 settembre 2015
La lettura non é un vizio solitario
Non credo esistano vizi solitari, comunque.
Anche quello, nell'accezione del termine, è popolato da mille fantasticherie personali aventi come interprete un altro e un'altra ancora, sempre diversi come diversa poi sarà la lettura e diverso il piacere.
La lettura non può essere un vizio solitario perché si nutre di consigli e di rimandi. Si parla con amico o con colleghi oppure su social, su Facebook, che poi questo vuol dire il termine, un libro a vista, e si dà il titolo di un libro e di un altro ancora. Si raccomanda che non si può perdere quell'autore e tu a tua volta parli e parli di chi a te è piaciuto. Ed il piacere aumenta.
Stamani poi in cucina mettevo a posto i vostri piego libri, il modo in cui mi arrivano a casa i vostri libri ed accarezzandoli, le buste vuote accarezzavo, mettevo Massimo Sannelli ed il suo "Digesto" dentro la grande busta di Daniele Semeraro "Non è adesso" e poi tutti gli altri e Romeo Vernazza ed il suo Cenerentola che porterò con me al Tropea Leggere e scrivere per dire a tutti perché leggere è meraviglioso. Come possedere una bacchetta e puoi dire il tuo desiderio. Il mio si è avverato.
Parlare di libri
cosa voglio di più?
Appunti per mia relazione di Novembre all'UNITER
Titolo: Leggere per vivere. Digesto
Anche quello, nell'accezione del termine, è popolato da mille fantasticherie personali aventi come interprete un altro e un'altra ancora, sempre diversi come diversa poi sarà la lettura e diverso il piacere.
La lettura non può essere un vizio solitario perché si nutre di consigli e di rimandi. Si parla con amico o con colleghi oppure su social, su Facebook, che poi questo vuol dire il termine, un libro a vista, e si dà il titolo di un libro e di un altro ancora. Si raccomanda che non si può perdere quell'autore e tu a tua volta parli e parli di chi a te è piaciuto. Ed il piacere aumenta.
Stamani poi in cucina mettevo a posto i vostri piego libri, il modo in cui mi arrivano a casa i vostri libri ed accarezzandoli, le buste vuote accarezzavo, mettevo Massimo Sannelli ed il suo "Digesto" dentro la grande busta di Daniele Semeraro "Non è adesso" e poi tutti gli altri e Romeo Vernazza ed il suo Cenerentola che porterò con me al Tropea Leggere e scrivere per dire a tutti perché leggere è meraviglioso. Come possedere una bacchetta e puoi dire il tuo desiderio. Il mio si è avverato.
Parlare di libri
cosa voglio di più?
Appunti per mia relazione di Novembre all'UNITER
Titolo: Leggere per vivere. Digesto
Togliendo tutti gli avverbi il risultato non cambia
Mi riferisco agli avverbi di modo formati con il suffisso -mente,
che poi mente stia con bugia e non con pensiero mi è sempre parso più plausibile in praticamente e chiaramente, ovviamente.
Passati di moda gli avverbi formati col suffisso-oni, a bocconi non piace a nessuno,
vanno alla grande insieme alle locuzioni avverbiali.
Mi incuriosisce molto il parlare di questi grandi conferenzieri locali e nazionali. Ricordo uno famoso che disse più avverbi -Mente che sostantivi ed a volte mi diletto a segnare quante volte dirà praticamente Tommaso mentre parla.
Solo una mia curiosità è, nulla del giudizio di cosa parlano e come ne parlano. Ho anche io i miei contrappunti.
Dico spesso... appunto.
Nei modi di porgere un discorso tutte le inutilità che potremmo eliminare ed il discorso sarebbe più leggero e comprensibile finiscono per appesantire ed invadere la mente, ecco la mente dell'ascoltatore che chiaramente ed ovviamente non ne può più di troppi praticamente
Se solamente si sapesse parlare forse si potrebbe ascoltare.
Gentilmente e brutalmente chiedo ai conferenzieri di togliere tutti gli avverbi in .mente dal loro eloquio, tanto la loro grandezza filosoficamente si svelerà praticamente! Evidentemente.
che poi mente stia con bugia e non con pensiero mi è sempre parso più plausibile in praticamente e chiaramente, ovviamente.
Passati di moda gli avverbi formati col suffisso-oni, a bocconi non piace a nessuno,
vanno alla grande insieme alle locuzioni avverbiali.
Mi incuriosisce molto il parlare di questi grandi conferenzieri locali e nazionali. Ricordo uno famoso che disse più avverbi -Mente che sostantivi ed a volte mi diletto a segnare quante volte dirà praticamente Tommaso mentre parla.
Solo una mia curiosità è, nulla del giudizio di cosa parlano e come ne parlano. Ho anche io i miei contrappunti.
Dico spesso... appunto.
Nei modi di porgere un discorso tutte le inutilità che potremmo eliminare ed il discorso sarebbe più leggero e comprensibile finiscono per appesantire ed invadere la mente, ecco la mente dell'ascoltatore che chiaramente ed ovviamente non ne può più di troppi praticamente
Se solamente si sapesse parlare forse si potrebbe ascoltare.
Gentilmente e brutalmente chiedo ai conferenzieri di togliere tutti gli avverbi in .mente dal loro eloquio, tanto la loro grandezza filosoficamente si svelerà praticamente! Evidentemente.
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