Non ha (quasi) bisogno di acqua- mi dice la mia amica da Recanati, in gita con i suoi allievi, e
continua- Sì, ho visto le tue telefonate, tranquilla, io ci sono sempre.-
Mi ritrovo a dover spiegare che:- Pensato avessi perso il
telefonino, ho pensato che lo avessi rotto, ho pensato che-
Ma non l’ho detto- che del cactus io sento solo le spine.-
Molto probabile che siano solo spine difensive, solo spine
involontarie, solo tempo che non c’è.
Una storia chiusa di Clara Sereni
Una storia chiusa di Clara Sereni
Clara Sereni, giornalista e scrittrice, un tempo fece un tentativo.
Inventò un luogo
dove chi avesse avuto bisogno di compagnia, di aiuto amicale, sarebbe potuto andare.
Il marito, fiducioso, pronosticò il successo.
Lei era convinta del contrario e così chiarì all’ignaro e
ingenuo uomo.- Vedi, tutti siamo disposti ad aiutare, vi sono infatti
moltissime associazioni di volontariato in tal senso, aiutano le ragazze madri,
i carcerati, i tossici, gli alcolizzati, gli ammalati, aiutare ti fa sentire
forte, grande, ma nessuno è disposto a
far vedere quanto lui abbia bisogno di uno sguardo, di compagnia, quanto lui
sia vulnerabile.
Amicizia, strana parola, rara trovarla, più rara viverla
insieme.
Bisogna accontentarsi che essa esista nel deserto arido del
deserto
Clara Sereni decise ad un certo momento di andare a vivere
in una casa di riposo.
Una stanza chiusa.
Una stanza da dove, impercettibilmente, il mondo del fuori
sparirà, senza spine,
e nel chiuso di un nuovo ordine ognuno ripercorrerà i
sentieri dei nidi di ragno,
raccontandosi storie che avrebbe voluto raccontare a quella
amica, alla sua amica.
Non ha bisogno di acqua l’amicizia, mi sembra la stessa
frase dell’uomo che ti dice:- Sono dentro te- mentre è lontano mille miglia,
con nella mano un’altra, un altro.
Abbiamo tutti bisogno di acqua, senza acqua non si vive.
Dirlo non è debolezza, è solo una forza-
Noi non siamo cactus
Ippolita Luzzo
Ippolita Luzzo