lunedì 22 novembre 2021

Con Jane Austen

 


Otto Marzo con Jane Austen dal 2011

Il 16 dicembre 2010 Google il motore di ricerca più diffusa nel mondo dedica il doodle  presente nella homepage a Jane Austen per celebrare il 235° anniversario della nascita. Nel 1995 il film inglese “Ragione e Sentimento” tratto dall’omonimo romanzo ottiene sette nomination all’Oscar e una statuetta per la sceneggiatura alla Thompson che era candidata anche come attrice.  

Nel 2007 il film “Becoming Jane”, tratto in parte da Orgoglio e Pregiudizio, racconta la vita romanzata della scrittrice. Ancora nel 2007 il film “Il club di Jane Austen”,  club letterario creato da cinque donne per consolare Sylvia, abbandonata dopo vent’anni di matrimonio. Decidono di leggere i libri della Austen e di discuterne la trama ogni mese per cinque mesi. Che meraviglia, che dialoghi, altre che “Uomini e Donne” su Canale 5! 

Otto marzo quindi, lei Jane sapeva già tutto, i ritratti delle donne, che la Austen fa, sono formidabilmente attuali. Donne che parlano, consigliano, indirizzano, descrivono, si parlano addosso. A volte si alleano, più spesso si combattono. Gli uomini sembrano comprimari.

La Austen descrive la vita in maniera calma, così come la trova, arrogante nella sua banalità. Veniva naturale a Jane Austen descrivere le persone attraverso i loro difetti,  senza amarezza, lei satireggia sulla assurdità della vita senza desiderare che le cose possano essere diverse da come sono. Era solo una tranquilla signora nubile con a disposizione carta e inchiostro e con questi strumenti ebbe l’ingegno di darci il senso della significatività della vita, al di là di ogni personale simpatia e antipatia, della bellezza e della continuità al di sotto della corrente in superficie.

Jane Austen nasce il 16 dicembre del 1775 nella contea dello Hampshire, la sua è una famiglia molto unita, non ricca ma benestante, tanti figli, Jane è una delle ultime figlie. Nel 1802 un uomo la chiede in sposa, Jane prima accetta ma la mattina seguente rifiuta. Anche lei avrà avuto un amore, un uomo del quale non ha mai potuto parlare, un amore relegato in un angolo nascosto del suo cuore e bandito per sempre.  

A diciannove anni aveva già pronte le bozze di “Ragione e Sentimento” ma solo nel 1811 scrive e pubblica a sue spese anonima, By a Lady, i tre volumi di Sense and Sensibility.

Nel 1813 viene pubblicato Orgoglio e Pregiudizio che raggiunge  una tiratura di mille copie, pagò lei stessa la pubblicazione del primo romanzo e nel 1815 il suo libro venne tradotto in francese. Dopo la pubblicazione dei primi due libri la carriera letteraria di Jane è avviata, ma lei rifiuta la notorietà e la vita di società. Continuerà a pubblicare anonimi i suoi romanzi. Nel 1816 si ammala del morbo di Addison, allora incurabile, e a quarantadue anni muore, la salma riposa nella cattedrale di Winchester. Alla sua morte Cassandra farà sparire tutta o quasi la corrispondenza della sorella, una donna che scrive è pur sempre stravagante e lei lo farà per pudore, per salvaguardare i suoi pensieri più intimi, per proteggerla, ma a noi manca tanto un suo diario segreto che recentemente una scrittrice Syrie James lo ha immaginato e scritto. 

Da allora  i suoi romanzi come fiumi in piena hanno invaso le fantasie dei suoi numerosissimi lettori, le sue donne sono prese ad esempio. Gli uomini da lei valutati per la loro rendita, per la loro posizione, per il loro carattere, un esame dettagliato che li renderà degni dei progetti matrimoniali di splendide fanciulle. Tutte abbiamo letto “Orgoglio e Pregiudizio”

La Elisabeth di Orgoglio e Pregiudizio è la donna intelligente, saggia, è quella che sa portare avanti qualsiasi argomento in modo logico, brilla di luce propria. È la donna femminista e femminile per eccellenza. Nessuna prima di lei, nessuna come lei. Darcy è solo il mezzo per far brillare le sue capacità. Elisabeth è l’unica capace di capire le situazioni e prendere decisioni appropriate, è sempre cosciente di ciò che fa e cerca di agire con razionalità. Non è una ragazza ipocrita e non è interessata al denaro ma sceglierà il suo uomo dopo che comprenderà il carattere positivo e l’onestà. La sua vivacità intellettuale la porta a non sottomettersi alle convenzioni sociali e porta avanti idee proprie

Orgoglio e pregiudizio: Un difetto o una virtù? Gli uomini, penso sono più abituati alla sfida, al predominio, le donne invece cercano di placare gli animi in nome della tolleranza, della  comprensione dei difetti altrui. Non è così? Lei, la Austen, prima di tanti trattati di psicologia ci delinea il difetto di persone orgogliose, con sentimenti implacabili, che sono sempre pronti a pensare male, a detestare il prossimo  perché lo considerano inferiore, Elisabeth riconosce subito il carattere difficile di Darcy e lo fa riflettere, avremmo saputo noi fare altrettanto?

Elinor di Ragione e Sentimento. Emma dell’anonimo romanzo. Fin qui gli esempi positivi.

 Poi ci sono le donne perfide e la Fanny di Ragione e Sentimento è proprio una cognata. Come tante. Troppo simile alle nostre cognate. Ho letto più volte il primo capitolo di Ragione e Sentimento, perché è così reale e vero che sarà capitato anche a voi di sentire o subire un ragionamento così, e agli uomini sarà capitato  nel passato di tornare a casa con una decisione buona e di cambiarla senza accorgersene dopo averne parlato con la moglie! Fanny è la moglie di John, il quale ha tre sorellastre. Il padre in punto di morte gli ha fatto promettere che si sarebbe preso cura delle sorelle e della matrigna donne generose e amorevoli, escluse dalla eredità dello zio scapolo che pure avevano accudito. Ma tant’è! L’eredità era passata direttamente dallo zio a John e al figlioletto di quattro anno di questi. Fanny, moglie di John, non appena terminato il funerale del suocero, arrivò nella casa con figlio e servitù al seguito e senza badare che in quel luogo vi abitavano le sorelle e la matrigna del marito le degradò alla condizioni di ospiti. Lei pensava che nessun legame affettivo potesse esistere tra i figli avuti da un uomo da matrimoni diversi. Qualsiasi proposta John faccia Fanny ha le sue perplessità, addirittura conclude: ”Sono convinta che tua padre non avesse affatto per la mente che dessi a loro del denaro, penso che l’aiuto a cui si riferiva era quello di trovare loro una piccola casetta, mandare omaggi di pesce e cacciagione quando è stagione. E poi che diamine possono volere quattro donne più di questo? Vivranno in modo tanto frugale. La cura della casa richiederà poco o nulla. Non avranno carrozza, cavalli, né servitù, e quasi non avranno ospiti, potrebbero non avere spese di alcun genere, considera solo quanto sia assurda la tua intenzione di dare loro altro denaro. Saranno loro forse a poter dare a te qualcosa.  Tuo padre ha pensato solo a loro, se avesse potuto avrebbe lasciato a loro tutte le fortune del mondo.”

 L’argomento era irresistibile egli si convinse che sarebbe stato inopportuno se non addirittura indecoroso avere per la vedova e le figlie del padre sue sorelle avere più riguardo di quanto suggerito dalla moglie.   

Ah le donne! Rifletto e più rifletto, più penso, che uno specchio  della verità non ci farebbe poi tanto male. Vi vedremmo riflessi avarizia, egoismo, invidia, tutti sentimenti che ci impediscono di essere leggere e ci appesantiscono, tenendoci legate mani e piedi ad un marito che non ci ama più, ad un padre, ad un fratello, perché si sa, un uomo fa sempre comodo e questi sentimenti invece di unirci leggiadre e leggere ci rimandano l’una contro l’altra. Non è rabbia però il sentimento generale che percepisco tra noi è la delusione, deluse da chi credevamo senza macchia, senza paura, deluse da noi stesse, perché non raggiunte le mete che avevamo in mente.  Ecco l’otto marzo, che è anche una bellissima data per me, perché è nato il mio unico figlio, deve essere la nascita della consapevolezza nuova che anche noi a volte sbagliamo, che anche noi a volte dobbiamo chiedere scusa, e lievi senza pesi poter guardarci l’un l’altra.

Forse dovremmo recuperare la ragione di Elizabeth, anche se c’è troppo illuminismo in questa ottimistica fiducia nella ragionevolezza e nel trionfo di questa, oggi che i nostri punti sono incerti, confusi. La ragione non illumina più. Le conquiste fatte dalle donne  hanno permesso a tutte di accedere nelle aule dei Tribunali, nelle sale operatorie, sulle cattedre universitarie. Ma ora una generazione di fanciulle adolescenti, non tutte, per carità con birra in mano e sigaretta in bocca, scimmiottano comportamenti negativi. Evidentemente le conquiste sociali ora devono lasciare il passo alle conquiste individuali. Conquiste che  devono darci la consapevolezza di essere donne senza essere vittime della nostra viltà, da dipendenze amorose, senza accettare il disprezzo di un uomo pure di non perderlo, consapevolezza che stiamo scegliendo noi il nostro giorno perché come diceva qualche tempo fa la pubblicità dell’Oreal “Io Valgo” e voglio rispetto.

Rispetto, verso se stesse, verso i nostri genitori e figli. Non vuol dire accondiscendere, ma tenere una dirittura che implica sacrificio e costanza. La ragione di Elizabeth, di Elinor, la ragione del settecento, ci sia da luce nel nostro fumoso cammino.  

Ippolita Luzzo 


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