"Tranquillamente erano trascorsi sessanta anni " Si era sposato con Anna e ora si trovava in ospedale ad aspettare un referto. Una notizia. Risposta non c'è. A nessuno. Nemmeno alla moglie Anna, brava sarta della Torino bene, protagonista di "Forbici" e straziata, presa a forbiciate, da sua nipote, da Lucia, che rifiuta l'abito da sposa da lei confezionato.
Risposta non c'è se non l'urlo di disperazione e seguiamo in "Conchiglie" Raffaele, il fratello autistico di Lucia, raccogliere sassolini, tanti sassolini da lanciare contro il vetro della finestra, contro lo specchio, per mandare in frantumi ogni cosa.
Si frantuma in questo libro ogni cosa, esistenze e significati, si frantuma un lessico che mette ansia e disperazione, un lessico amaro senza indulgenza.
Boom, tutto esplode o implode, tutto non ha significato, sia che esista o non esista un social che sta da sfondo, come momento ludico o almeno dovrebbe esserlo ed invece appare come altra gabbia.
Faceboom è la storia numero 18 del libro e lei, la donna, sta lì a caricare e scaricare fotografie da mettere come profilo, per vantarsi di essere una organizzatrice di eventi, una che conosce il mondo dei VIP.
Nella solitudine amara, amarissima, di un mondo grigio di una caligine senza affetti, senza un atto di altruismo, sembra che guardare la propria immagine, il proprio ombelico del mondo, cantava Jovanotti, possa essere l'atteggiamento compulsivo di malati di aridità, di disperazione.
Paola Bottero, autrice di Faceboom, mi dice quanti di questi personaggi, che vivono fra le pagine, esistano, quanto siano reali ed io non ho dubbi, così come non ho dubbi sul fatto che possano essere trasposti su uno schermo televisivo come una serie.
Ma è questo quel mondo? alla maniera di Leopardi me lo domando . Mi domando, dalle mie giornate minimali fatte di letture e di visite giornaliere ai miei familiari, se il mondo abbia fatto boom. Abbia intercettato la via della dissoluzione dell'affetto e della ricordanza e si sia avviato verso il baratro del non salutarsi, del non cercarsi, del vanificare ogni giorno, ogni anno che passa.
Mi richiama, in questi giorni una amica che non mi ha parlato un intero anno e in questo anno si è tolta dal mio regno, mi ha tolto dal suo profilo e a chi le domandava il motivo adduceva una mia supposta, da lei, gelosia.
Ora mi richiama ed io rispondo educata e felice che le sue nubi si siano dissolte, che veda chiaro dove prima vedeva caligine e che, social o non social, gli esseri umani esistono, malgrado i tempi difficili. Sono sempre felice delle lucciole della comprensione e per questo Faceboom non mi avrà, chiudo io augurante questa mia lettura su un libro che propone spunti amarissimi di riflessione.
Facciamo esplodere in mille frantumi la solitudine e aspettiamo l'anno che verrà...
Finisce così il libro con una mezzanotte di capodanno. Fiat voluntas mea...
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