giovedì 3 dicembre 2015

La penna singhiozzante

La penna singhiozzante nel discorso della regina
Dal dunque carducciano alla tazza di caffè americano
Sui tasti di un web dove mi diverto sempre meno
Eppure sempre di più del reale acquitrino geografico

Mi viene in versi stamattina  come le stanze del Poliziano,
Come i furori di Vittorio Alfieri, come Furore di Steinbeck
Mi viene un Giorno di Parini con il giovin signore educato
Conteso da tutta l’allegra compagnia di donne altolocate 

Mi viene il canto della solitaria regina di un regno che non c’è
Se vi ho donato un libro poi non mi parlate più, ormai lo so
Se vi sto vicino sarà per poco e poi con ogni gradevolezza
Tutto finirà in gloria, in salmo, in una Bibbia capace di

Contenere tutto il bello e tutto il brutto che fatto sia.
Troppo poco sarà il dirlo al mondo che parlare non so,
vero cara? Troppo poco ignorare che io scriva, vero cara?
E non è una sola la cara, siete in tante
Troppo poco e troppo inutile scriverlo poi qui


Nell'immensità del web e nel mio regno di tasti e di cartone.
Dalla penna singhiozzante al divenire del web 
da Furore "Mine eyes have seen the glory
I miei occhi hanno visto la gloria
Of the coming of the Lord
Della venuta del Signore
He is trampling out the vintage
Egli sta calpestando la vendemmia
Where the grapes of wrath are stored
Dove Furore sono memorizzati
He hath loosed the fateful lightning
Egli ha sciolto il fulmine fatale
Of His terrible swift sword
Della sua terribile spada rapida
His truth is marching on
La sua verità è in marcia su

Let us live to make men free
Viviamo per rendere gli uomini liberi

Il titolo originale The Grapes of Wrath,  I grappoli d'ira (o I grappoli d'odio), è un verso tratto da The Battle Hymn of the Republic, di Julia Ward Howe)
Fino all'Apocalisse

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