giovedì 14 novembre 2013

La casa che abitiamo e gli amori che viviamo su facebook



La casa che abitiamo e gli amori che viviamo su facebook



Razionalmente scrivendo nesso non c’è. Razionalmente vivendo nemmeno.

Posso però solo razionalmente spiegare.

Siamo abitanti di case che ci riflettono. Ognuno  ha la casa che è.

Disordinata oppure ordinatissima, pulita o sporchetta, con troppa chincaglieria o spoglia, essenziale.

Case colorate e allegre, oppure monocromatiche e fredde, case con uccelli impagliati su trespoli, con chitarre e spartiti, con mille bomboniere e centrini, con sigarette spente e cenere dappertutto, con bagni odoranti profumi inebrianti o puzzolenti da fogna.

Da queste case a volte usciamo, sempre usciamo, per fare la spesa, andare al lavoro, fare due passi.

Più spesso restiamo a pigiare sui tasti, cosa che ormai possiamo fare dappertutto, pigiamo infatti in fila al supermercato, fermi al semaforo, ad una conferenza, al cinema, al ristorante.

Gli amori che viviamo su facebook, pigiamo.

Con una mia amica, un giorno, abbiamo letto i mi piace, i commenti, le risatine e approvazioni, il prendimi e seguimi, in modo letteralcorretto.

Abbiamo così scoperto che tizio amava una lei, che ricambiava, almeno quel giorno! Abbiamo così legato storie che avrebbero fatto un romanzone

Amori fatti nascere da un impulso, un piacere, una distrazione, perché… non si ha niente da fare.

Palesi e squadernati, gli amori su facebook sono impudichi, si rincorrono da un contatto ad un altro, si commentano ad alta voce, si offrono alla platea senza il filtro della casa.

Traslando statue bianche che lascive si accarezzano, ridendo ad ogni anelito del lui o della lei, assecondando il narciso che esiste  e blandendo la rabbia e la gelosia, gli amori su facebook tralasciano il corpo abitato, sono puri immateriali, soltanto un conclicco, non un contatto. Io ti conclicco perché tu mi piaci.

Amori senza una casa dove abitare, trascurano ormai la casa abitata, e ridicoli, buffi, agitano anche libri e pennelli, fogli e quaderni, per ornare un ornato da appendere al  vuoto.
Oscillano al vento le cetre amoranti un amore sussultante e citante, gitante, un amore per lui, per lei. Oh quanto t'amo, quanto t'amo, non lo sai...


2 commenti:

Unknown ha detto...

Ma guarda un po', Ippi.
Bentrovata Ippolita, frizzante come sempre. Vulcanica e pungente.
Hai saputo descrivere la situazione fb con puntuale pungente brio; soprattutto mi piace il pezzo: "Amori senza una casa dove abitare, trascurano ormai la casa abitata, e ridicoli, buffi, agitano anche libri e pennelli, fogli e quaderni, per ornare un ornato da appendere al vuoto."
Fortissimo. Azzeccato. Pizzicante.

Ippolita Litweb ha detto...

Serenella, sempre le stesse cose ripeto. Come un mantra. Felice ti sia piaciuto.