domenica 3 novembre 2013

Inno alla s-comunicazione nel web



Inno alla s-comunicazione nel web

Io s-comunico con tanti, in realtà sono s-comunicata



Ricordo che un tempo Emily scrisse una lettera al mondo che a lei non rispose mai.

Tempi passati, ora io scrivo la mia lettera al mondo e rispondono in tanti che non conoscerò mai.

Ricordo quei giorni passati a rincorrere il vento, cantava De Andrè, ora rincorro soltanto un contatto su facebook che il mio iphone segnala con un bip.

Ricordi sbocciavan le viole, tante canzoni, ora le trovo spulciando i post dei miei contatti su  social.

S-comunichiamo felici, ridiamo convinti della facezia, della connessione, ci meravigliamo, noi oltre i quaranta anni, i cinquanta , ai sessanta.

Il nostro cervello ancora non ha completato la connessione. Un cervello rettile.

Mi siedo e vi parlo come se voi foste veri, come se io avessi trovato il motivo per darmi un motivo.

Dalla tela di ragno in cui ho disposto a raggiera i miei evanescenti rapporti reali ogni tanto ho un sussulto, uno scatto, una impennata di orgoglio e mi illudo di avere un mondo ascoltante e rispondente al di là dello schermo che mi dia un arcobaleno sereno, l’odore del fieno.  Viva la campagna cantava Nino Ferrer, e cantano i Bandabardò, viva la campagna che ci da…

Felicità, i miei rapporti webbici che mi danno risate e risate senza sporcare, senza puzzare, senza nemmeno il respiro vero, senza un gesto, un gesto naturale, che proprio non c’è stato, non c’è stato mai.

Quindi viva il tablet, viva iphone che illudono di nuovo che risposta ci sia.

A tutti voi che io non conosco e che leggo soltanto per darmi un motivo di esserci ancora.

Perché, come Kant mi insegnò, se ci siete voi, ci sono anch’io.

L’essere passa dalla campagna alla compagnia…




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