Mi ricordo di aver richiesto io questo libro fuori commercio, non si acquista in libreria ma si fa richiesta su mail e lo manderanno a chi vuole conoscere storie di migranti accolti nel Comune di Reggio Emilia.
Il libro nasce all'interno del progetto Siproimi ex Sprar del Comune di Reggio Emilia gestito dalla cooperativa Dimora d'Abramo a dieci anni dalla nascita del progetto.
Luigi Codeluppi, presidente di Dimora d'Abramo cura la premessa al libro, spiegando la nascita di questa raccolta di testimonianze tra il 2019 e il 2020, e poi alla pubblicazione con Refugees Stories. Si sono creati video e interviste che hanno coinvolto i rifugiati ospiti del progetto.
Siproimi significa Sistema per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati e in Italia è stato istituito per legge nel luglio 2002 come Sprar e poi Siproimi dal 2018,
La legge ha purtroppo modificato alcuni aspetti come l'abolizione della protezione umanitaria e ha ridimensionato le potenzialità di inserimento sociale dei migranti non solo dei rifugiati ma anche dei richiedenti asilo.
Nella provincia di Reggio Emilia sono attivi quattro progetti.
Nella introduzione Piergiorgio Paterlini ci racconta come sia stato coinvolto dal progetto essendo già lui col suo primo libro uno scrittore che vuole dare voce agli invisibili. Essere raccontati, lui ci dice, essere raccontati correttamente e diventare correttamente visibili equivale al diritto di vivere.
Un libro testimonianza, dove parlano i protagonisti, un libro parlante e le storie sono tutte a lieto fine, come le fiabe, o almeno quasi come le fiabe. Sono dieci storie per la maggior parte di minorenni che scappano, scappano per sopravvivere.
Dal Mali B.S. comincia a scappare a 11 anni, vuole studiare ma la scuola non esiste nel suo piccolo villaggio vicino al fiume. Deve andare in città da solo, lo prende in consegna un uomo su un carretto e dopo cinque ore di cammino al buio il bambino viene lasciato dove passa l'autobus. Il bambino finalmente dopo altre sette ore di viaggio giunge in città e non trova nessuno ad attenderlo. Non può nemmeno ritornare indietro perché non ha la somma necessaria e comincia a camminare a camminare finché non verrà ospitato e sfruttato altri quattro anni. Quando ha 15 anni scopre che la sua mamma non è la sua mamma, e che suo padre era uno famoso ma era morto, era morta la madre e lui non aveva nessuno più al Mali. Parte per la Libia, poi scappa dall'inferno della Libia e sbarca a Lampedusa. Infine giunge a Reggio Emilia. Ha studiato, è diventato metalmeccanico, vorrebbe continuare gli studi ma aspetta di avere i documenti a posto e si augura di poter studiare.
Vorrei raccontarvi le dieci storie come quella di Shakawat Hossain dal Bangladesh anche lui già a nove anni si trova capofamiglia, essendo morto il padre. Anche lui scappa e la madre paga per farlo scappare, per farlo scappare in Libia dove c'è l'inferno in terra. Ho l'incubo della Libia io e leggendo le testimonianze ancor di più mi atterrisco. Adesso lui è scappato dalla Libia e gli piace molto l'Italia, un paese tranquillo, dice. Ora ha 18 anni ed è rinato in Italia.
Sarebbe bellissimo che conosceste la storia dei tuareg, la storia di Saman, dal deserto del Tuareg, o le storie dal Congo, dalla Gambia, la storia di Aliou Toure dal Mali, a lui hanno bombardato la casa, uccisi i genitori nel 2012.
Lui quasi non vedente è riuscito a scappare. Lui è un musicista ed è in Italia da quattro anni, ha 25 anni, è fuggito ed ha attraversato il Niger e poi la Libia. Ha visto morire di sete un suo compagno e poi resta quattro anni nell'orrore della Libia. Come sia possibile che esistano atrocità legali come in Libia mi sembra assurdo ma magari anche se di meno le atrocità stanno dappertutto!
Finalmente arriva a Reggio Emilia e non ha più paura.
Leggo e rileggo e se vi metterò mail affinché le loro parole vi giungano. Ringrazio Piergiorgio Paterlini, sensibile scrittore che sa come sia vero che la scrittura può diventare un grimaldello per scardinare pregiudizi, una bellissima opportunità per conoscere, una consolazione e un riscatto.
Il libro si può richiedere a segreteria@dimoradabramo.it.
Dare voce agli invisibili. Piergiorgio Paterlini intervista e poi trasforma il tutto in un dialogo fra chi viene intervistato e noi. Noi così siamo l’altro, l’altro che ascolta la storia dal raccontata dal protagonista. Alcuni ragazzi giovanissimi che sono scappati dall’Africa e sono giunti in Italia, perché per loro l’Italia è il bel paese. Storie terribili di miserie e di guerra, il bel popolo dei tuareg che viene decimato, storie che finiscono bene per fortuna, almeno queste, storie che amerete conoscere se ne farete richiesta. L’edizione è fuori commercio, una lettura utilissima per dissipare ogni razzismo, ogni pregiudizio. Siamo tutti fratelli."
Ippolita Luzzo