Vins Gallico risponde alle domande di Ippolita Luzzo
Esce per Giulio Perrone editore nella collana Passaggi di dogana, il 14 Luglio 2022
A Marsiglia con Jean-Claude Izzo
Quattro domande a Vins Gallico
Iniziamo subito dalla città.
Vins Gallico, l’autore, sceglie di visitare Marsiglia con le parole di Jean-Claude Izzo, e con negli occhi la sua città, Reggio Calabria: “Passo indietro: sono cresciuto in riva al mare, in Calabria. Reggio è una città che si trova in un punto assurdo del Mediterraneo. Per chi non lo ha mai visto, lo Stretto di Messina è uno spettacolo: la Sicilia e la Calabria arrivano a sfiorarsi, in un misto di poesia e terrore.”
1) Si può fare di Reggio Calabria e di Marsiglia quasi la stessa dichiarazione? “Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò̀ che c’è da vedere si lascia vedere”. Così come scrive Izzo in Casino Totale
Vins Gallico: Purtroppo per Reggio Calabria non si può fare questa dichiarazione.
Per vari motivi: uno perché Reggio non ha un mito fondativo come quello di Marsiglia, che è un mito di abbraccio, dove un migrante e un’autoctona si incontrano e si innamorano.
Reggio invece ha fra le sue etimologie il senso dello spezzare, reghnumi era il verbo che indica la divisione in due, cioè lo stretto di Messina.
E poi Reggio non ha avuto narrazioni di accoglienza, di sincretismo.
In più Reggio è una città per turisti, la politica abbastanza miope di alcuni anni fa l’ha resa una specie di parcogiochi. Invece di esaltare le parti di bellezza e umanità si è puntato sulla chirurgia estetica e sul profitto. La bellezza di Reggio, che c’è, che potrebbe essere abbacinante, è diventata una roba da filtro IG. Dove difficilmente le persone si schierano. Anzi a Reggio per molto tempo vigeva la legge del “fatti i cazzi tuoi che campi cent’anni”. Magari è vero, è meno rischioso, campi cent’anni, ma li campi male.
Ippolita Luzzo: Continuo a leggere la storia di Jean-Claude Izzo e facendocelo conoscere Vins riesce a fare la storia dei movimenti migratori, Izzo nacque a Marsiglia, nel giugno del 1945, figlio di Gennaro Izzo, un immigrato italiano originario di Castel San Giorgio (in provincia di Salerno), e di Isabelle, una casalinga francese, figlia a sua volta di immigrati spagnoli.
” Mio padre mi aveva detto: “Non dimenticarlo. Quando arrivammo qui, con i miei fratelli, non sapevamo se, a pranzo, avremmo avuto da mangiare, e poi si mangiava comunque”. Questa era la storia di Marsiglia. La sua eternità. Un’utopia. L’unica utopia del mondo. Un luogo dove chiunque, di qualsiasi colore, poteva scendere da una barca o da un treno, con una valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri. Una città dove, appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire: “Ci sono. È casa mia”. Marsiglia appartiene a chi ci vive.
[Casino totale, p. 202]
Sono le parole di Fabio Montale, il grande protagonista dei tre libri più noti di Jean-Claude Izzo nonché suo alter ego. Fra le tante somiglianze fra autore e personaggio, il loro albero genealogico: lo sbirro Montale ha un padre italiano, così come Jean-Claude, che è figlio di Gennaro Izzo.”
2)C’è sicuramente la stessa tensione, lo stesso sentire fra chi decide di andare a vivere da un’altra parte del mondo, in una città che potrà diventare la nuova terra su cui poter trascorrere gli anni sentendola propria?
Vins Gallico: Sono tanti i motivi che ci spingono a lasciare le nostre terre, dalla disperazione alla curiosità. Il problema principale è che tutte e tutti noi non proveniamo da terre differenti, ma dallo stesso pianeta: la Terra per l’appunto.
E lo dimentichiamo troppo spesso, tirando su muri e trattandolo male questo nostro pianeta. Quando sento robe tipo: prima gli italiani, mi chiedo: ma perché? Perché tu hai più diritto di un altro di vivere o semplicemente sopravvivere sulla semplice base del caso che ti ha fatto nascere a una latitudine differente?
Ippolita Luzzo: Nel parlare di Marsiglia conosciamo la città, la sua storia, conosciamo lo scrittore che tanto l’ha amata e conosciamo la vita dello scrittore, una vita difficile, mi viene da dire, ricordando il titolo di un film da e molto amato. Una vita difficile di Dino Risi. 3)Lo sguardo dalla città, dallo scrittore Izzo e in simultanea lo sguardo di chi sta scrivendo, un triplice sguardo mi sembra Vins. Non sembra anche a te che tutto è una commistione?
Vins Gallico: Ma il purismo non esiste da nessuna parte. Non esiste nel DNA, non esiste nell’aria che respiriamo, non esiste neppure nella copertina di questo libro. Bianchissima. E dopo dieci minuti è già spiegazzata, macchiata, ingrigita. Tutto è commistione, hai assolutamente ragione Ippolita. Io sono i miei anni, i miei amici, le cose che ho visto, gli amori che ho vissuto, le liti che ho affrontato, i dolori che ho patito. Non c’è niente di me che possa essere considerato vergine, intonso, illeso. E non lo vorrei neppure.
Ippolita Luzzo: 4)Ed insieme la storia dei migranti, di questo peregrinare umano che ha ripreso con truce realtà spostando e disagiando interi popoli. Stranamente a me sembra che il tuo libro diventi uno dei più attenti saggi sull’emigrazione. Non lo è ma io lo percepisco così, con dentro la stessa tensione di Alessandro Leogrande in Frontiera. Non è così?
Vins Gallico: Alessandro Leogrande è stato uno degli scrittori più intelligenti e acuti e sensibili della nostra generazione. Un esempio umano e letterario per molti di noi. Credo che avrebbe sottoscritto il sottotitolo del libro: essere per, essere contro.
Direi che in generale mi ritrovavo quasi sempre dalla parte di Leogrande. Manca molto a tutte e tutti noi.
E purtroppo, senza falsa modestia, no, non c’è la stessa tensione de La Frontiera. Perché là dentro Alessandro ci ha messo la ricerca, il corpo, la prima persona. Io a Marsiglia ci vado da privilegiato occidentale e con gli occhi di un poeta, Jean-Claude Izzo, che mi aiutano a filtrare e capire.
Ippolita Luzzo
Nel ringraziare lo scrittore Vins Gallico aggiungo alcune note biografiche sull'autore
Vins Gallico è nato a Melito Porto Salvo (RC) nel 1976. Ha pubblicato Portami Rispetto (Rizzoli 2010) e Final cut (Fandango libri 2015) e ha lavorato come consulente e traduttore editoriale. Dirige attualmente la libreria “Fandango Incontro” e fa parte del consiglio direttivo dei Piccoli Maestri.