mercoledì 22 giugno 2022

14 Settembre 2011 Il dolore


 Stendhal e Sciascia - Il dolore   14 settembre 2011

Quasi tutti i martiri sottoposti alle torture più atroci sono più o meno in uno stato di estasi. 

Stendhal pensa che quei martiri non hanno mai sentito dolore, perché annegati nello spirito, nella proiezione della luce divina, pura anima, hanno abbandonato il corpo ai loro carnefici.

 Succede così anche  nella sfera del fanatismo che lo infligge e del fanatismo che lo soffre, anche lì il dolore non esiste perché il dolore è un'invenzione della ragione, un'invenzione suscitata dall'idea della libertà ed ad essa legata, un'invenzione nata dall’idea di giustizia.

Il dolore esiste però veramente là dove il fanatismo, il potere la tirannia ce lo infliggono, esiste nelle cose che non amiamo e che siamo costretti a fare .

Sartre:-Il dolore è dove ce lo infligge la cosa, tutto quel che è fuori di noi, che su di noi si abbatte.

Dolore fisico che si mescola  al dolore esistenziale.

La più atroce immagine del dolore è quella del dolore che colui che non pensa, che coloro che non pensano infliggono a colui che pensa, a coloro che pensano.

Un dolore gratuito, sciocco, senza senso, per gioco, per divertimento, per cattiveria.

Lascia l’altro a chiedersi –perché -a chiedere invano un motivo, a chiedere invano una giustizia che già sa le verrà negata.

Un dolore storico:-I tanti massacri, inutili, le tanti stragi, i tanti stupri, le tante violenze.

Un dolore sociale:-L’ingiustizia profonda di un’eguaglianza  irrisa, di povertà beffeggiata, di popoli assetati, affamati, dati in pasto ai pesci.

Un dolore esistenziale: privato, solitario, di ragazzi ubriacati di birre, di soldi, di offerte, ma senza educazione, rispetto, sacrificio.

Un dolore immenso per il vuoto di motivazioni grandi che ci facciano accettare, che ci facciano diventare migliori di quel che siamo.

Ippolita Luzzo 

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