giovedì 9 gennaio 2020

Ceniamo insieme

“E poi le belle amiche...
Ritorni dopo una vita al paese natio ed una sera, così, senti una tipa che legge "io non sono una donna del sud"....
All'inizio ho pensato, fosse una matta, una di quelle che va in giro a rompere le palle ai tranquilli cittadini che sentono Chopin nei loro salotti, leggendo Stendhal, poi...
Me ne sono subito innamorata, Ippolita Luzzo la Regina della Litweb.
E stasera, una cena nata senza accordarci prima, una cena semplice e perfetta, senza i famosi pipponi, a cosa sei allergica, ma cosa non puoi o cosa puoi mangiare...ti va? Andiamo.
Stasera ho avuto il grande onore di visitare il castello della regina.
C'ero già stata da lei, ma stasera ho visitato tutto il castello, fin sulla torre merlata da cui si vedono le stelle ed il mare.
Anche il boudoir colorato ed allegro della regina, accanto alla sua camera da letto in stile semplice ciliegiosità dei legni pregiati e libri ovunque, sui comodini, sul comò, perfino la libreria a fronte letto ed una pila d'essi sul pavimento.
Giusto come mi immaginavo le vestigia del maniero.
Allora, Evviva evviva e lunga vita mia cara Ippolitina.
Ah....
Buonanotte❤.                                                                                                                                                Io Rispondo a Daniela ricordando Daniela: Mi sembra bellissimo “Dopo una vita di onorato silenzio” poter “Dirlo a tutti per non dirlo a nessuno” Pezzi di noi in “Immaginare è sopravvivere”. Rispondo a lei che una sera mi ha detto:- Incontro troppe Daniele da quando sono tornata da Roma. Qui- Forse è un nome molto amato. Come Dino Campana, come leggere, come conservare ogni testo di giorni e giorni. In quel comizio di molti anni fa, su quei cavalletti trasformati in tavole lunghissime dove arrivavano enormi insalate di pomodori, in quelle estati che non conosco, su tutto l’arte, Roma bellissima, il lungotevere amato appoggiandosi ad un parapetto. Guardarlo scorrere. Ed il fiume era in cucina. Scorreva e luccicava il Tevere, con la camminata di Natale Proto, grande amante della vita, della conoscenza, della bellezza, lui stesso bellissimo, lui stesso arte vivente. Camminava Natale Proto, è passato spiegandoci come si deve capire un quadro, le dimensioni e la prospettiva, l’intensità della pennellata. Il dolore di Van Gogh. E c’era anche Van Gogh alla nostra tavola. Una tavola affollata e affettuosissima “con il sole e la notte” con la straordinaria storia d’amore fra Liliana e Vittorino. Camminano sul
Corso Numistrano come si usava allora, negli anni settanta, che ci sono stati, è vero che ci sono stati? La nostra serata finisce così da domani chi lo sa... faceva una canzone di allora, intanto ora la conservo in un pezzo

mercoledì 1 gennaio 2020

Io speriamo che me la cavo Discorso di Capodanno 2020

Mi viene così nel salutare mio figlio che mi augura un dolcissimo Buon Anno, mi viene questa frase rivolta un po' a tutti noi, un io noi, noi speriamo di cavarcela, e corro subito sui tasti a ricordare quel libro del maestro Marcello D'Orta, quei temi dei ragazzi di una scuola elementare di Arzano del 1990.
Sono passati trent'anni da Io speriamo che me la cavo. 
Trent'anni compirà mio figlio a Marzo, giorno otto marzo, sessanta sono gli anni di mia sorella, settanta di mio fratello, ottanta di mio zio. 
A dieci a dieci. 
"Io speriamo che me la cavo" è l'augurio a tutti noi che abitiamo un corpo problematico, che aspettiamo biopsia, che stiamo facendo chemioterapia, che tagliamo e togliamo pezzi del corpo pur di cavarcela una volta di più. 
L'anno che è andato via è stato un "Annus horribilis", come disse una volta la regina Elisabetta, e come scrisse Giorgio Bocca nel 2010, parlando del 2009. 
Bocca si riferiva ad una deriva politica che ci riguarda tutti e che mi auguro possa un giorno arrestarsi, io invece più semplicemente rimango ferma sui rapporti fra noi e il nostro corpo, fra noi e il nostro umore, fra noi e lo slancio che va via, l'entusiasmo che va via, la difficile arte del vivere che va via. 
Io speriamo che me la cavo, ora al sole e al vento del mare di Gizzeria, dove una banchina sepolta dalla sabbia da almeno quarant'anni è stata ridata al ricordo di chi ricorda un tempo in cui i lidi erano di legno e si arrivava in mare con le 850 Fiat in dieci in auto, senza prendere la multa. 
Io speriamo che me la cavo all'alba livida di un divenire, di una cifra tonda che possa togliere la sabbia, che possa ridarci ancora il cerchio di ogni cosa.
Il tondo del numero zero, inizio e fine. Trovare il cerchio delle cose, Platone considerava il cerchio come la figura geometrica perfetta per il Buddismo Zen il cerchio significa illuminazione.
Noi speriamo semplicemente di cavarcela come quel bimbo del novanta.
Dal Regno della Litweb un buon anno con Laure Cambau in La ragazza dipinta di blu, perché si userà il blu quest'anno: 
"Dopo di me metti il GPS per domani 
dopo me per concludere
metti il GPS"
"Tra sogno e fumo
tra vapore e chimera
un sogno al riparo del sogno
dopo di me metti il GPS"
"aspettando la consegna del miracolo"
"Il diario della ragazza dipinta di blu" circolare 

Ippolita Luzzo 

giovedì 26 dicembre 2019

Quando il Regno non basta più: Discorso di fine anno 2019

Quando un regno non basta più la domanda è perché scrivere un discorso. 
A chi scriverlo? Con chi? Per chi?
Anche i tasti sembrano rimandare l'inanità del gesto.
Sto qui a cancellare un "L'importante è finire bene", cancello l'inizio di un discorso dell'anno 2019, forse cancellerò anche questo.
Sempre meno e sempre più Litweb 
Ippolita 
 
  

martedì 17 dicembre 2019

Modus Legendi

Modus Legendi è la scommessa del gruppo Billy il vizio di leggere di poter piazzare nelle classifiche dei libri più venduti i libri scelti dalla community. 
Una scommessa vinta con “Il Posto” della Ernaux e che continua l'anno dopo a proporre un titolo da comprare tutto insieme dopo averlo votato. L’anno scorso erano rimasti in lizza cinque libri fra cui La stanza dei lumini Rossi di Domenico Conoscenti e Il Sale di Jean Baptiste Del Amo. Ha vinto Il Sale.
Anche questo anno si sceglieranno i titoli e uno solo poi sarà acquistato per farlo arrivare in alto e dare un senso a classifiche che prediligono in realtà molto spesso un prodotto esclusivamente commerciale. Una iniziativa alla quale auguriamo sempre più visibilità e diffusione.
Angelo Di Liberto scrive:"E se tutti insieme andassimo a comprare il medesimo libro nella stessa settimana, che cosa accadrebbe?

Si chiama Modus Legendi ed è già accaduto tre volte. Tre libri di qualità hanno occupato la classifica nazionale dei più venduti.

Possiamo farlo ancora. Se tremila persone si recano in libreria e comprano lo stesso libro compiono il miracolo.

Che ne dite?"
Diamo fiducia ai lettori appassionati, sembra che sia il consiglio da seguire. 
Ippolita Luzzo dal Regno della Litweb 

lunedì 16 dicembre 2019

Va via il 2019 con Josè Ovejero La seduzione

Consueto discorso di fine anno in preparazione. Scelgo ciò che, a ritroso, raccolgo dal mio peregrinare nei giorni e nei post. Credo che il libro dell’anno, anzi i due libri dell’anno 2019 siano Il Pantarèi di Ezio Sinigaglia, di cui ho tanto parlato, e La seduzione di José Ovejero, ed è proprio il tema del libro di Ovejero il filo che legherà tutto l’anno 2019. 
Josè Ovejero vede la seduzione operare nel territorio aperto della vanità umana e noi leggendo vediamo la seduzione fare recinzioni sempre più strette sul territorio umano fino a diventare essa stessa il carceriere di chi ha sedotto.
La storia è la storia di tutto un 2019 di seduzione operante nella vanità delle cose umane. 
Nel libro di Ovejero il protagonista è uno scrittore di successo, invitato e acclamato, che non scrive da cinque anni. 
Da lui sappiamo che sta per divorziare, da lui sappiamo della coppia di amici, frequentati tanti anni, fino al momento in cui lui non stronca il libro dell’amico, anche lui scrittore però senza successo.
Da lui conosciamo il giovane uomo, figlio dei suoi amici, che continuerà a frequentarlo, anche dopo la rottura dell’amicizia con i suoi genitori, e sempre dallo scrittore apprenderemo del devastante pestaggio che il giovane subisce e lo renderà menomato a vita dopo un lungo periodo di coma. 
Ci sarà una amicizia fatta di seduzione fra questo giovane e lo scrittore? Così sembra ma dovrete leggere il libro.
Questa la situazione è questo è quel mondo della vanità  di intrecci e veleni, di corpi e di gesti che formano lacci.                              
Nicola Manicardi commentando una poesia di Nicola Vacca scrive:  La vanità che diventa centro del centro, la nostra prigione all'aperto. Semmai esistesse una gioia l'importante è sapere che è una folata di vento.        
La poesia di Nicola era sulla vanità: 
Poveri noi
Le opere nere di Goya
gli squartamenti di Bacon
la carne marcia di Schiele.
Diffidate degli artisti
che vi dicono che il mondo
si regge sulla gioia.

Non dicono la verità
perché adorano se stessi
e cercano sempre l'applauso
per la loro fottuta vanità.

Ogni scrittore dovrebbe leggere La seduzione di Ovejero e moltissimi scrittori si ritroveranno in quelle pagine. 
Moltissimi se non tutti.
Il libro è di una verità stridente, di un coinvolgimento quasi irritante se non fosse che ne siamo avviluppati con maestria. Non sembra ci si possa estraniare dal non pensare che è proprio in quel modo che ci si lega mani e piedi a eventi imprevedibili e non voluti. La vanità diventa centro del centro, la nostra prigione all'aperto, dice Nicola Manicardi. Gli artisti, gli scrittori, cercano sempre l’applauso, da Nicola Vacca. Mi sembrano che abbiano letto La seduzione, cara Daniela Di Sora, un libro da far conoscere a tutti coloro che pensano di poter governare gli eventi sol perché sanno scrivere.
Con Ovejero "Scrivere è un modo di descriversi, di far sì che gli altri prestino attenzione al nostro volto, alla nostra voce, alle nostre mani che gesticolano nell'aria."
"Per scrivere serve volontà, non talento; non è neanche necessaria l'ispirazione. Non c'è nulla come la rabbia per riempire un paragrafo dopo l'altro. E la rabbia mi trasuda dai pori." 
ed ancora 
"l'ammirazione è come la cocaina, devi continuare a consumarla per non sentire il down" 
Consiglio a tutti coloro che sono vittime di questa dipendenza, che vivono di vanità, di apparenze e successo, di titoli e nulla, la lettura di questo libro. Io l'ho già letto e ne farò tesoro. 
Oh Vanità delle vanità! Con Ovejero nel Regno della Litweb
Ippolita Luzzo 

lunedì 2 dicembre 2019

Insegnanti di Roberto Contu

La felicità è ricevere il libro di Roberto Contu qui a casa, nel Regno della Litweb. L’amore vero è riceverlo con il biglietto che non toglierò perché sono io che lo ringrazio di cuore.
Ameremo tutti il libro di Roberto, un libro di testimonianza sulla scuola, sugli insegnanti.
Roberto mi ha fatto ricordare uno dei primi giorni di scuola, una  supplenza in un liceo dove un Preside mi disse uguale. 
Lui mi disse:- Vada a fare filosofia in questo triennio e faccia recuperare il programma perché non hanno fatto niente finora.- Ero sconcertata.
Eravamo a marzo e gli alunni leggevano La Gazzetta dello Sport!
Porto "Insegnanti" il libro di Roberto Contu al Liceo Classico di Lamezia insieme a Marco Polo di Gianluca Barbera e dico ai miei colleghi bravissimi che siamo tutti intellettuali. 
Produrre senso e futuro: La scuola è un’immensa e organizzata industria umana adatta a produrre senso e futuro, ogni giorno. 
Non un’azienda privata che debba rincorrere numeri ma la scuola è industria nel significato antico di operosità, di progetto per produrre senso e futuro. 
Lo dice Roberto Contu nelle battute finali del libro e lo hanno detto Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, e Giuseppe Giglio, critico letterario, nell'incontro con i ragazzi dell’Istituto Tecnico Economico “Valentino De Fazio”. 
Nei tanti incontri con gli alunni e gli insegnanti. 
Parole che mi appartengono e che sono appartenuti a Leonardo Sciascia. 
Dagli "Insegnanti" a "Una storia semplice" di Sciascia ci accompagnano per dirci in continuazione quanto si debba vegliare contro ogni forma di manipolazione. Come bisogna stare attenti anche quando si capisce troppo. “Ma che parrocchia? Io non ho parrocchia” risponde l’uomo, protagonista di “Una storia semplice”,  che aveva capito tutto e che in questo modo si salva dagli intrighi, dalle manipolazioni. 
Io non ho parrocchia, mi ritrovo a ripetermi e a ripetere e intanto gli alunni fiduciosi vanno via, ogni anno vanno via, ringraziando la scuola per aver dato loro l’opportunità di ascoltare Sciascia il suo grande senso di giustizia e di verità, di viaggiare con  Marco Polo e Magellano, di conoscere meglio gli Insegnanti come Roberto Contu, come i tantissimi che credono vero il valore dell'insegnamento. 
W la Scuola, produttrice di senso e futuro.
Ippolita Luzzo 

domenica 1 dicembre 2019

Simone Ghelli La vita moltiplicata

La vita moltiplicata di Simone Ghelli è una raccolta di dieci racconti declinati fra realtà e sogno, racconti che si svolgono in un tempo che è fatto di tre tempi. 
Trovo di grande interesse ciò che fa Simone Ghelli, una resistenza letteraria allo spirito del tempo attuale, una resistenza al raccontare i fatti col piattume del presente, una resistenza che ci regala la complessità del nostro vivere, così umiliato da tanti romanzi scialbi e da tanta pubblicità ignobile. 
Con Simone riflettiamo: “ Due persone si conoscono, ma si conoscevano già e non si conoscevano ancora” così nel L’Ineluttabile, il racconto di un incontro che ho imparato a memoria.
Giorgio, il protagonista, si trova a Siena, deve partecipare ad una “Procedura di valutazione comparativa per la copertura di un posto di ruolo di ricercatore universitario L-Art/06” dopo aver preso la laurea, sempre a Siena anni prima, dieci anni prima.
Incontra al Civico 90 di via Pantaneto un uomo sui cinquanta anni o più e tramite il libro, un libro, quel libro, e su una sciarpa regalata, in un locale che non è più il Pozzo, si svolge il dialogo sul cinema e sulla vita.
La nostra vita.
Tutto ciò che va dove non deve andare, tutto ciò che avviene senza il nostro volere, tutto ciò che noi siamo senza saperlo.
L’immagine- movimento di Gilles Deleuze è il libro che Giorgio ha in mano, un libro sul cinema, su “l’eterno ritorno come resurrezione, nuovo dono del nuovo, del possibile” di Bunuel e poi andiamo indietro nel 1996 l’anno in cui Giorgio inizia a seguire storia e critica del cinema.
Si era poi laureato nel 1999.
Negli anni la città è cambiata, Siena è cambiata ed anche l’ex Ospedale Psichiatrico è stato trasformato in una sede universitaria.  Mi immergo nel racconto, vedo gli occhi verde smeraldo dell’altro uomo, lo sento dire con me, con Artaud, che si scrive per uscire dall'inferno.
Chi è l’interlocutore di Giorgio? Un professore universitario?
Così parrebbe visto che conosce bene il professore di filosofia politica di Giorgio. 
Giorgio non lo saprà mai e terrà in regalo quella sciarpa.  Non lo incontrerà più malgrado lui ritorni, speranzoso, più volte in quel locale. 
Nemmeno noi lo sappiamo ma io lo conosco, lui è diventato una mia presenza in casa, perché esiste “un tempo interno all’avvenimento, che è fatto della simultaneità di tre presenti":    < Secondo la formula di Sant'Agostino, esiste un presente del futuro, un presente del presente, un presente del passato, tutti implicati nell'avvenimento, simultanei> ed è per questo che nulla è come sembra. 
La realtà poi è implacabile. 
Ci prova, in un’altro racconto, il professore Iuri Bettalli a far scrivere ai suoi alunni cosa sia la realtà e la realtà sarà terribile, contro di lui nemica. 
Compito di realtà.
Leggiamo i racconti di Simone Ghelli, con l’emozione di aver a che fare con uno scrittore vero, con un autore che rispetta la straordinaria storia che è la vita, un autore che ci regala con Lucrezio, la forza vivida dell’animo.
Leggiamolo e conserveremo ancora con noi la bellezza della letteratura.
Ippolita Luzzo