Passerà questa moda di pubblicare un libro per raccontare la nostra infanzia, adolescenza e maturità.
Passerà la moda di scrivere del nonno morto, dello zio, del marito, della moglie e del figlio, sono morti tutti.
Passerà la moda di raccontare al mondo la nostra separazione dal primo matrimonio, dal secondo e via
Passerà, cara signora, come sono passate le mode di possedere e farsi regalare una pelliccia dopo essere state cornificate.
Passerà, cara ragazza, come passarono i canti della rivoluzione, la democrazia e il voto
passerà, caro signore, come si perse l'abitudine del pranzo domenicale dai suoceri, come passano tutte le mode, compresa quella di declamare versi e pubblicarne i libri, di parlare con gli astanti accomodati.
Passerà la moda di sventolare il premio ottenuto al festival di Pincopalla e ben riportato sulle pagine locali del giornale cittadino, regionale, con il titolone del giornalista più vicino, sia un cugino, un parente del parente.
Passerà questo elemosinare un riconoscimento, perché non sarà più di moda il titolo di scrittore, scrittrice, poeta, poetessa, autore, autrice, esordiente, capolavoro, eccellenza nel mestiere.
Passerà di moda riunire le associazioni, doppie, triple e quadruple, intorno al desco di Santa madre libro, divenne madre il libro, nel cambiamento dei ruoli sempre ben codificato dal nuovo letterario che finirà.
Finirà, me lo ripeto come un mantra, finirà il mio libro.it, anobi, le recensioni a comando, e ogni altra editoria a pagamento, perché non tutti quelli che pubblicano a pagamento sono Dino Campana, Calogero e Chissacchì.
Passerà la moda di ogni cantante, ogni presentatore, ogni cuoco, ogni prestigiatore, ogni attore con il libro scritto da chi non si sa.
Resterà il piacere di leggere un bel libro, senza la smania di pubblicarne uno, dieci, cento, mille.
Resterà il gusto di capire se un libro è scritto bene, se è scritto male, se ne sentiamo il suono, il ritmo, se sorridiamo leggendo, se ci fa compagnia, se è un libro onesto e ci libera dal nostro fastidio quotidiano.
Vedrete passerà questa moda come scomparvero i fotoromanzi, il principe azzurro, la cabina telefonica e il forno a legna.
Questa moda finirà, care signore, e tornerete a fare centrini, come disse una mia amica all'uditorio, quella volta, e tornerete a fare bricolage, cari signori, e tornerete a fare torte e pizze, e poi la sera prenderete in mano un libro vero e leggerete. Oh Leggerete! Perché leggere tornerà di moda
Passerà la moda di scrivere del nonno morto, dello zio, del marito, della moglie e del figlio, sono morti tutti.
Passerà la moda di raccontare al mondo la nostra separazione dal primo matrimonio, dal secondo e via
Passerà, cara signora, come sono passate le mode di possedere e farsi regalare una pelliccia dopo essere state cornificate.
Passerà, cara ragazza, come passarono i canti della rivoluzione, la democrazia e il voto
passerà, caro signore, come si perse l'abitudine del pranzo domenicale dai suoceri, come passano tutte le mode, compresa quella di declamare versi e pubblicarne i libri, di parlare con gli astanti accomodati.
Passerà la moda di sventolare il premio ottenuto al festival di Pincopalla e ben riportato sulle pagine locali del giornale cittadino, regionale, con il titolone del giornalista più vicino, sia un cugino, un parente del parente.
Passerà questo elemosinare un riconoscimento, perché non sarà più di moda il titolo di scrittore, scrittrice, poeta, poetessa, autore, autrice, esordiente, capolavoro, eccellenza nel mestiere.
Passerà di moda riunire le associazioni, doppie, triple e quadruple, intorno al desco di Santa madre libro, divenne madre il libro, nel cambiamento dei ruoli sempre ben codificato dal nuovo letterario che finirà.
Finirà, me lo ripeto come un mantra, finirà il mio libro.it, anobi, le recensioni a comando, e ogni altra editoria a pagamento, perché non tutti quelli che pubblicano a pagamento sono Dino Campana, Calogero e Chissacchì.
Passerà la moda di ogni cantante, ogni presentatore, ogni cuoco, ogni prestigiatore, ogni attore con il libro scritto da chi non si sa.
Resterà il piacere di leggere un bel libro, senza la smania di pubblicarne uno, dieci, cento, mille.
Resterà il gusto di capire se un libro è scritto bene, se è scritto male, se ne sentiamo il suono, il ritmo, se sorridiamo leggendo, se ci fa compagnia, se è un libro onesto e ci libera dal nostro fastidio quotidiano.
Vedrete passerà questa moda come scomparvero i fotoromanzi, il principe azzurro, la cabina telefonica e il forno a legna.
Questa moda finirà, care signore, e tornerete a fare centrini, come disse una mia amica all'uditorio, quella volta, e tornerete a fare bricolage, cari signori, e tornerete a fare torte e pizze, e poi la sera prenderete in mano un libro vero e leggerete. Oh Leggerete! Perché leggere tornerà di moda