martedì 13 ottobre 2015

Leggere per vivere. Come un raggio di sole

Leggere per vivere
Fra le funzioni fisiologiche necessarie al vivere Leggere non viene citata.
Grave dimenticanza è. Mangiare, dormire, respirare, eliminare le scorie, e bere, bere acqua, l’acqua fa bene,  e poi leggere no?
E a che ci servono quelle funzioni se non per leggere? Mi sono spesso fatta questa domanda  io facendo del leggere una delle pochissime funzioni piacevoli per il  mio organismo.
Voi mi direte che Leggere è stata una conquista recente nella storia. Leggevano pochissimi fino al secolo scorso, leggono ancora pochissimi in questa nostra epoca bombardata di immagini senza riflessioni, al tempo degli analfabeti funzionali e che costoro vivono lo stesso? Vero. Ma
“ analfabetismo funzionale si designa l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Quando si è analfabeti, non si è per nulla in grado di leggere o scrivere, vero? Quanti si facevano leggere le lettere, una volta! In contrasto, chi è funzionalmente analfabeta ha una padronanza di una base dell'alfabetizzazione (leggere e scrivere testi nella sua lingua nativa), ma con un grado variabile di correttezza grammaticale e di stile. In breve, quando sono posti di fronte a materiali stampati, gli adulti funzionalmente analfabeti  non possono svolgere  compiti fondamentali come riempire una domanda d'impiego, capire un contratto vincolante, seguire istruzioni scritte, leggere un articolo di giornale, leggere i segnali stradali, consultare un dizionario o comprendere l'orario di un autobus. E non dovrebbero votare!”
Quindi Leggere è ancora una azione di lusso, in dote a pochi che sanno cosa leggono, che comprendono il testo scritto, che sia una lettera oppure un divieto, una ordinanza oppure un bugiardino sulla scatola di un medicinale.
Leggere è una azione visiva ed immaginativa. Vediamo scorrere sotto i nostri occhi parole legate in frasi, in periodi, in costrutti lessicali e intanto noi costruiamo con quella lettura immagini, situazioni e paesaggi come registi.
Ognuno di noi è il regista del testo che sta leggendo.  Sappiamo così bene dirigere e dare le parti ad attori che, spesso, il nostro film è sempre più bello di quello che vediamo al cinema, quando il romanzo letto viene portato sullo schermo.
Viviamo poi il testo, leggere un fumetto, Superman e siamo noi, Superman, immedesimazione, altra splendida attività della lettura.
Regia, sceneggiatura e poi interpretazione. Chi di noi non è stato Tex, oppure Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio?
Nella storia infinita, romanzo per ragazzi  di Michael Ende, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, il protagonista è  un bambino del mondo reale, Bastiano Baldassarre Bucci, che, leggendo un libro sul Regno di Fantasia, si ritrova progressivamente coinvolto negli eventi del racconto. Diventato anche lui parte di Fantàsia, Bastiano aiuta Atreiu, giovane guerriero del mondo della fantasia  nel tentativo di salvare il regno e dovrà infine trovare un modo per ritornare nel mondo reale.
Stiamo infatti tutti nei romanzi che ci rapiscono. Non tutti i romanzi posseggono questa magia. Solo i libri magici come Il libro selvaggio di Juan Villoro…
Un mondo che non avremmo conosciuto mai se non lo avessimo letto! Sia nella forma narrativa che in testi Geografici, L’atlante, sfogliato e risfogliato, Testi scientifici, la cellula, Testi naturalistici, i Fiori, La fauna. Libri e giornali, Fumetti e settimana enigmistica. Testi di ogni formato. Il grande libro della matematica, dei numeri, dei triangoli, dell’architettura. E sopra tutti  il Dizionario. Non si può fare a meno di leggere il dizionario
Come sarebbe stata povera, piatta ed inutile la nostra vita se non fosse stata sollevata dal quotidiano e trasportata nel mondo della conoscenza e della lettura! Quale noia sovrumana ci avrebbe afflitto per giorni e giorni se non avessimo avuto in mano I ragazzi della via Paal nella nostra infanzia? Con quale libro avremmo lenito i nostri mugugni, le incomprensioni e le ingiustizie subite nell'adolescenza? Come avremmo immaginato il nostro amore se prima non lo avevamo letto? E come avremmo vinto la pigrizia di metterci in gioco se Oblomov non ci avesse ammonito che avremmo perso tutto restando immobili a fantasticare?
E di cosa potremmo parlare con gli altri se non delle letture fatte? Siamo tutti ignoranti delle letture che ha fatto un altro! Ed ogni volta, spesso, che una persona mi parla di un libro che io non ho letto, sento una mancanza, una terribile povertà, e mi ripropongo che dovrò conoscere quel libro, quell'autore. Impresa sovrumana perché non si può esaurire la conoscenza degli innumerevoli romanzi.
Comunque una conversazione sempre viva rimane…
Beh certo, alcuni parlano di pettegolezzi, magari così per distrarsi, ma a me annoia sapere le corna, oppure le malattie, oppure se ha cambiato auto tizia o caio, invece voglio sapere cosa legge, se le è piaciuto e perché, fosse anche un semplice giornale oppure un trafiletto. Che poi io adoro le cartoline di Barbato, La Stanza di Montanelli, La bustina di Minerva…
 Una volta ho scritto che Io non saprei immaginare la mia vita senza leggere. Senza scrivere invece posso. Senza leggere impossibile.
 Mi ha risposto Martin Angioni  così: Tutti lo dicono. Me lo disse la prima volta Saverio Vertone nel 1985. Poi l'ho sentito ripetere non so quante volte... è così per tanti
Io ribattei: Per tanti che abbiamo trascorso i nostri giorni leggendo, questo sì. Diciamo di aver casa invasa di libri, letto invaso, comodini con cataste di libri. Vero è
Ho una concezione animistica della lettura, come azione vivente. Quindi per me i libri vivono, parlano, si muovono e si spostano per incontrarsi tra di loro. Non parliamo poi dei personaggi! Escono dal libro e si siedono al tavolo affollato senza commissione nelle commissioni per gli affari zoppi del senato. Un tavolo molto chiacchierato
Leggere è vivere perché  relazione è. Scrissi due versi per dirlo
Ti presto un libro/La lettura musicale della relazione con tutti voi, con tutti loro, con i miei simili./Una avventura da osare insieme/la lettura/poi scherzarci su, chiacchierarci su, ridere e mescolare fatti miei fatti suoi fatti vostri/Ti presto un libro... me lo restituirai?/A volte no, a volte sì./Lo ricomprerò./Uno spartito musicale che sarà suonato da me e da tanti su tasti di pianoforti/ di pianole/di pc/uno spartito suonato suonato suonato/stonato o meno/che melodicamente intreccia e intesse cori antichi a moderni lai/scrivendo scrivendo piccine invidie e desueti languori./C'è chi si relaziona  agli altri con un portafoglio, chi si relaziona con un palazzo, con un gelato/io con un libro/tramite e passaporto verso il tuo mondo, il vostro mondo/il mondo delle frasi fatte e rifatte con il Perlana... sempre nuove!
Dopo tante letture
Una volta tentai di scrivere la biografia di uno scrittore, avevo letto tanti suoi racconti inediti e nella parte conclusiva io stessa argomentavo quello che dicono tanti e cioè che leggere è vivere, scrivere vien dopo, dopo la lettura. Chi non legge come fa a scrivere?
Una biografia di un scrittore, un tentativo di tracciare  le suggestioni che lo hanno spinto a scrivere - l’amato Baudelaire il canto eterno del viaggio, dell’andare per vedere, il canto di Ulisse, il canto errante  di tutti noi  sperduti  con gli occhi nell'immensità. Baudelaire - Goethe, il mio doppio, lo stesso cielo, immodesta ma dico  immodestamente lo stesso sentire-la ricerca dell’assoluto nella molteplicità dei rapporti - Pirandello –Uno, nessuno e centomila -a ciascuno il  suo
Montagne, scaffali, tavoli di libri, sfogliati, amati, prestati, perduti.
Libri che faranno altri libri, che si moltiplicheranno, perché  sono cresciuti  in noi e vorranno vivere  prepotentemente. Come il soffio vitale  si fa largo anche nella costrizione.
Come un raggio di sole .


lunedì 12 ottobre 2015

Il corpo di Vacchi

Il corpo di Gianluca Vacchi  Imprenditore italiano Nel 2016 pubblica la sua biografia in un libro edito da Mondadori, dal titolo "Enjoy".
DATA DI NASCITA Sabato 5 agosto 1967 LUOGO DI NASCITA
Bologna, Italia SEGNO ZODIACALE Leone ETÀ 50 anni Ha più di 8 milioni di follower su Instagram e oltre 1 milione e 300mila fan su Facebook.
Spostare sul corpo ogni pubblicità e articolo di giornale, ogni allusione e ogni discussione allontana tutti dall'esercizio mentale del pensiero. Così chiusi su un corpo che eccita o disgusta, su un corpo esposto e venduto, pesato e oleato, velato o nudo, dimentichiamo le miserie della servitù. Eppure mai come ora che il corpo impazza siamo diventati più bigotti, più reazionari di quando il corpo era coperto con giacca e pantalone, gonna e camicetta. Un vero terribile comando sta intorno a questi tempi sguaiati: Restare a spiare il capezzolo ed il pelo, il peso e l'altezza, i gusti e un sesso a compasso, a pacco, a forfait

sabato 10 ottobre 2015

Dodici posti dove non volevo andare- Clara Cerri

Sinossi a modo mio

Dodici Posti dove non volevo andare
L'americano stanco
 Tutti gli incontri che un uomo può fare, diceva, tutta l'amicizia che può dare, tutta la musica che canta, tutte le parti di felicità che può strappare alla vita, sono cose preziose. Non si misurano e non si pesano. Se si è fortunati, si ricordano.

Via Margutta (1956)
l'idea che precede l'opera d'arte e che è pura INTUIZIONE. Solo e solamente l'intuizione conduce alla creazione artistica. Ad essa fa seguito l'ISPIRAZIONE, cioè il pensiero che interpreta l'opera e gli conferisce un significato concettuale e rappresentativo, estrinsecato nel titolo. Intuizione, ispirazione e titolo sono le tre marche irrinunciabili dell'oggetto artistico, sia dipinto che scolpito… “e scritto.”

La zanzara (1967/1993)
Mortal cosa son io, fattura umana
Tutto mi turba, un soffio sol mi abbatte
Il Tempo, che mi crea, quel mi combatte
(C. Monteverdi - G. Badoaro, Il ritorno di Ulisse in Patria, 1640)
Evviva.
Ci sono momenti della vita in cui tutte le energie sono impegnate nella sopravvivenza. Quando si arriva a dire: "Questo è come morire", non è più questione di aspettative di felicità e di vita migliore, che potrebbero essere puerili. Basta che smetta presto quella cosa che è come morire.

L'attraversamento della notte (2012)
Noi pittori si pigliamo licentia
che si pigliano i poeti et i matti
(Paolo Veronese, 1528-1588)

Intermezzo (1978) e poi Contraltare
“L’ordalia” ingoio e arriva
L’indulgenza
E poi “a che serve sapere che forse c'era un triclinio? Come farsi un impero per conto proprio. A che servono le conoscenze che non  diventano patrimonio di tutti?”

E ha continuato a dirlo, 'Tu sei come me', tutto il tempo".
Gli occhi di Clara brillano. "Fantastico. Io non credo che si possa dire qualcosa di più bello a chi si ama". Il verbo amare mi colpisce allo stomaco.
A chi cerca cose nuove è promessa un’eterna primavera.
"Lascia stare Clemente Alessandrino”
Aspetto da un momento all'altro che si prendano la mano sul tavolino di marmo e facciano un miracolo, quello che hanno chiesto senza volerlo per tutti questi anni. Il finale che ci aspettiamo da tutte le storie, che il disamore sia solo incomprensione, che si arrivi alla spiegazione che basta a spazzare via tutti gli ostacoli.

Non è per questo che si canta e si scrive musica, perché chi ascolta quei suoni si senta amato? Perché si senta toccato con tenerezza da quella mano che tanti anni fa, con tanto coraggio, si è tesa in avanti? Sembra una briciola caduta dal banchetto del mondo ma forse è quel conoscerci cui tendiamo invano per tutta la vita, noi che siamo sazi, anche quando ci lasciamo dietro le nostre storie perché qualcuno le legga e immagini un finale diverso dalla sconfitta. Infilo la mano nella borsa, sento il duro della copertina sotto le dita. Io non sono più capace di immaginare quel finale, ma qualcun altro potrebbe. Senza guardare cosa faccio, prendo il quaderno e lo appoggio al davanzale di una finestra. E mi allontano.

giovedì 8 ottobre 2015

Angelo Tolomeo- La Balena ed altri cetacei



  

Angelo Tolomeo: La parentesi di passaggio
Ho conosciuto Angelo a Cropani nel 2013,a chiusura del festival letteratura parole erranti, con  poeti a duello, singolare tenzone come slam poetry,  poi i suoi genitori nel 2015, alla cena per la raccolta fondi in favore della Masnada a Cropani. Con Angelo non ci eravamo più rivisti dal 2013 ma quella sera del 2015 sembrava naturale riparlare di lui e ripassarmelo al telefono, lui a Trento dove lavora e noi a quel tavolo.
Eravamo in tanti la  sera di aprile e su ogni tavolo Nunzio Belcaro aveva messo per segnaposto il libri amati e consigliati da lui nella libreria Ubik di Catanzaro lido.
Io ero al tavolo di Nunzio con Daniela e  Lo Straniero di Camus  e guardavo golosa tutti i titoli dei tredici tavoli. Nel girare per raccogliere i segnaposto mi sono seduta accanto alla mamma di Angelo ed al suo La Balena ed altri cetacei, celeste e serena copertina della prima opera poetica.
Era il suo debutto in società… il viaggio della balena con i suoi amici presenti: Andrea Giannasi, editore di Tra Le righe libri,la casa editrice, Gianluca Pitari, poeta e amico, Carmine Torchia, Carlo Scaccia, Raffaele Mercurio… tutti i masnadieri e loro seguaci.

 Sfogliando sfogliando parlavamo.
Angelo a Trento fa il bibliotecario e con un pulmino porta in giro i libri a spasso per la città e li fa conoscere, li presenta  per darli in prestito.  Un lavoro stupendo.  Una fiaba per chi, come lui, come tanti, amiamo leggere e giocare con il libro. Un gioco che ci permette di sopravvivere gioiosamente.
Da qualche giorno mi sono arrivati a casa La Balena ed altri cetacei, dal mare del Trentino fin nella piana di Sant'Eufemia, dal mare che navighiamo poetici con Kavafis.
Ho preso a portarmi i suoi cetacei, che poi sarebbero versi, in giro, in borsa e in casa e ho letto e ammirato la veste tipografica e poi mi sono accorta che i cetacei avevano fatto amicizia con Gianni Celati," Quattro novelle sulle apparenze."
 Stessi colori di copertina, stesso formato. Affinità elettive.
 Nella quarta di copertina Celati fa quello speciale gioco che consiste nel “Raccontare storie per rendersi perplessi” un ordine narrativo che si avanza fino a portarci sospesi, vero Gianluca? Davanti ad una immagine abbagliante e normalissima. Quella cosa che si chiama partecipazione e capacità di sorprendersi.
Le poesie di Angelo hanno titoli fra parentesi quadre, le parentesi algebriche di mezzo. Le parentesi di passaggio.
Le sue poesie sono racconti. Ogni poesia è un racconto da fabula… fabulare raccontare.
Nel tentativo comune di rendere lieve il nostro stare qui  ci sta il sollevarci dalle cose guardandole come giochi, come strumenti con cui tediarci di meno. Simboli di altro, altro che vive in noi. Un meccanismo che si incastra in un altro e sorride felice il bimbo quando è riuscito a sistemarlo per il gusto di tornare a disfarlo.
“Lascia che le ore decantino”  “ c’era un tramestio di cose rotte” tramestio ritorna “nel gracile tramestio autunnale” ed in l’esilio “ non vedi quale oscuro tramestio/ha sostituito la nostra poesia?”
“ Ed io che credevo di poter riporre” cosa riponiamo? Ancora dobbiamo giocare… “ Prendete una vita/disorientatela/deponetela in una tela malvagia./ cosa resta?”
“Non posso uscire da qui:
Sono prigioniero/di precise disposizioni mentali/e costrizioni fisiche/Non posso/ E quindi vivo/ e ristabilisco il disordine”
Una domenica vastissima ci attende. E so a memoria le innumerevoli e uguali vastissime domeniche vuote di giochi che non siano versi.
Tutte le domeniche che furono come “Il giorno è come distesa d’acqua senza suono” di Wallace Stevens.
“ Ma oggi è un giorno nuovo/e non ha importanza il suono o il silenzio/o lo stravolgimento del disordine/ ma il significato/che perviene a me/a questo mio essere/in questo mio dato istante/in una casa non mia/in vesti non mie/nell'annullamento della personalità/…Vivo in bilico
Con versi di Angelo: una altalena poetica  sulla quale  dondolare nel gioco del poeta che non ha poesie.




mercoledì 7 ottobre 2015

Il bacio del principe per essere svegliati

Serata a Palazzo Nicotera nelLa Terra dei Recinti, ore 18,30 

Valeria D'Agostino con  Massimiliano Capalbio autore e Francesco Bevilacqua  sciamano del risveglio. 
Siamo in molti stasera. Stimiamo molto il lavoro che viene fatto dai relatori nel loro quotidiano far emergere la conoscenza dei luoghi abitati e non. Stimiamo molto la costanza e la preparazione che hanno permesso la realizzazione di progetti di cui siamo orgogliosi. Sono entrambi  un punto di riferimento europeo per una storia della Calabria vera e non falsa, fatta di idiozie quale il canale di Suez e il ponte sullo Stretto. Siamo quindi attenti e motivati all'ascolto. Nessun sopore. 
Scriviamo e fotografiamo in tanti. Questi i miei appunti su un fiume di parole e didascalie che terminarono come un fiume nel delta delle ramificazioni associative. Infatti alla lunga foce tante furono le associazioni che rimasero ad intervenire.
Ritorniamo dunque alla sorgente. 
Contro il vittimismo del sud, Valeria parla di scossa e Francesco riprende la scossa, ribadendo che la forza che c'è e proprio la scossa e lo stimolo a fare.
Speculari uno dell'altro, afferma Francesco ora rivolgendosi a Massimiliano, loro due sono speculari. 
Intanto Francesco, dopo aver visualizzato il sonno e la noia che prende tutti i partecipanti a dibattiti e convegni, si propone come rianimatore con defibrillatore. Scusate le rime. Per sollevarci dallo stato di ebetudine soporosa, citando De Martino, lui ci darà l'abetudine, l'abitudine agli abeti, allo sguardo vivido sulla natura. Così vorrebbe. Una scossa. 
Poi però fa un terribile racconto sugli orsi addomesticati, che saremmo noi, noi Calabresi, su chi è sveglio e chi no.
Vi scrivo chi è sveglio. Cerchiara è sveglia, Civita è sveglia, Morano è sveglia, Rossano pure, Cariati, Grisolia e Rubbettino. Torre Sant'Antonio  e Santa Caterina sullo Ionio svegli. Risveglio era una rivista del primo novecento che abbiamo in casa mia perché parla del fratello di mio nonno materno.

Addormentati stanno i mostri che hanno permesso che si deturpasse il territorio regalandoci  Europaradiso a Crotone, et similia.
Ho conosciuto Massimiliano sui monti di pietra, a Cleto, in un suo intervento ad Arminio. In quella occasione ho ammirato il suo dire e la sua dignità e il suo saper non raccogliere tutto il livore che Arminio liberò...
Poi si  saranno  spiegati.
Benissimo. 
Così anche io, Massimiliano, dopo una serata passata a guardare diapositive di cui avrei fatto volentieri a meno e che nulla aggiungono a quello che hai creato tu, ti chiedo: Come potrei, io misera mortale che non guido e non ho chaperon, venire a trascorrere un giorno nelle Orme nel Parco? Aspetto il principe? Oppure meglio che prenda  la mongolfiera?







martedì 6 ottobre 2015

Paolo Grugni con Melville Edizioni in Darkland

La storia thriller raccontata da Paolo Grugni a 70 anni dal Processo di Norimberga (20 novembre 2015). Un criminologo sulle ossa della Germania. Indagine su una cattiveria senza fine. Il male abita nella Foresta Nera.
Ho letto questo libro in anteprima. Uscirà nelle librerie il 22 Ottobre.
La fiducia impegna- lessi da Gianna Manzini. Ritratto in piedi. Ed ogni volta spero di essere all'altezza della fiducia che autori e case editrici mi onorano, permettendomi di leggere prima.
Doppia emozione oggi perché  sembra ben inventata ma è successo così.
Nel giorno in cui leggo thriller di Paolo Grugni e guardo Melville, casa editrice con il suo bellissimo logo, la balena, Moby Dick, mi arriva il libro di Angelo Tolomeo "La balena ed altri cetacei". Sono straorzata nei mari del polo, e Tra le righe Libri di Andrea Giannasi. Suo il monologo sulla cattiveria nei campi di sterminio che poi è la trama del libro di Paolo. Incredibile e nel leggere il Thriller che sarà sicuramente letto da tanti altri so che  la storia ha sempre bisogno di essere raccontata per non dimenticare il male e le idee sbagliate che lo giustificano. Idee che vengono imbellettate e fatte passare per ottime, in ogni epoca, da chi detiene il controllo dell’informazione e della forza.
Dal racconto, narrato con stile nitido e chiaro,  io estrapolo momenti di quotidianità come  “Crema di zucca coi semi di lino.” Oppure “Trascorse la mattina cercando di finire un saggio sulle grandi menti criminali che il suo editore aspettava gli consegnasse da mesi.” Per poi passare ad una  terribile organizzazione che attraversa tutto il racconto.
 “L’Edda che da  una raccolta di racconti e di carmi composti in Islanda intorno al XII secolo fu poi  ritenuta la fonte principale della storia dei  popoli  Germani per ricercare le origini della razza pura, perfetta ed esser loro  discendenti di antichi dèi pagani, il che avrebbe giustificato la supremazia politica e spirituale sul mondo.” Gente inferiore, dunque, questi tedeschi… “Per cui mi domando, alla luce dei fatti che hanno coinvolto Amazon, se la Germania è veramente cambiata. “Vuoi dire che dietro la facciata democratica, pulita e perbenista, siamo ancora nazisti?”
 Jerzyck, il professore che si interroga,  passeggiò per la città stando attento a dove metteva i piedi. L’umanità era uno dei suoi spettacoli preferiti, una variazione infinita di soggetti e di incroci che formavano la Storia della vita. La Storia, era la storia di tutte le storie, le assorbiva una per una dentro una massa in eterna espansione. Si domandò che fine avrebbe fatto la sua. Allo specchio. Ma quello che lo colpì era trovare per la prima volta segni d’invecchiamento. Non era più lo stesso, si stava trasformando in un altro, un altro che era già dentro di lui e con gli anni avrebbe preso il sopravvento. La sua immagine riflessa gli ricordò Lacan: ‘Io è un altro’. Si rese conto che andava aggiornato: ‘Io è un altro. Ma l’altro non è io’. Comunque la girasse, la conclusione rimaneva la stessa: la vita era una malattia che portava alla morte”
““Chi è stato torturato rimane torturato.” Jean Améry
Il libro apre con una dedica a Jean Améry e continua sul chiederci una continua vigilanza perché  “I nazisti hanno perso la guerra, ma noi stiamo perdendo il dopoguerra.” Simon Wiesenthal”
Comincia e finisce con due frasi di  Wiesenthal il libro.
“Mi viene in mente quello che affermò una volta il vostro amato Wiesenthal: la verità ha il curioso modo di venire a galla nei momenti più inopportuni.
Ma ora la verità posso anche smettere di tacerla, la saprai comunque tra poche settimane.”
E ritorno al protagonista ed all'autore con questa seconda giornata del libro.
Jerzyck si trovò di fronte una mattina di inizio settembre da ricordare, una di quelle in cui la Germania ti entrava nell'anima e sapevi che quella era la tua patria e che mai l’avresti potuta scambiare con un’altra. . Anche se viveva in mezzo a un popolo che non aveva mai capito i suoi poeti, era in giorni come quello che era orgoglioso di essere tedesco. Dietro le barriere erette contro le dolorose variabili delle propria biografia, c’era un uomo pronto a cambiare per arrivare un giorno a comprendere tutto quello che gli era sfuggito e perché. Che sapeva essere tanto, sperava solo non fosse troppo e troppo tardi.”

Paolo Grugni (Milano, 1962), germanista, oltre a Darkland, ha pubblicato sette romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondo serpente (Alacrán, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa Pop, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012), La geografia delle
piogge (Laurana, 2013), L'Antiesorcista (Novecento, 2015).
DARKLAND
Il male cerca l'oscurità e odia la luce
Melville Edizioni





venerdì 2 ottobre 2015

Le mie nonne



Le mie nonne  19 Luglio 2011
Le penso spesso e nella loro diversità sta la diversità sociale fra nobiltà e imprenditoria, tra il fare e il lasciar fare, tra un mondo arcaico ed uno moderno.
La mamma di mia mamma era una tessitrice, lavorava al telaio lunghe pezze di stoffa, lavorava e elaborava  pensieri originali e dignitosi  su sé stessa. Perciò quando andò in sposa al nonno, che io non ho conosciuto, disse subito che avrebbe continuato a lavorare, malgrado lui si opponesse con decisione. Il nonno  apparteneva ad una famiglia decorosa, un fratello aveva un palco prenotato al San Carlo di Napoli ed aveva portato a casa una ballerina del caffè chantant! lui invece doveva essere un debole, giovanissimo ebbe una paralisi, perse la voce e dopo sette anni morì giovane. La nonna intanto aveva  costruito un forno a legna, lo aveva ampliato, aveva dei dipendenti, trattava con i fornitori ed era consultata per la sua saggezza dalle donne del popolo che le parlavano quasi con timore reverenziale, per i suoi modi spicci e senza fronzoli. Riservatissima, io la ricordo, ancora bellissima, due occhi  acuti e neri, ed un ovale perfetto, lei sì eterea, nel fondo del suo forno dove mangiava come un uccellino, viveva, e da dove si allontanava solo per dormire. Morta nel ’64, con una ostruzione intestinale, avrà avuto anche lei un tumore al colon, come sua sorella, ma allora  non andò neppure in ospedale. Morì in cinque giorni, in silenzio e con dignità, come era vissuta, mentre suo figlio maschio continuava  a suonare  il mandolino e mia mamma viveva nella grande e insensibile famiglia di papà. 
Mamma dice che, nei modi, la ricordo un po', ma la nonna giganteggia nella mia immaginazione come il prototipo di una  donna ideale senza i contorcimenti e i languori del  sentimentalismo.
La mamma del mio papà era figlia di un marchese e di una popolana, miseria e nobiltà.
Suo papà sposò sua mamma solo in punto di morte e legittimò, dei tanti figli, solo mia nonna  e suo fratello che, dagli altri, furono maledetti. Il feudo, quindi, i possedimenti  ed il titolo nobiliare andarono al fratello di mia nonna.
A lei una parte del palazzo barocco, vari possedimenti ed una vita infelice. Innamorata del primo fratello di mio nonno lo vide non tornare più dalla grande guerra, lui aveva solo diciotto anni! Sposò mio nonno, bellissimo, intelligente, ma che, io credo, non l’amava. Lei si rifugiò nella sigaretta fumata come una colpa  gravissima, si rifugiò fra le  mie  braccia e mi nutrì   delle sue favole, lunghissime, terribili, senza riscatto.

Dopo una lunga e sofferta malattia è andata via sentendosi allontanata anche in punto di morte dall'uomo che avrà amato e per il quale  lei era solo una firma. 
Volle essere tumulata nella cappella gentilizia della sua famiglia, non per il titolo nobiliare, del quale a lei non importava affatto, ma perché non avrebbe mai più voluto, nell'altra vita, mio nonno vicino. Fu questa la sua ribellione.