sabato 21 marzo 2015

Il tempo dei libri veri è questo. Michele Gentile. Un libro sospeso

Il tempo dei libri veri                 14 01 2012
Farsi capire dalla gente, com’è difficile, lo sai? ragazzo han detto tante cose, ma in fondo il tuo cuore che cosa ne sa?
Cantava così un cantautore del tempo,  un menestrello che ora non è più, ma la sua melodia sotto la doccia  stamattina era presente.
Il tempo  presente col tempo passato.
Ho chiuso la tv da molti anni, da quando  diventò un megafono per propaganda  di regime.
Ho smesso di  comprare giornali, ogni tanto una sbirciata, al Corriere, al Sole,  da quando anche loro hanno smesso  ed omesso al compito sano dell’informazione.
Ho aperto il pc da un anno o più, e guardo il mondo da un oblò…
Mi resta il cinema.  Inseguo film che non vedrò da nessuna parte perché le sale,  le multisale sono  in mano a pochi.
Credo proprio che torneremo tutti all’ABC.
Lo spero, quasi.
Un bel cancellare, e due decenni  di risse,  di parolacce, di culi, di seni, usati con   grande acume, usati come  nei regimi veri con il sorrisetto  perfidi etto  del - si fa così e voi no,  schiattate d’invidia-
Un bel cancellare e  sul pc  siamo tutti più liberi, più giovani, più belli.
Sul pc siamo sempre noi stessi.
Ve lo assicuro.
Leggiamo e poi andiamo in libreria a comprare il libro che passa e ripassa sugli schermi di un pc perché
Il tempo per noi è solo uno.
Il tempo dei libri veri, dei libri nuovi o antichi, non è questione, ma dello scritto che rifletta,  che si allontana, che ci dilati.
Il tempo rubato, sottratto ad una memoria  che avrebbe insegnato,  che avrebbe dovuto educarci ad un vivere sano.

Il tempo dei libri veri è ora e sempre nel presente

mercoledì 18 marzo 2015

Il sabato scritto- Mania sociale

 Dalla febbre del sabato sera alla febbre del sabato scritto. La scrittura  invade  ogni vicolo, si impossessa di un vagante e con lui scrive. Un popolo di scribanti diventammo.
Una febbre da curare con in mano una grammatica, termometro di una lingua che ammalata è.
Ma, però, appunto, ovvio, ripetizioni, avversative e conversative, saranno pure utili agli scrittori, dopo aver supposto di esser nell'errore. Una supposta che  guarirà. 
Una febbre che... guarire tu non puoi se non scrivendo sul tuo blog, sul tuo sito, sul mondo che ci rappresentiamo io e te.
Scriviamo scriviamo e noi che figli siamo di Verga e De Robertis, di De Santis e di Serao, scriviamo. Scriviamo da sera a mattina l'aria leggera del sabato sera. Fra noi tutto ritorna com'era, letteratura vera e scrittori del sabato sera. Regole di sintassi, regole di struttura, complessità e semplicità.
Nel Duplice che siamo, lettori e scrittori insieme, ammalati di malinconia, va la penna in Argentina, vola bianca colomba vola, da Troisi a noi, nel mondo incantato e senza regole della scrittura del sabato sera.

martedì 17 marzo 2015

Francesco Recami-Personal belongings

Effetti personali.


"Oggi le parole chiave sono: prosumer, impollinazione, social, empatia"
Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Ridendo e ridendo, di una risata che non ricordavo più da tempo, ringrazio Francesco Recami che ha scritto quello che io penso da sempre, senza contestualizzare.
Aldo Varano mi illuminò tempo fa.
Aldo- gli dissi senza modestia- Marc Augé scrive quello che scrivo anch'io-
Vero- mi rispose- solo che lui contestualizza-
Ridendo, senza fermarmi, cercherò di evaporare  una evaporazione del padre, della madre, del figlio, in una Direzione Coesione Sociale, in  Codice Rosa, agitato da  una Serenella Buti che meriterebbe anche lei lo stesso trattamento della Cinquecento rosso bordeaux e bianca...
"Fatti vedere da un buon medico, è la cosa più inutile e offensiva, ipocrita e deleteria, che si possa immaginare"
Che poi. a me, un certo Dottore Veronica, un luminare, mi mise una piuma sulla spalla e mi prescrisse di togliere tutte le etichette dei vestiti, che provocano scoliosi, deviazione della masticazione e zoppicamento della gamba sinistra. Sappilo.
Se ci conosceremo ti racconterò il resto, ne potresti fare una trilogia. Ahah
Chiameremo "Il gruppo di lettura" in riunione e faranno evocazione e devocazione... su tutte le emozioni che una lettura dà.
Una emozione io non so che  cosa sia ma ho imparato che va buttata via, cantava Gaber
Altro che i miei post!
 Francesco Recami sei tutti noi che non ne possiamo più neppure di conversazioni come "La cena estiva" (Doxa) doxa, perché? Io scrissi un incontro a tre, su comunicazione verbale fra amiche ad un desco, in terrazza. "Tre Donne, Tre ore, Senza dirsi Nulla" ma già ora dopo aver tanto riso, impercettibilmente cambio umore e una tristezza mi invade sul vuoto del conversare, sullo sciupio di relazioni, su scherzi scemi che possano rivelarsi disastrosi come in ECG con prova da sforzo. Un disordine psichico che va dal prestare eccessiva attenzione all'alimentazione ad una dipendenza compulsiva del cellulare e si allarga nei comportamenti fissati di individui catalogati in schedari improbabili, vittime delle categorie di un pensiero chiuso. 
Mi rileggerò Francesco Recami, che già avevo apprezzato nel "La Casa di ringhiera" e completerò questo mio pezzo giorno per giorno, nel piacere immenso di una lettura ben fatta, piacere che solo libri ben scritti danno.
  

domenica 15 marzo 2015

Neri Marcorè Latin Lover




Neri Marcorè: Latin Lover

 Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
dal libro "Mappa del nuovo mondo" di Derek Walcott

Mi seduce così, alla fine, con la poesia.

Rassegna Sabato del Villaggio a Lamezia terme. 
Teatro Grandinetti esaurito, eheh, già dalle 17,00, ed io guardo con preoccupazione ed irritazione crescente la folla invadere ogni superficie calpestabile ed ostruire pericolosamente ogni possibile via di fuga.
 E se ci fosse una scossa?-Domando a mio vicino, allarmata.
Lui, serafico, mi fa:- Non ci pensi.- E davanti al mio sconcerto aggiunge:- La cultura attira.-
Così inizio a prendere appunti su una passione che dà una strana luce negli occhi, un Neri Marcorè bimbo che canta le canzoncine dello Zecchino d’oro e poi adolescente imitare i suoi professori. Nel Novanta la svolta.  Partecipa come concorrente  ad uno show “Stasera mi butto” e vince.
 In seguito con Raffaella Carrà sarà scritturato per un anno. Ricomincio da due.
Lo guardo mentre si dà una grattatina alla coscia, al fianco, al polpaccio,  sul naso, mentre si tocca la barba, come se lo studiassi ed ora anche lui sta dicendo che studia un gesto, che ha una intuizione, che sia la chiave di lettura della voce e del testo del personaggio da imitare. Gasparri, Casini, Alberto Angela. Di lui dice che lo sorprese come potesse spacciare qualsiasi cosa per antica. Di come gesticolasse per costruire quasi l’oggetto di cui stava parlando. Un modo affettuoso di avvicinarsi agli individui con le loro debolezze, con le loro stranezze. Si porta tutto in tasca, lui, come me, come tutti. Ci portiamo Gaber e Luporini, i monologhi del Signor G, ci portiamo Gigi Proietti, e De Gregori. Sul palco una chitarra e lui ci canta Cardiologia. Dell’amore non si butta niente. 
La curiosità  lo attira verso tutto ciò che non conosce.
Il nuovo, lo sconosciuto non lo spaventa, lo attira e poi vuole provarsi a fare. La sfida a testarsi in ambiti diversi. Attore, Presentatore, Cantante, Imitatore, in ordine sparso.
La luce che illumina i suoi occhi, la luce che tutti possediamo, sta dicendo, si chiama curiosità, orizzontale, a strisce grigie e blu, come i calzini.
 Mi innamoro, alla fine, anche dei calzini di Marcorè e normale non sono neppure io, come non lo è nemmeno lui, così sta ora  confessando sul palco. Perché voler imitare gli altri, ride, normale non è.  Siamo alla fine e prende in mano i libri. I nostri libri.  Quante lacrime abbiamo fatto su I Ragazzi della via Paal, quante volte abbiamo letto Siddharta, e L’amore al tempo del colera, Florentino e Fermina,
  Ho sceso,  dandoti il braccio, almeno  milioni di scale, e poi  

Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

Neri Marcorè: Latin Lover
Nella tasca ti porteremo


venerdì 13 marzo 2015

Tristezza con strass- Le donne di Giusi Pallone

Tristezza con strass. Mestizia di una lei  che non guarda mai. Le donne di Giusi Pallone

Non hanno sguardo le donne di Giusi Pallone, non guardano, come se non guardando potessero non vedere la realtà.  Sono  dipinte in ambienti colorati, con pennelli e tele, con unghie smaltate in love e lazzi, eppure non un gesto, non un fremito vitale. Stanno in attesa,  fuggendo, perché sono fuggite lasciando soltanto un corpo nel letto, come nella canzone Albergo ad ore.
Colori che vivi non sono più,  eppure mantengono il profumo del sogno, nei verdi, nella sottoveste che indossa l’altra.
 Lei è l’altra, mi sta spiegando l’artista, di fronte ad un dipinto di cui io, per sbadataggine, non ho una immagine.

Ho però i volti coperti da maschere,  un particolare che non parla, se non con tristezza. E mentre Tristezza per favore vai via, canta la Vanoni insieme a Giusi, mostrandomi una corona, poggiata su uno sgabello, corona di un principe che non ci sta più, perché nessun uomo regge al gioco del principe azzurro, io guardo golosa quella corona e la poggio idealmente sulla testa di Giusi, regina del regno che lei si è dipinta. 
Sarai regina e regnerai le cose che tu sognerai diventeranno realtà, canta la canzone La Chimera, che io magicamente sento cantare fra i quadri di Giusi in  un andante con brio che spazzi via ogni perduta malinconia


Nel regno della fantasia di Love e Lazzi si sta come d’inverno sugli alberi le donne. Fiorirà la primavera,  in mostra con Giusi Pallone  Da B Cause. Marzo 2015 

Sky- ricevuta di ritorno

Ho con Sky telefonate giornaliere per dirimere contratti di utente Sky e nella ultima telefonata mi ritrovo a chiedere ad  anonima interlocutrice:- Guardi che io questo contratto l'ho dismesso parecchi mesi fa, quindi è un contratto chiuso, come mi ha già assicurato altra dipendente giorni fa.- risposta sorprendente:- Lei ha chiesto la chiusura del contratto con una raccomandata senza ricevuta di ritorno, quindi tale richiesta non è stata accettata. Per essere accettata lei deve fare richiesta con raccomandata e ricevuta di ritorno. Non ha letto il contratto? Quindi lei deve ancora pagare Gennaio febbraio e Marzo- Sono completamente basita ma andando alla posta e raccontando il fatto ascolto altre disavventure con Sky. Sorella di impiegata aveva mandato raccomandata giusta e a fine mese, però loro ritirarono posta due giorni dopo e le fecero pagare tutto il mese. W Sky che ci porterà una raccomandata per l' aldilà 

martedì 10 marzo 2015

La seduzione

La seduzione                                            un pezzo del 2010
Si inizia con l’etimologia: sedurre – portare con, sedurre-portare fuori dalla strada usuale.
I due significati, il primo- portare con sé, rivedersi nell'altro- è il significato positivo, vivificante, lo scompiglio dell’immaginazione per raggiungere l’immaginazione dell’altro, condividerla, specchiandosi, appunto.
Il secondo significato- portare fuori, trascinare l’altro di qua e di là per il gusto di vederlo alla nostra mercé- questa è la seduzione negativa che a volte può fare impazzire.
Anche la persona più forte, più capace può lasciarsi irretire, anche la persona più dignitosa può perdere la testa.
Migliaia di libri parlano di questo. Io questo aspetto vivificante nella seduzione che non porta a niente, dovrò studiarlo meglio. Così come dovrò studiare meglio questo incantamento del tasto, del parlare con un tasto come se stessi parlando con un uomo.
Il tasto che seduce
Il marito di Mariella  undici, dodici anni fa, pigiava e ripigiava i tasti del computer. Lavora-diceva la moglie ai tre figli,  a noi amiche-lavora-
Non capivamo noi, allora l’ossessione, la malia, che possa nascere da un tasto. Quando lui decise di andare a vedere chi ci fosse dietro quel tasto il matrimonio era già finito.
A lui la quotidianità non piaceva più, banale! A lui i figli erano estranei, la seduzione di un tasto era una sirena troppo ammaliatrice per resistere.
Ecco la seduzione mortale-il canto delle sirene induceva i compagni di Ulisse a precipitarsi in mare, ed Ulisse che volle ascoltare dovette ancorarsi con solidi funi per non morirne.
Rino allora non disse tutto questo, partì, ritornò, la moglie perdonò, ma la realtà ora gli sembrava pesante. Se ne andò. 
Divorziarono, la mia amica si risposò ma ha sempre nel cuore quell'uomo perso anche a se stesso, ne ha sempre il dispiacere.
Non si può vivere senza sogni, senza fantasia, senza un immaginario che insaporisca le nostre giornate, ma dopo il sogno dopo la fantasia, che felicità poter parlarne con un nostro caro, mano in mano, come si usava una volta ed ora non più!!
La seduzione vitale è erotizzante, reale, creativa, non distrugge l’individuo ma innalza le sue capacità, nello slancio di vederci nell'altro al meglio delle nostre qualità diventiamo più belli più forti più giovani. 
In questo strano mondo contemporaneo però i corpi non esistono più, se non come merce, il portafoglio è più seduttivo di un bacio, la vanità è successo, la seduzione un gioco. Io, fuori tempo, continuo ad affermare il valore di una seduzione altra,  di un abbraccio, di un’ora a guardare il tramonto, di respirare il respiro di un uomo reale e non virtuale. Una seduzione che faccia vivere
Ippolita Luzzo